Il quadro dei partecipanti alle Nitto ATP Finals 2020 è finalmente completo. Sarà un’edizione storica quella di quest’anno, non solo perché si giocherà a porte chiuse a causa della pandemia, ma anche perché sarà l’ultima edizione che si giocherà a Londra. La O2 Arena ha ospitato l’evento dal 2009, ma a partire dalla prossima stagione si giocherà a Torino, fino al 2025. Prima di aprire il quinquennio piemontese, c’è però da assegnare il titolo dell’edizione 2020. Vediamo più nel dettaglio chi sono gli otto singolaristi che hanno centrato la qualificazione.
[1] Novak Djokovic
Con Nadal che raggiunge le semifinali di Parigi-Bercy e rinuncia definitivamente all’ATP di Sofia (cliccate qua per vedere il tabellone), Nole ora è davvero sicuro di chiudere l’anno al numero uno, qualunque cosa accada a Londra. Parteciperà al suo tredicesimo Masters: sono cinque i suoi successi (2008, 2012, 2013, 2014 e 2015), ma è rimasto a bocca asciutta nelle ultime cinque stagioni. Nell’ultima è addirittura uscito nel Round Robin. Vorrà sicuramente mettere fine al digiuno e chiudere al meglio una stagione in cui ha vinto uno Slam e due Masters 1000. E con sei trionfi eguaglierebbe il record di Federer.
[2] Rafael Nadal
Per il maiorchino si tratta della decima partecipazione, pochine se consideriamo che riesce a qualificarsi dal 2006. Sappiamo però che il finale di stagione può essere molto complicato per Rafa, spesso alle prese con problemi fisici. In queste condizioni di gioco serve la sua miglior versione per provare a vincere, motivo per cui spesso ha preferito rinunciare. Solo in due occasioni ha raggiunto la finale alla O2 Arena: nel 2010 (perse da Federer) e nel 2013 (sconfitta con Djokovic). Chissà, magari quest’anno, avendo avuto una stagione poco dispendiosa, può sperare di alzare il trofeo. La preparazione a Bercy è stata buona, ma non eccezionale: appena ha incontrato un giocatore di vertice, Zverev, è stato sconfitto in due set. E a Londra si sfidano giocatori di vertice.
[3] Dominic Thiem
Quinta partecipazione per il nuovo campione Slam austriaco. Dopo essere stato eliminato al Round Robin per tre anni di fila, nel 2019 si è spinto fino alla finale, dove ha però ceduto in tre set a Stefanos Tsitsipas. Quest’anno non è tra i favoriti per la vittoria finale: la partita persa a Vienna contro Rublev non permette di essere ottimisti, ma Dominic è uno che sa sorprendere. Tutto dipenderà dalla sua condizione fisica. Se ha smaltito i fastidi al piede, potrà provare almeno a riconfermarsi.
[4] Daniil Medvedev
Il russo sembrava non passarsela benissimo prima di atterrare a Parigi per giocare Bercy, con alle spalle cinque sconfitte nelle ultime otto partite. L’indoor dell’arena parigina ha avuto un potere rigenerante e Medvedev si è aggiudicato il titolo, battendo Zverev in finale e ritrovando la brillantezza che nelle ultime settimane sembrava smarrita. La vittoria a Parigi-Bercy potrebbe avergli ridato la fiducia necessaria per fare un buon torneo a Londra. Lo scorso anno non è stato così: è arrivato con pochissime energie alla sua prima partecipazione alle Finals e ha finito per perdere tutte e tre le partite del Round Robin. Obiettivo minimo vincere la prima partita nel torneo. Ma per un giocatore con le sue ambizioni, non può né deve essere sufficiente.
[5] Stefanos Tsitsipas
È il campione in carica. Non di certo un pensiero che gli farà affrontare con serenità il suo secondo Masters di fine anno, specie se consideriamo che questo è l’unico torneo che non concede il ‘paracadute’; Tsitsipas dovrà difendere i punti guadagnati lo scorso anno, in scadenza. Dodici mesi fa perse solo contro Nadal nel girone, poi riuscì a eliminare il sei volte campione Roger Federer in semifinale e la spuntò contro Thiem al tie-break del terzo in finale. Quest’anno però non c’è stato l’acuto tanto atteso, motivo per cui è chiamato a fare ancora un grande torneo sotto il tetto della O2 Arena. Su di lui pende una piccola incognita fisica: ha concluso a fatica la semifinale del Roland Garros contro Djokovic e a Bercy, dove è stato eliminato da Humbert, ha raccontato di aver accusato nuovamente l’infortunio – un’infiammazione ai muscoli della gamba.
[6] Alexander Zverev
Un altro campione delle Finals negli anni recenti, con un pizzico di esperienza in più però rispetto a Tsitsipas. Sascha si è qualificato per la quarta volta alle ATP Finals. Lo scorso anno ha ceduto a Thiem in semifinale, ma nel 2018 è stato capace di battere Federer e Djokovic in fila per conquistare il titolo, il più importante della sua carriera sinora. Arriva a questo appuntamento con due titoli indoor in saccoccia, entrambi sul cemento di Colonia, e la finale persa a Bercy contro Medvedev che ha interrotto una striscia di 12 vittorie consecutive. Se rimarrà in fiducia, su questa superficie può essere molto pericoloso, soprattutto quando la prima entra in campo con regolarità.
[7] Andrey Rublev
Debutterà nel torneo il ragazzo che più si è migliorato nel 2020. Rublev si aggiungerà al connazionale Medvedev tra gli otto Maestri del 2020, grazie a uno straordinario tabellino di marcia nel 2020. È il giocatore ad aver vinto più match in stagione (40, davanti a Djokovic fermo a 39) e ha anche il record di tornei vinti, ben cinque. L’ultimo è arrivato all’ATP 500 di Vienna e ha sancito la sua qualificazione alle ATP Finals. Sarà molto difficile per i suoi avversari gestire la potenza dei suoi colpi su un campo rapido come quello di Londra. E poi Rublev non vuole certo fermarsi agli ATP 500. Il suo percorso è appena iniziato.
[8] Diego Schwartzman
Prima qualificazione alle Finals anche per Dieguito, che è il primo argentino a giocare il torneo dal 2013 (Juan Martin del Potro). Altri sette suoi connazionali possono vantare una partecipazione al torneo dei Maestri e in tanti hanno fatto anche molto bene: nel 2009 del Potro si è spinto sino alla finale (perse da Davydenko), ma soprattutto si ricorda la vittoria di David Nalbandian in finale su Federer nel lontano 2005. Schwartzman quest’anno è esploso dopo la sconfitta prematura allo US Open. Ha raggiunto la finale a Roma e la sua prima semifinale Slam al Roland Garros. Certo, è difficile che mantenga questo straordinario livello anche sul cemento indoor, ma potrà giocarsi comunque le sue carte. Ha giocato infatti quattro finali indoor in carriera, l’ultima il mese scorso a Colonia – persa nettamente contro Zverev.