[1] A. Zverev b. [WC] J. Sinner 7-6(3) 6-3
Non l’aveva digerita quella sconfitta negli ottavi a Parigi contro il ragazzino, Alexander Zverev, e stavolta ci ha messo tutta l’attenzione del caso. Il tedesco vince con merito la semifinale del secondo ATP di Colonia e torna in finale. Sinner gioca un buon match, parte a razzo portandosi avanti di un break nel terzo gioco ma poi non riesce a mettere in difficoltà negli scambi da dietro il N.7 del mondo, che avrebbe potuto chiudere il primo set molto prima del tie-break resosi poi necessario. Sascha ha servito per chiuderlo due volte prima sul 5-4 e poi sul 6-5, senza successo.
Nel tie-break però Jannik perde il filo del discorso con un paio di errori di rovescio di troppo e in pochi minuti cede il gioco decisivo per 7 punti a 3. Al di là di qualche demerito del nostro giocatore, è più che altro l’incidenza del servizio a fare la differenza sebbene Zverev non risparmi i consueti doppi falli. Nel primo parziale il tedesco raccoglie il 76% con la prima contro il 58% del suo avversario, e sono quei pochi punti in più a fare la differenza.
Nel secondo set Zverev, sullo slancio, prende subito un break di vantaggio e si invola rapidamente 4-1 senza concedere nulla a Jannik che rischia di affondare quando nel sesto gioco concede un’altra palla break. Si salva e poi nel settimo gioco dà tutto quello che ha per riaprire la partita: in un game fiume che dura 16 punti, in cui si issa due volte a palla break, non riesce però ad accumulare particolari rimpianti in nessuna delle due occasioni.
La partita più dura affrontata da Zverev in questa serata è quasi comica: già più volte in precedenza, ma in particolare nel sedicesimo punto del gioco, il tedesco (incurante del fatto che in questo torneo non ci siano i giudici di linea in campo ma solo Hawk-Eye “LIVE“) continua a lamentarsi delle chiamate della macchina che pure gli mostra in continuazione come abbia puntualmente torto. Persino il glaciale Sinner non ne può più quando il suo avversario va a guardare la riga su un servizio nettamente fuori. Zverev non gradisce e dice al “ragazzino” di stare tranquillo, tira un ace di seconda e poi continua a parlarci mentre va a sedersi per il cambio campo. Non proprio un comportamento elegantissimo, ma che testimonia quanto Sascha sentisse l’incontro dopo la sconfitta in quattro set al Roland Garros. Zverev tiene poi a zero il servizio e centra la seconda finale consecutiva. Forse è consapevole del fatto che, nei prossimi anni, il “ragazzino” migliorerà ancora e a quel punto avrà di che preoccuparsi.
Per quanto riguarda Sinner, i miglioramenti auspicabili sono sempre quelli: una resa migliore della prima di servizio e un miglioramento almeno parziale del gioco di volo che anche oggi ha mostrato più di una lacuna. Impossibile però “fare le pulci” a un ragazzo di 19 anni che in un anno disastrato come il 2020 è riuscito a portarsi già a ridosso dei primi 40 del mondo. Ora si va a Vienna, grazie alla wild card concessa dagli organizzatori, dove il tabellone sarà ostico ma allo stesso tempo ci sarà l’opportunità di mettersi in mostra su un palcoscenico di maggior prestigio.
DIEGO VA IN FINALE… E QUASI ALLE FINALS – L’interesse catalizzato dal match di Sinner fa quasi passare sotto traccia la seconda semifinale vinta in tre set da Diego Schwartzman, che ha respinge il tentativo di rimonta di Auger-Aliassime (6-4 5-7 6-4). Con questo risultato, l’argentino conquista la decima finale in carriera, terza nel 2020, e soprattutto mette una serissima ipoteca sulla qualificazione alle ATP Finals: il suo primo inseguitore, che purtroppo per noi è Berrettini, dovrà raggiungere la finale a Bercy per sopravanzarlo in classifica – e potrebbe anche non bastare, nel caso in cui l’argentino dovesse far bene anche a Parigi.