Qualche spiritoso aveva definito il programma odierno del Challenger di Parma “La giornata della terza età”, con riferimento al fatto che i tre italiani impegnati negli ottavi di finale erano tutti over 30. Sarà anche così, ma è certo che i nostri vecchietti hanno ruggito come giovani leoni: due vittorie e una sconfitta di misura contro avversari che per combinazione erano tutti francesi.
Il primo a scendere in campo è stato Andrea Arnaboldi, rientrato in tabellone come lucky loser, che affrontava Gregoire Barrere (n.107 ATP e prima testa di serie). Compito apparentemente difficile, se non impossibile, ma Arnaboldi dimostra da subito di trovarsi a proprio agio sul velocissimo tappeto del palasport parmense, un campo che sembra fatto apposta per esaltare le caratteristiche del tennista milanese. Arnaboldi perde sì il primo se,t ma dopo aver avuto a disposizione tre palle break non sfruttate. L’impressione è però che sia sempre in controllo e dall’inizio del secondo parziale il punteggio comincia a corroborare questa impressione, con le palline del nostro tennista che schizzano veloci da tutte le parti e Barrere che appare sempre più sconfortato. Il punteggio finale a favore di Arnaboldi 4-6 6-2 6-2. “Ho giocato davvero un bel match. Dopo aver preso il break nel primo set ho cominciato a fare il mio gioco, tutto all’attacco”
Subito dopo è stata la volta di Luca Vanni che dopo l’operazione del 2019 è scivolato al n. 510 ATP e, anche a causa della soppressione di tanti tornei in questo anno disgraziato, fatica a tornare ai livelli che gli competono. Oggi però è stato davvero bravo a battere (7-6 2-6 7-6) il francese Mathias Bourgue (n. 221 ATP) al termine di un incontro molto equilibrato e pieno di polemiche soprattutto da parte del transalpino che ha trovato veramente modo di lamentarsi di tutto; del giudice arbitro, dell’avversario, di una luce che si è spenta. Bisogna dire che Vanni non ha certo subito passivamente e sono state scintille in un avvincente alternarsi di ace, vincenti e palle break. Certo ci sono stati anche errori, il più drammatico il doppio fallo di Bourgue che ha consegnato il tie-break decisivo all’italiano.
“Nelle ultime settimane mi sono allenato molto ma avevo assolutamente bisogno di giocare. E soprattutto di vincere, perché vorrei tornare ad avere una classifica attorno al numero 100 che mi permetta di giocare gli Slam e le qualificazioni ATP. Adesso mi toccherà Halys che non ho mai incontrato.”
Per ultimo Matteo Viola, che non ha avuto fortuna contro il bombardiere Quentin Halys che ieri aveva seppellito sotto 27 ace Federico Gaio. Partita difficile perché il francese è uno che non dà ritmo con la sua battuta devastante, anche se (fortunatamente per l’avversario) spesso deraglia nel doppio fallo – per lui alla fine 23 ace e 11 doppi falli. Insomma, fa tutto lui e gli altri devono adeguarsi. Cosa che Matteo ha fatto benissimo, vincendo il primo set, subendo la reazione dell’avversario nel secondo e lottando allo spasimo nel terzo. Che è arrivato giustamente al tie-break, dopo che Viola non era riuscito a trasformare una palla-break, probabilmente decisiva, nell’ottavo game. Punteggio finale per il francese 4-6 6-3 7-6.
Restano così in gioco cinque italiani. Domani in campo Nardi (vs Cressy), Marcora e Musetti – che si affronteranno in un derby.
A cura di Massimo Gaiba