Si sono concluse da poco le semifinali dell’Astana Open di Nur-Sultan (Astana era il nome della città fino a marzo 2019), uno dei tornei ATP introdotti per rimpolpare un calendario martoriato dalla pandemia, nonché il secondo motivo per cui il Kazakistan si è messo sulla mappa in queste settimane (Mr. Sagdyiev ha probabilmente destato un po’ più di scalpore nella psiche collettiva). Questo il resoconto delle partite.
NIENTE DA FARE PER EMIL – Adrian Mannarino ha raggiunto la finale del torneo spegnendo le speranze del finlandese Emil Ruusuvuori per 7-5 6-2 in 100 minuti. Il francese, tds N.3, non ha ancora perso un set in tre incontri, ma oggi ha dovuto dare il meglio di sé nel primo parziale contro un avversario partito dalle qualificazioni ma in grande crescita grazie anche al lavoro dell’allenatore italiano Federico Ricci.
Il francese ha iniziato rispondendo quasi sempre in campo, ed è salito a palla break vincendo uno scambio lungo chiuso con un errore di dritto di Ruusuvuori; non ha sfruttato quella chance sbagliando un rovescio, ma è passato poco dopo salendo nuovamente all’advantage con tre dritti aggressivi seguiti da un errore di rovescio di Emil al termine di un altro momento di attrito da fondo, una costante della partita. Il finlandese ha iniziato a centrare meglio la pallina, ed è salito 15-40 nel quarto gioco manovrando con il dritto liftato: Mannarino ha vinto un’altra maratona e tirato una buona prima vincente al corpo, ma un dritto in rete ha dato un’altra chance al finnico, e stavolta Mannarino si è incartato clamorosamente, mettendo lungo un rovescio sotto rete dopo aver costruito alla perfezione il punto con il classico schema mancino slice esterno/dritto lungolinea.
La grande difficoltà nell’affrontare il francese (specialmente indoor) è la bassa percentuale di colpi che sarà possibile eseguire all’altezza della vita a causa del rimbalzo basso di entrambi i suoi piatti fondamentali da fondo. Ruusuvuori ha mostrato la solidità del suo rovescio, e la coordinazione oculo-manuale fuori dalla norma gli ha consentito di rubare spesso il tempo all’avversario, specialmente sulla diagonale di sinistra. Tuttavia, Mannarino si è tenuto a galla servendo meglio la seconda (53 percento a 33) e variando le direzioni dei colpi, sfruttando i propri backswing accorciati per dare poco tempo all’avversario di intuirle, e con il passare dei minuti il rumore dissonante dei colpi sempre più sporchi del giovane finlandese si è fatto di nuovo frequente.
Nell’undicesimo gioco, il francese ha giocato un grande game in risposta, impelagando Emil in scambi dove l‘impazienza e il poco agio di quest’ultimo nello spingere con giudizio su palle piatte e basse sono nuovamente emersi. Una risposta fra i piedi ha incitato un errore di dritto, tripla palla break: ha salvato la prima con uno schiaffo al volo, ma Mannarino è stato davvero generoso nello scambio successivo, recuperando su tutte le accelerazioni e guadagnandosi la possibilità di servire per il set quando il nastro ha portato fuori il dritto di Ruusuvuori. Uno scambio un po’ fortunoso (servizio al corpo e dritto che hanno scheggiato la riga) ha portato il terzo favorito del seeding a set point, sfruttato dopo 59 minuti con un’altra ottima prima esterna.
Il passaggio a vuoto si è prolungato a inizio secondo set, quando le fatiche di sei match giocati dal classe ’99 contro i tre del francese hanno iniziato a farsi sentire: tre seconde con risposta vincente di rovescio e 0-40 Mannarino, subito scappato su un unforced di dritto del finlandese. Nel quarto gioco Mannarino ha concesso il 40-40 con un paio di rovesci bassi scentrati, ma ha tenuto vincendo un punto da ben 48 colpi che ha lasciato entrambi esanimi. Chiusosi quel piccolo spiraglio, Ruusuvuori si è sentito come Sisifo ma senza il supporto di una condanna divina, e ha alzato definitivamente bandiera bianca: un rovescio in rete ha dato due palle break al francese, e un doppio fallo ha di fatto chiuso la partita – materialmente finita con un servizio vincente poco più tardi.
“Sono stato più bravo nei momenti importanti, mi sono allenato con lui durante l’anno e credo che salirà molto in fretta in classifica, ha un grande timing“, ha detto dopo il match Mannarino. “Il mio obiettivo era solo di fare bene, ma sono contento di essere arrivato in finale, ho giocato dei match duri anche se non ho ancora perso set, spero di recuperare bene per domani. Mi piace molto giocare qui, ma settimana prossima giocherò a casa mia, a Bercy, quindi non posso che essere contento anche di tornare in Francia“. Per Mannarino questa sarà la decima finale ATP, con una sola vittoria sull’erba di Rosmalen 2019 – domani spererà di raddoppiare il conto. Ruusuvuori invece dovrà “accontentarsi” del nuovo best ranking di N.83 – difficilmente non lo migliorerà.
MILLMAN VINCE L’ALTRA SEMI – Vittoria più sudata per l’australiano John Millman, che subito prima ha battuto Frances Tiafoe per 3-6 6-4 6-4 in due ore e sei minuti. Domani cercherà il primo titolo della carriera alla terza finale. L’australiano aveva rimontato un americano anche nella giornata di ieri, risalendo dallo 0-5 nel tie-break del terzo contro Tommy Paul, e si è ripetuto oggi contro un avversario in ripresa dal post-lockdown.
Nel primo set Millman ha faticato al servizio e pagato le opportunità sprecate, finendo per perdere col punteggio di 6-3. Da lì in avanti, però, è stato quasi inattaccabile alla battuta (ha chiuso con il 73% di punti con la prima e con il 57 sulla seconda). Nel secondo parziale ha perso solo quattro punti al servizio, procurandosi le prime due palle break del set nel quarto gioco quando Tiafoe ha palesato i suoi soliti problemi a colpire il dritto in corsa dettati da quella presa per così dire casereccia (nel senso che ricorda uno… scolapasta). Lo statunitense ha tenuto quel turno con una combo servizio-dritto e con una splendida smorzata, ma ha capitolato nel nono game, quando ha concesso altre due opportunità sbagliando un dritto a campo spalancato, e stavolta l’australiano ha preso l’iniziativa, andando a servire per il set con un rovescio lungolinea perfetto e chiudendo senza troppi patemi (per lui gli scambi lunghi sono ordinari) con un altro vincente bimane e forzando un errore di dritto.
Nel terzo set Tiafoe è scappato rapidamente 2-0 e poi 3-1, ma l’australiano è tornato a servire brillantemente e vincendo uno splendido duello a rete (anche con l’aiuto del nastro) nel quinto gioco si è riportato in parità. Come nel set precedente, la rottura definitiva è arrivata nel nono gioco, quando un rovescio lungo di Tiafoe ha regalato tre palle break; l’americano ha servito benissimo, ma ne ha poi concessa un’altra con un errore di dritto al termine di uno scambio di 29 colpi poco coraggioso in termini di angoli, e si è dovuto arrendere sul vincente di dritto inside-in di Millman, che non ha avuto problemi a chiudere.
“Ero un po’ stanco dopo il match di ieri, ma Frances è un grande giocatore e sapevo che avrei dovuto giocare un altro incontro lungo“, ha dichiarato. “A Colonia ho giocato un match di tre set contro Zverev, quindi avevo fiducia, e mi sono trovato molto bene qui grazie all’organizzazione del torneo, quindi ho trovato le condizioni perfette per raggiungere la finale“. La terza nella sua carriera, ed è ancora in attesa del primo successo: assieme a Auger-Aliassime, Krajinovic, Evans, Struff e Sinner compone la lista dei top 50 che non hanno ancora sollevato un trofeo.