Ha peccato di sfrontatezza. Poi ha ammesso l’abbaglio, a giochi fatti, salendo su una ben nota scialuppa di salvataggio: ricordare che i pronostici non li sbaglia soltanto chi non si espone. In ogni caso, dopo aver dichiarato alla vigilia della finale del Roland Garros che Nadal non avrebbe avuto possibilità, Goran Ivanisevic è stato chiamato a renderne conto di fronte all’esito della finale di domenica. Specie dopo il candido “Mi ha surclassato“ che Djokovic ha lasciato agli atti a fine partita.
“Ho di certo esagerato – l’ammissione del croato a Tennismajors -, ho mandato quel messaggio anche ad altri del team, ma allo stesso tempo nella vittoria di Nole ci credevo sul serio. So che il Philippe Chatrier è il salotto di Rafa e che lì può vincere anche giocando male, ma ero sinceramente convinto fosse l’anno di Djokovic. Purtroppo ha iniziato a trovare i suoi colpi quando era sotto di due set e un break, troppo tardi. Giocando male in avvio ha fatto sentire Rafa a suo agio, vantaggio che non è possibile concedergli”.
PRONOSTICI – Nella sua analisi a posteriori, Ivanisevic ha richiamato un altro precedente tra i due a senso unico (ma dalla parte opposta): “È andata come nella finale dell’Australian Open 2019, lì Nole aveva distrutto Rafa, ora è stato ripagato con la stessa moneta. Non sono state due belle partite, a pensarci bene“. E si smarca dalla comodità delle previsioni comode, quelle col paracadute: “Mi piace esprimere pareri diretti – spiega – poi magari posso non prenderci. È sempre troppo facile mantenersi sul vago o dire che a vincere sarà il più in forma in quella giornata. Stavolta ho detto semplicemente quel che pensavo e Nadal, gliene va dato atto, mi ha smentito. Non smetto di credere però che Nole possa batterlo anche a Parigi, sarebbe bello rivederli a giocarsi la finale nel 2021“.
Più nell’immediato, il finale di stagione prevede per il numero uno ATP gli appuntamenti di Vienna, Parigi Bercy e Londra per le Finals dal 15 novembre. “Decideremo con Marjan Vajda come dividerci – guarda l’agenda -, non so quanto senso abbia giocare a Parigi visto che lì (dove l’anno scorso ha sollevato il trofeo, ndr) non può né guadagnare né perdere punti. Sarà importante invece far bene a Londra, dove nel 2019 non è andato al meglio“.
ALTRI TRE ANNI – Interpellato sul futuro, nemmeno troppo lontano, Ivanisevic vede ancora per Djokovic la possibilità di raggiungere Federer e Nadal nella corsa al maggior numero di Slam vinti. Anche se il ritardo (oggi di tre lunghezze) va ponderato guardando le carte d’identità. “Nole, a 33 anni, ha davanti a sé almeno altre tre stagioni ad alto livello – è il pensiero del coach croato -, lo dico anche perché abbiamo visto cosa è capace di fare Nadal a 34 anni (QUI la visione sul futuro del maiorchino di Steve Flink e del direttore Scanagatta, ndr). La striscia dei suoi successi a Parigi entra di diritto tra le più grandi imprese della storia dello sport. Come Rafa parte indiscutibilmente favorito ogni anno a Parigi, Novak lo è in Australia, a Wimbledon e allo US Open. Penso che abbia davanti a sé la possibilità di vincere altri Slam e confermo quanto detto tempo fa: sia lui sia Nadal supereranno Federer in questa particolare classifica“.
PROSPETTIVA GOAT – Al netto della semplice statistica, c’è chi si appassiona anche al dibattito (qui una delle puntate precedenti, con il parere di Andy Roddick) su chi dei big three contemporanei possa fregiarsi del titolo di più grande di tutti i tempi. “Sarà sempre una questione di preferenze personali – conclude -, per me è Djokovic, altri non saranno d’accordo. Oltre agli Slam valuterei quante settimane abbiano passato al numero uno ATP, i titoli Masters 1000 e i testa a testa tra loro. Voglio però semplificare: se Novak dovesse superarli entrambi per titoli Slam conquistati, non ci sarebbe più da discutere“.