Il diciassettenne spagnolo Carlos Alcaraz Garfia ha vinto il Challenger di Alicante, svoltosi presso l’Academy di Juan Carlos Ferrero, battendo in finale il connazionale Pedro Martinez (prima testa di serie e n.97 ATP) con il punteggio di 7-6 6-3. Per il classe 2003 si tratta del terzo titolo challenger stagionale (e in carriera) dopo quelli di Trieste e Barcellona, quest’ultimo vinto sette giorni fa: la striscia di vittorie consecutive si allunga così a dieci e consente ad Alcaraz di guadagnare ulteriore terreno in classifica. Lo spagnolo è adesso seduto alla 136° posizione del ranking, saldamente il giocatore più giovane in top 500 – nonché l’unico nato nel 2003: per trovare un suo coetaneo bisogna addirittura scivolare alla posizione 548 occupata dal danese Rune.
Numeri che raccontano una precocità assoluta, confermata anche dal confronto con altri enfant prodige del millennio in corso effettuato da Luca Brancher: all’età attuale di Alcaraz, 17 anni e 6 mesi, Nadal e Djokovic avevano vinto un challenger in meno (due) e soltanto Gasquet aveva saputo fare meglio (cinque titoli).
LA VITTORIA DI ALICANTE – Torniamo al suo ultimo successo, ottenuto proprio laddove, un anno e mezzo fa, aveva ottenuto i tre punti ATP utili a rientrare in classifica battendo Jannik Sinner al primo turno del challenger di Alicante. La finale con Pedro Martinez è caratterizzata da un primo set molto equilibrato, con due break a testa e concluso al tie-break, nel quale Alcaraz è bravissimo ad annullare due set point sul 4-6. Qui il giovanissimo talento murciano dimostra ancora una volta di saper tirare fuori il meglio nei momenti di difficoltà: uno stupefacente rovescio lungolinea e una magnifica difesa a rete riportano il punteggio in parità. Martinez sembra subire il contraccolpo e si trova a sua volta ad affrontare un set point che Alcaraz, implacabile, trasforma con un altro lungolinea di rovescio. Un resoconto che aiuta a comprendere che tipo di giocatore sia il 17enne spagnolo: ben poche concessione ai fronzoli, tantissima concretezza.
Un po’ di scaramucce (un break per parte) condiscono l’inizio del secondo parziale, anche se in realtà tutti hanno già capito chi alzerà il trofeo. Come detto, si tratta del terzo challenger in carriera (tutti negli ultimi due mesi) e in stagione, tanti quanti ne ha vinti Jannik Sinner nel 2019 (Bergamo, Lexington e Ortisei). Un piccolo dettaglio, però: Alcaraz compirà 18 anni nel 2021, mentre l’italiano ha ottenuto quei risultati nell’anno della maggiore età.
Ma qual è il segreto di Carlos Alcaraz? Certo non ha il gesto che incanta come Musetti, e neanche la facilità di accelerazione e le geometrie esasperate di Sinner, però ha già chiaramente dimostrato di essere un vincente. Nel quadro di un gioco non appariscente si possono già notare fondamentali molto solidi, soprattutto il rovescio, una grande velocità di piedi – in particolare negli spostamenti laterali – e la capacità di giocare al meglio i punti decisivi. Se dunque la proverbiale “garra” c’è già, manca invece all’appello il servizio, un colpo su cui dovrà lavorare molto per essere incisivo anche sulle superfici veloci. Le statistiche lo confermano: è vero che si giocava sulla terra, ma in tutto il torneo Alcaraz non ha messo a referto alcun ace.
Il padrone di casa, nonché suo allenatore Juan Carlos Ferrero (ex numero 1 del mondo e vincitore del Roland Garros 2003) ha detto poche settimane fa del suo allievo: “Carlos ha lavorato duramente, migliorando molto anche dal punto di vista fisico. È in fiducia ed è consapevole di potersela giocare anche con giocatori più grandi e con una migliore classifica”.
Ovviamente l’attesa attorno ad Alcaraz è grande, anche se molti sostengono che non abbia i colpi per arrivare ai vertici, soprattutto quando dovrà lasciare l’amata terra battuta. Da un punto di vista del potenziale, i nostri Sinner e Musetti si lasciano ancora preferire – ma bisogna sempre ricordare che lo spagnolo ha due anni in meno di Jannik e un anno in meno di Lorenzo. Inoltre, qualcuno potrebbe farci notare che lo spagnolo ha vinto i due soli precedenti contro i nostri atleti: con Sinner lo scorso anno proprio qui ad Alicante e con Musetti un paio di mesi fa in semifinale a Trieste.
LISBONA – Si è giocata la finale anche al Challenger di Lisbona dove lo spagnolo Jaume Munar (n.112 ATP e prima testa di serie) ha prevalso sul portoghese Pedro Sousa (n.111 ATP e seconda testa di serie) col punteggio di 7-6 6-2. Partita molto combattuta nel primo set che si è concluso al tie-break, vinto a TRE dallo spagnolo, dopo che i due si erano scambiati un paio di break senza riuscire a schiodarsi dalla parità. Nel secondo parziale tutta discesa per il maiorchino che sta cercando di tornare ai suoi livelli migliori (l’anno scorso era arrivato al n.52 ATP), dopo che molti avevano già cominciato a parlare di lui come di un talento sprecato.
Chiudiamo con una notazione astrologica. Sia Alcaraz che Munar festeggiano il compleanno il 5 maggio (rispettivamente nel 2003 e nel 1997). Non sappiamo se significhi qualcosa, ma questo fine settimana, evidentemente, era una buona giornata per giocare a tennis per i nati sotto il segno del Toro.
Ha contribuito Massimo Gaiba