Dopo che Olya Sharypova ha accusato pubblicamente l’ex compagno nonché n.7 della classifica mondiale Alexander Zverev di avere abusato psicologicamente e fisicamente di lei durante la loro relazione, ci si attendeva una qualche reazione ufficiale da parte della grande istituzione del tennis maschile, l’ATP. La reazione è arrivata solo dopo un paio di settimane dalle prime rivelazioni di Sharypova e una dalla sua intervista esclusiva con Ben Rothenberg, giornalista di tennis del New York Times, e ha preso la forma di un comunicato piuttosto scarno. In realtà, non si fa nemmeno riferimento esplicito al caso Zverev. Ma le tempistiche e il contenuto non lasciano dubbi sul fatto che l’obiettivo sia chiarire la posizione dell’associazione rispetto allo scandalo che ha coinvolto uno dei giocatori sui quali i vertici del tennis mondiale puntano di più per raccogliere l’eredità di Federer, Nadal e Djokovic.
“L’ATP condanna ogni forma di violenza o abuso. Ci aspettiamo che lo facciano anche tutti i nostri affiliati e che si astengano dal mettere in pratica abusi e comportamenti violenti che mettono a repentaglio l’incolumità di altre persone”, esordisce il comunicato. Fatta questa doverosa premessa, ci si tiene però a puntualizzare che in assenza di una denuncia ufficiale fatta alle autorità, di un’indagine e di un processo, l’associazione non si può né esprimere né tantomeno prendere provvedimenti contro un proprio membro. “Nel caso in cui le accuse vengano formalizzate, si svolgano accertamenti e ci sia un giusto processo, faremo le nostre valutazioni e prenderemo decisioni in merito. Altrimenti, ci riserviamo di non commentare le accuse”.
Insomma, un atteggiamento garantista quello della ATP, che tutela la propria stella fino a prova contraria. Considerando che Sharypova è sembrata finora riluttante a formalizzare le proprie accuse, è difficile pensare che ci possano essere sanzioni nei confronti di Zverev.