Mai come quest’anno l’Australia è stata così vicina. Eppure così lontana. Non solo le notizie sull’Happy Slam 2021 tengono banco già durante la settimana delle ATP Finals, ma si rincorrono ormai da mesi, tra scenari possibili, nuove ipotesi e bolle, il destino dell’ATP Cup e degli altri tornei down under, norme su quarantene e spostamenti tra Stati, il tutto con un occhio ben attento all’evoluzione dei contagi. L’amministratore delegato di Tennis Australia e direttore dello Slam, Craig Tiley, aveva descritto un paio di giorni fa la “bolla di Melbourne” in cui si sarebbero disputati gli altri cinque tornei fra ATP, WTA e circuiti minori, dando ormai tutto per certo, almeno stando a quanto riportato dal quotidiano Herald Sun. Tuttavia, è prontamente intervenuto Daniel Andrews, premier dello Stato della Victoria (quello con capitale Melbourne, ça va sans dire), chiarendo che nulla è ancora deciso.
Nelle ultime ore, la questione si è fatta decisamente più complessa, con una nuova disposizione del governo statale che vieta ai giocatori l’ingresso nel mese di dicembre. Ciò fa crollare tutto il castello accuratamente preparato (con i suoi 33 milioni di dollari australiani, circa 20 mln di euro, di spese extra per la sicurezza) che poggia le proprie basi sull’arrivo dei tennisti appunto attorno alla metà del prossimo mese per sottostare alla quarantena e poi cominciare la stagione ufficiale ai primi di gennaio. Chiaramente, se l’ingresso non fosse permesso fino a capodanno, la quarantena coinciderebbe con le due settimane previste per i tornei preparatori all’Australian Open, la disputa dei quali è allora da considerarsi almeno a rischio. Con la data di inizio dei tabelloni principali fissata per il 18 gennaio, lo Slam non ne sarebbe direttamente interessato, ma salterebbe tutta la parte preparatoria, a maggior ragione se non fosse permesso ai tennisti di allenarsi o partecipare ai tornei durante la quarantena come prevede il piano, non ufficializzato, di Tiley.
“Tutto è in una sorta di limbo al momento” spiega a Tennis Channel Paul Annacone che è in contatto con Tiley. “Quando è coinvolto il governo, devi rilassarti e cercare di lavorarci insieme, che è esattamente ciò che Tennis Australia sta cercando di fare, capire cosa può essere fatto, quando, perché e come. Il governo è estremamente prudente, come del resto deve essere”. Nella Victoria, il tasso giornaliero di contagio dall’inizio di novembre è zero “e non vogliono metterlo a rischio”. Solo in apparenza paradossalmente, è stato più ‘facile’ organizzare il Roland Garros in un periodo in cui il numero di contagi rischiava di andare fuori controllo.
Se solo pochi giorni fa Jannik Sinner diceva che “dovremo andare presto in Australia, attorno al 15 dicembre: ora mi prenderò un pochino di pausa e poi faremo tre settimane a Montecarlo prima di partire”, è evidente che il programma salta. Il problema è affrontato da John Millman, rientrato a Sydney e attualmente in isolamento dopo quattro mesi trascorsi tra bolle e tornei. “Le tempistiche sono essenziali” dice all’Herald Sun il n. 38 ATP. “Dobbiamo cominciare ad avere delle risposte già la prossima settimana perché i giocatori devono assolutamente iniziare a prenotare i loro voli per arrivare qui. Non si tratta solo di organizzare tutto per loro stessi, bensì anche per i loro team”.
Se il premier Andrews si era comunque detto fiducioso riguardo alla disputa del Major, rimane sul piatto una questione ineludibile: “Non dobbiamo portare il virus in Australia, questa è la priorità”. Dopo una seconda ondata devastante, tutte le restrizioni, i sacrifici e, finalmente, il graduale allentamento delle misure di questi giorni, il governo deve valutare con particolare attenzione qualsiasi rischio legato all’ingresso dei giocatori e dei loro staff che, per quanto minimo, possa compromettere la situazione “Covid-free”. Anche perché, nonostante gli ottimi risultati in termini di sicurezza ottenuti dai tornei disputati nella seconda parte della stagione, lo scoppio di nuovi casi collegati all’arrivo dei giocatori risveglierebbe l’attenzione su episodi come l’Adria Tour o la recente “fuga di mezzanotte” di Sam Querrey con esiti politicamente catastrofici.
Nessuna certezza al momento, quindi, per l’avvio di quella che si annuncia come una nuova stagione tormentata, con le conseguenze sui tornei preparatori della bolla di Melbourne che a cascata rischiano di impattare sugli eventi successivi.