PARMA 2 CHALLENGER 80
Alla fine è il tedesco Cedrik-Marcel Stebe a sollevare meritatamente il trofeo al termine di una finale dominata ben più di quanto non dica il punteggio (6-4 6-4). Era lui il favorito contro il britannico Liam Broady e ha confermato il pronostico, non dando mai l’impressione, nemmeno per un istante, di poter perdere l’incontro.
Parità tranquilla fino al 2-2 quando inizia il festival delle palle break (alla fine per Stebe saranno 14 contro nessuna per l’avversario). Broady non riesce a respingere il primo assalto del tedesco (molto meglio farà in seguito) che così conquista il primo break e inizia la fuga che lo porterà ad aggiudicarsi il primo parziale senza troppi sussulti. Infatti il gioco di Broady è troppo povero per causare problemi all’avversario che coi suoi ‘proiettili’ da fondo campo tiene sempre saldamente il controllo degli scambi. Qualche soluzione estemporanea dell’inglese non vale ad invertire il flusso del gioco.
Nel secondo set la differenza è ancora più netta: praticamente non c’è turno di servizio in cui Broady non faccia una fatica dannata a non farselo strappare. In realtà ci riesce quasi sempre dando in questi frangenti il meglio di sé, anche se si ha l’impressione che il tracollo possa arrivare da un momento all’altro. Infatti Stebe, in un interminabile quinto gioco, riesce, al settimo tentativo, a fare il break decisivo. Broady non ha mai una sola chance per rientrare in partita, anzi deve difendere coi denti i suoi rimanenti turni di servizio, aiutato in questo da una grande determinazione, di gran lunga più efficace di un diritto assai ballerino. In queste occasioni si vede il meglio di un match che riesce a regalare qualche momento di buon tennis anche se Stebe, da giocatore esperto quale è, sa benissimo di avere ormai la partita in pugno.
Con la vittoria di Parma il tedesco conquista il settimo Challenger in carriera e risale in classifica ATP fino al n.122, candidandosi per un imminente rientro in top 100. “Sono molto felice di poter chiudere con questa bella vittoria un anno così tormentato che a un certo punto mi aveva anche tolto motivazioni”. Per Broady rimandato invece l’appuntamento con la vittoria che gli sfugge anche in questo suo quinto tentativo. Piccola consolazione la risalita al n.184 ATP, non lontano dal suo best ranking, il n.154 ottenuto nel 2018.
ECKENTAL CHALLENGER 100
Ieri terminava anche il torneo tedesco che nella cittadina bavarese vedeva affrontarsi il 26enne indiano Ramkumar Ramanathan (n.202 ATP e discreto specialista dell’erba) e Sebastian Korda, figlio dell’indimenticato Peter. Sebastian, nato negli USA e giocatore di hockey mancato, ha vinto nel 2018 gli Australian Open Junior e ha da poco cominciato a raccogliere le prime soddisfazioni nel circuito maggiore. Proprio quest’anno infatti ha superato tre turni al Roland Garros prima di incocciare contro sua maestà Nadal che gli ha inflitto un severo 6-1 6-1 6-2, non ritenendo evidentemente motivo di clemenza il fatto che il giovane avversario avesse chiamato il proprio gatto Rafa.
La finale è stata piuttosto equilibrata e pochi ma decisivi momenti la hanno sbilanciata a favore di Korda. Come il break a suo favore sul 3-3 del primo set o le due palle del contro-break mancate da Ramanathan sul 4-5. La prima veramente clamorosa con un colpo a campo aperto sparato contro i teloni di fondo campo. Con quella pallina prendevano il volo anche le speranze del tennista indiano di rientrare in partita. Il primo set finiva così 6-4 per Korda che nel quinto gioco del secondo parziale aumentava il vantaggio strappando ancora il servizio all’avversario. Il contro-break di Ramanathan era un fuoco di paglia perché sul 4-4 sciupava un vantaggio di 40-0 lasciando rientrare Korda che metteva la freccia tagliando il traguardo a braccia alzate. Risultato finale 6-4 6-4.
Con questa sua prima vittoria da professionista il 20enne Korda raggiunge il best ranking al n.116 ATP.
Massimo Gaiba