[4] D. Medvedev b. [5] A. Zverev 6-3 6-4
Dopo che i primi tre del seeding (e del mondo) si sono fatti valere di fronte ai rispettivi avversari, anche il quarto uomo, Daniil Medvedev, si fa trovare pronto e doma uno spento Alexander Zverev in un’ora di mezza di tennis non certo esaltante. Sascha, che pareva non essere stato nemmeno scalfito dalle vicende extra-tennistiche, ha visto riemergere i problemi al servizio che sicuramente hanno contribuito a una prestazione a dir poco sottotono. Sei i doppi falli del primo parziale, determinanti per il punteggio, per quel 21% di punti vinti con la seconda (14 km/h in media più lenta del solito) e per l’atteggiamento remissivo del n. 7 del mondo, praticamente mai incisivo nello scambio, con anche il rovescio non pervenuto. Buon per Medvedev, partito anch’egli contratto ma che ha saputo in fretta liberarsi della tensione, grazie appunto alle difficoltà dell’altro, e che cambia il racconto dei testa a testa fra i due: su sette precedenti, Daniil aveva vinto solo quando il teatro del confronto era una finale (Shanghai 2019, Bercy 2020).
IL MATCH – La scelta di iniziare con la risposta da parte di Zverev paga dividendi immediati: un dritto non impossibile peraltro a campo aperto e un doppio fallo consegnano a Sascha il gioco di apertura, ma in effetti rimandano solo di pochi minuti i tre doppi errori tedeschi che rimettono subito in equilibrio la sfida tra i due tennisti arrivati a Londra vantando i migliori risultati nelle ultimissime settimane – oltre al Masters 1000 parigino, c’è stato il doppio titolo a Colonia. Daniil salva la battuta nonostante cinque opportunità tedesche, una con uno scambio da 29 colpi in cui Zverev difende invano l’impossibile (in realtà, reso possibile da un Medvedev non proprio impeccabile). Tre giochi sono bastati per renderci partecipi della pressione che sentono i due in campo e per ribadire quanto è successo a Bercy, quando il 40% dei punti giocati ha superato i quattro colpi (quasi uno su cinque oltre i nove), in quella circostanza con enorme beneficio di Medvedev.
Anche il ventitreenne di Amburgo tiene il servizio, nonostante un break point affrontato con la seconda, servita optando giustamente per un bella palla arrotolata, alta sulla rete, che atterra praticamente al centro del rettangolo. Riproporrà la stessa scelta due giochi dopo, ma non è certo una scienza esatta se il problema è la perdita del ritmo sul servizio e un “doppio-doppio” manda avanti Daniil 4-2. Evidentemente scoraggiato dai 6 doppi falli (un solo ace) e dal quel 2 su 13 con la seconda battuta, Sascha riesce appena ad accorciare senza più farsi pericoloso in risposta, mentre Medvedev, libero da qualsiasi pressione possa arrivargli da oltre la rete, mette al sicuro il parziale per 6-3.
Non che i numeri russi siano strepitosi, specie con quei 10 unforced di dritto, e lo spettacolo, al netto di qualche raro scambio concluso con una volée in teutonica acrobazia o da un buon anticipo moscovita, latita. Sugli spalti, Thiem e il fisio Stober prestano quella che pare un’attenzione appena sufficiente – diciamo che almeno non disturbano. Risponde da lontanissimo, Daniil, ma poi si avvicina alla linea di fondo molto più dell’avversario per comandare il gioco. È così che al settimo game guadagna un punto pesante che contribuisce all’allungo decisivo, unito a un pizzico di fortuna e a due gratuiti di Zverev, il secondo arrivato dopo un paio di lob alzati dal numero 4 del mondo durante il palleggio da fondo. Nel game successivo, chiama a rete Sascha con successo servendo da sotto sul 30 pari, forse il momento più entusiasmante e critico dell’incontro.
Ancora alcuni minuti non memorabili e, come nel primo set, Medvedev chiude senza suspense tenendo a zero la battuta, trasformando il match point niente meno che con un rovescio vincente in salto – quando ormai tutti guardavano altrove. Il prossimo impegno di Daniil sarà con Novak Djokovic, che nel pomeriggio ha superato agevolmente Diego Schwartzman.