Se ci troviamo a ragionare di un Novak Djokovic distratto dalle divagazioni politiche e costretto a giocarsi in extremis la qualificazione, il merito è anche della versione extra lusso di Daniil Medvedev. Il russo ha già la semifinale garantita (l’anno scorso perse tre partite su tre) e aspetta col morale alto il vincente di Nadal-Tsitsipas (stasera alle 21). “Qui nel 2019 ho perso con entrambi – ha raccontato a caldo -, con Stefanos c’è una sorta di rivalità, essendo entrambi giovani, mentre con Rafa non ho mai vinto. Non ho una preferenza. Chiunque sia il mio avversario, sarò contento di affrontarlo“.
Sarebbe ingeneroso, in ogni caso, sminuire la partita di Medvedev guardando solo a cosa non ha funzionato dall’altra parte della rete. Ci pensa lui stesso ad indirizzare l’analisi: “Certamente non è stata la miglior versione di Djokovic, ma contro i tre big è complicato vincere anche quando non sono al meglio. Bisogna essere solidi e posso dire di esserci riuscito”.
PIANO PARTITA – Nei precedenti sei incroci, Medvedev aveva battuto l’attuale numero uno ATP due volte nel 2019, sulla terra di Montercarlo e poi sul veloce di Cincinnati. In entrambi i casi, c’era stato bisogno di un terzo set. “Guardando al punteggio, questa è stata la più netta delle mie tre vittorie contro Nole, ma non posso dire la migliore dal punto di vista del gioco“. Al netto dell’autocritica, il piano partita del numero quattro del mondo è comunque andato a buon fine.
“Ho servito molto bene e ho cercato di mettergli addosso sempre la massima pressione – la sua analisi -, ma ci sono stati anche dei momenti in cui non sono stato contento di me stesso, ho sbagliato alcuni passanti. In ogni caso avevo di fronte uno dei migliori ribattitori del mondo, su questa superficie è difficile fare dei break, ce ne sono stati pochi“. Prima che lui ne piazzasse tre, a cavallo tra primo e secondo set, nella serie di sette game consecutivi che ha spaccato la partita.
IL CASO – Ben Rothenberg, nella sala stampa virtuale della O2 Arena, ha provato a far sbilanciare Medvedev sul caso Zverev-Sharypova, visto che non è un mistero l’ampia conoscenza tra sua moglie e l’ex compagna del tedesco, derivante dalla condivisione di alcune trasferte nel circuito. “Conosciamo Olga, certo. Ma posso solo dire, in generale, che sono contrario alla violenza e agli abusi. Poi le indagini riguardano la polizia e non so se lei ci andrà o no. Io non conosco i dettagli“. Anche l’ATP, in attesa di capire se e come la questione finirà nelle mani della giustizia ordinaria, ha preso pochi giorni fa le distanze ma senza far nomi. Si procede con la dovuta cautela.