J. Sinner b. [3] A. de Minaur 6-7(3) 6-4 6-1
Una giornata iniziata con mille e più complicazioni è finita col mai scontato sorrisone di Jannik Sinner. Un primo pomeriggio pieno di imbrogli, quello del quarto di finale a Sofia contro Alex De Minaur, uno che gioca bene il suo tennis, si sa, ma persino capace di migliorare quando si tratta di ingarbugliare il sistema del tizio dall’altra parte della rete. Ci è riuscito anche oggi, a lungo, specie nel primo set vinto al tie break, difendendo l’impossibile e spingendo Jannik all’errore, soprattutto dalla parte dell’indomabile dritto.
Il problema, tra i molti che il fenomeno da Sesto Pusteria pone ai propri rivali, sta nella sua spaventosa capacità di rimanere sul pezzo, di non sbracare se un set gira su due punti finiti male, di cominciare ogni punto come fosse il primo della partita. Anche in una giornata in pericoloso bilico tra il balbettante e lo spumeggiante, soprattutto con un dritto che evidentemente in Bulgaria non si sente a proprio agio. Eppure quelli forti per davvero sono forti mica per niente, e dunque, dopo un rovinoso tie break, Sinner ha strappato con i denti e col sudore un secondo set al rischiatutto, prima di prodursi in una terza partita impressionante, da stropicciarsi gli occhi, con De Minaur, pur sempre il venticinquesimo miglior giocatore del mondo, annichilito.
E in effetti, assistente alla slavina di vincenti piombatagli addosso nella coda del match, lo sguardo dell’uruguagio di Sydney ricordava lo stesso visto nell’unico precedente andato in scena alle Next Gen Finals, trecentosessantasette giorni fa. Si giocava la finale, ma Jannik in campo era da solo. Ben fissi nella memoria sono rimaste le espressioni attonite, al limite un po’ spaventate, dell’avversario di oggi e di Lleyton Hewitt, incapaci di trovare un vago bandolo della matassa per provare almeno a giocarsela. Oggi c’è stato da soffrire molto di più, e forse proprio per questo è una vittoria che vale tutto l’oro che pesa. Ad attenderlo nella terza semifinale maggiore della carriera, la terza stagionale, troverà Adrian Mannarino, tennista cerebrale dedito all’anticipo con il plus di un servizio mancino pestifero come pochi. Ma la via verso il primo duello finale della vita è aperta.
La partita di Milano faceva testo relativamente, se non altro per il peculiare regolamento che la caratterizzava. Infatti, quotisti in testa, in molti prevedevano per l’incontro odierno un certo equilibrio. Ed equilibrio è stato, almeno per la prima ora e tre quarti di tenzone. Lo strappo inaugurale l’ha dato De Minaur nel terzo gioco; bravo l’australiano, ma Sinner e il proprio dritto ballerino complici nolenti. L’altoatesino è stato sagace nel variare sul tema per recuperare subito il servizio perso, esibendo persino un paio di inediti approcci in back, e nel sesto gioco, complici un paio di risposte lussuose, ha perfino avuto la chance per portarsi avanti di un break, sbagliando tuttavia un comodo rovescio. Trascinato al gioco decisivo, Jannik ha giocato molto male il tie break, perdendolo per massima colpa di quattro ulteriori errori dal lato destro.
Equilibrio anche all’inizio del secondo set, stavolta senza sussulti almeno fino al settimo game, quando il teenager si è procurato due palle break rimontando dal quaranta a zero, per convertire la seconda complice un dritto out di De Minaur. In una giornata splendente solo a tratti, nemmeno tale positiva svolta ha dispensato Sinner dall’obbligo di soffrire. Così, tanto nell’ottavo quanto nel decimo gioco, egli è stato costretto dal proprio fondamentale meno affidabile a rimontare dal quindici quaranta, peraltro riuscendovi servendo bene nei momenti cruciali, e infine tirando un sospiro di sollievo quando un rovescio fuori di De Minaur gli ha consegnato il secondo set.
Della partita decisiva poco da dire, come già detto: Jannik ha fatto pace con il dritto, causa e sintomo dei balbettii fino a quel momento espressi, e, rincuorato, ha finalmente innestato la famosa velocità di crociera impossibile. Impossibile per un De Minaur via via sempre più scuro e amareggiato, capace di vincere appena quattordici punti a fronte di un rivale tracimante nell’ultima frazione. Replicasse, domani a quest’ora potremmo trovarci a dover presentare la prima finale in carriera del fenomeno Jannik Sinner.
Questa vittoria non sposta il ranking (virtuale) di Sinner: resta infatti n.44. E il suo best ranking resta quindi n.43. Se vincesse contro Mannarino salirebbe a n.41. Vincendo il torneo entrerebbe certamente fra i primi 40, intorno a n.37 o n.38 ma dipende anche da cosa farà Millman (n.37 prima del suo match di quarti) perchè l’australiano battendo Pospisil guadagnerebbe già una posizione.