4. L’evoluzione tennistica di Iga Swiatek
Sul piano tecnico Iga Swiatek possiede un repertorio molto vasto, ricco di soluzioni e alternative. Forse però, al di là delle sue specificità, in questo momento c’è un tema più generale che merita di essere sottolineato: il tennis mostrato a Parigi è il risultato di un continuo processo di evoluzione.
Rispetto alla prima volta che ho potuto seguirla dal vivo (torneo junior di Wimbledon 2018, vinto da Swiatek in finale sulla svizzera Kung) i cambiamenti sono stati significativi e hanno interessato vari ambiti di gioco. Per illustrare questo processo cito due stralci di articoli che ho scritto nel 2019, che spero illustrino abbastanza chiaramente questi cambiamenti.
Aprile 2019, subito dopo la finale raggiunta a Lugano (persa contro Hercog): “Le sue doti atletiche si traducono in un servizio non potentissimo ma completo (con slice e kick) e un dritto che, se necessario, è in grado di lavorare e caricare di spin. Di sicuro un colpo su cui fa molto affidamento. Non ho ancora le idee del tutto chiare sul rovescio: perché da una parte il gesto mi sembra forse meno sciolto rispetto al dritto, però spesso mi sorprende per la capacità di eseguirlo con anticipo o con la palla piuttosto alta rispetto all’anca, cosa che per una bimane non è mai facile”. Ricordo che dopo la finale di Lugano Iga era entrata per la prima volta in Top 100 (numero 95). In termini di classifica nel giro di 14 mesi aveva scalato oltre ottocento posizioni nel ranking WTA.
Settembre 2019. Questo articolo era dedicato a Bianca Andreescu, subito dopo la vittoria a Flushing Meadows in finale contro Serena Williams. C’era però un passaggio che trattava anche di Sofia Kenin e Iga Swiatek. Eccolo: “Per spiegare questo parziale cambiamento di gioco [di Andreescu], aggiungerei un’altra motivazione, che ho notato anche in altre giocatrici in un periodo di carriera simile a quello di Bianca, come Sofia Kenin e Iga Swiatek: nel corso di questa stagione tutte e tre si sono trasformate in tenniste più decise nella costruzione del punto: appena si presenta l’occasione, provano a cercare il vincente con maggiore immediatezza rispetto ai loro esordi nel circuito professionistico. Naturalmente ognuna lo fa assecondando le proprie caratteristiche tecniche, per cui per il gioco di Kenin incide di più il rovescio e per quello di Swiatek il dritto. Ma tutte sono diventate più dirette. Come a dire che nel passaggio dai tornei junior e ITF a quelli WTA, gli aspetti di concretezza hanno assunto maggiore importanza rispetto al periodo precedente”.
Questi cambiamenti strutturali nella impostazione del gioco di Swiatek sono collegati anche ai piccoli aggiustamenti più strettamente esecutivi. Prendiamo per esempio il dritto. Colpo sempre fondamentale, sin dal successo a Wimbledon junior 2018. Allora era già presente la “frustata di polso”, ma non era certo pesante e carico di lift quanto quello mostrato a Parigi la settimana scorsa.
Insomma, la grande promessa del 2018 si è fatta più matura e concreta, senza però perdere l’inventiva espressa attraverso la capacità di esplorare con i propri colpi ogni porzione del rettangolo di gioco. E così abbiamo imparato ad apprezzare la facilità con cui utilizza nel palleggio da fondo sia i lungolinea che gli incrociati stretti. Ma Iga ha dimostrato anche di saper lavorare sui tempi dello scambio (accelerando e rallentando le parabole) così come sulle verticalizzazioni (sotto forma di palle corte come di volèe).
Magari sbaglio, e considerando la brillantezza del suo gioco forse sembrerà un paradosso; eppure penso che la variabile più importante nel tennis di Swiatek sarà rappresentata dall’aspetto meno spettacolare: vale a dire dalla capacità di limitare gli errori non forzati. A mio avviso quanto più riuscirà a tenere basso il numero dei gratuiti, tanto più spesso la ritroveremo protagonista nei grandi tornei.
Rapido accenno alle questioni mentali. È una regola inderogabile per qualsiasi giocatrice, che varrà anche per Iga: dopo il primo successo Slam inizierà una pagina completamente diversa della vita sportiva. Una nuova fase di carriera, che sarà molto più ricca di insidie e di pressioni. Sperando che fisicamente non ci siano problemi, dovrà comunque dimostrare di saper reggere psicologicamente il nuovo status raggiunto, che la obbligherà a misurarsi con le enormi aspettative che da questo momento la accompagneranno costantemente. Non sarà facile affrontarle, ed è molto probabile che arriveranno momenti di crisi.
Solo sul lungo termine, dopo diverse stagioni, potremo scoprire la autentica e profonda natura agonistica di Swiatek. Lei fuori dal campo si descrive come una persona timida. Pochi mesi fa aveva raccontato: “Il distanziamento sociale reso obbligatorio dal virus è ottimo per me, così non devo parlare con le persone”. Ma essere timide non impedisce di ottenere notevoli risultati in campo. Per esempio la timidezza è un tratto caratteriale anche di Naomi Osaka (di cui è diventata amica in circostanze curiose: lo raccontano QUI) e Naomi ha conquistato tre Slam e il numero 1 del mondo prima di compiere 23 anni.
Chiudo con un ragionamento più ampio, legato alla nuova generazione che si è affermata di recente. Cito quattro nomi, in ordine decrescente di età: Barty, Osaka, Andreescu, Swiatek. Ipotizziamo un 2021 più fortunato rispetto al 2020, senza la pandemia a intralciare il calendario, con tutte le maggiori protagoniste disponibili e a posto fisicamente. Ecco, se davvero potesse accadere questo, e se Barty, Osaka, Andreescu e Swiatek riuscissero a esprimersi al meglio delle loro possibilità, si prospetterebbe un 2021 di grandissimo tennis. Incrociamo le dita.
P.S. Martedì prossimo la seconda parte dell’articolo dedicata alle altre protagoniste dell’ultimo Roland Garros.