“I risultati non arrivano mai subito, bisogna lavorare tanto e con continuità. Ci sta subire sconfitte a questo livello, perché dalle sconfitte si impara sempre. Ho imparato tanto anche da quella con Bedene“. Sono queste le ultime parole di Lorenzo Sonego nella conferenza stampa successiva allo splendido successo con Djokovic, il settimo di un tennista italiano contro un numero 1 del mondo in carica. La sconfitta con Bedene a cui fa riferimento è quella dell’ultimo turno di ‘quali’ qui a Vienna, poiché Sonego è entrato in tabellone da lucky loser. E da lucky loser giocherà la sua prima semifinale indoor nel circuito maggiore, dopo aver strapazzato un Nole inaspettatamente remissivo.
“È stata la miglior partita della mia vita. Fino all’ultimo non ho pensato di poter vincere, sono rimasto focalizzato sul match, per giocare ogni punto” ha raccontato Lorenzo. “A fine partita ho capito di aver vinto. Prima di quel momento, col numero 1 del mondo, che ha questa esperienza, non bisogna mai abbassare la guardia o pensare di aver vinto“.
Con il solito eloquio tranquillo, in netto contrasto con lo spirito combattivo che mostra in campo, Sonego ha svelato che la chiave è stata preparare il match nel mondo consueto. Con la stessa meticolosità, ma senza timori reverenziali. “Ero in fiducia e ho le armi per contrastare tutti i giocatori. Oggi è stato importante servire bene e rispondere aggressivo, mettendo i piedi in campo. Ho preparato questa partita come tutte le altre, senza pensare a chi c’era dall’altra parte della rete“. Ha funzionato, eccome.
VERSO LA SEMI – “Tutta le gente con cui gioco oggi ha vinto partite importanti, hanno tutti esperienza e un bagaglio più grande del mio” mette in guardia Sonego, in vista della semifinale contro Dan Evans o Grigor Dimitrov. “Io devo continuare a fare quello che sto facendo adesso: sarà una partita durissima, se non addirittura più dura, ma non avrò niente da perdere. Devo solo lavorare su come stare in campo e sull’atteggiamento, perché ogni partita ha delle difficoltà diverse e io devo essere bravo a superarle”. Preferenze? Non ce ne sono, per il 25enne di Torino. “Sono due giocatori molto simili come caratteristiche, tutti e due giocano tanto il back e spingono di dritto, servono bene; uno vale l’altro, voglio solo godermi questa semifinale e basta. Non mi interessa chi ci sarà dall’altra parte“.