[3] D. Thiem b. [1] N. Djokovic 7-5 6-7(10) 7-6(5)
Ha dovuto davvero vincere il match due volte Dominic Thiem. Prima ha sprecato quattro match point nel tie-break del secondo set, poi ha infilato sei punti di fila dallo svantaggio di 0-4 nel tie-break decisivo e ha battuto per la quinta volta in carriera Novak Djokovic (senza mai perdere il servizio nel match). Non un brutto modo per mettere la firma sulla sua vittoria numero 300 nel Tour professionistico. Per il quarto anno di fila, inoltre, è in grado di battere nel corso di una stagione sia Nadal che Djokovic: è la certificazione della sua esplosione ad alti livelli. Un altro dato lo conferma. Ha vinto in carriera almeno cinque partite contro ognuno dei Big Three. Solo un altro giocatore ci è riuscito: Andy Murray.
LA PARTITA – Entrambi hanno aperto il match con pochissime sbavature. Le prime sono arrivate in due game consecutivi (il sesto e il settimo) dove sono stati costretti a recuperare il turno di battuta dallo 0-30, riuscendo nell’operazione con relativa facilità. Il colpo che ha scombussolato un po’ lo scambio da fondo è stato il dritto inside-out di Thiem, l’unica situazione di gioco dove la difesa di Djokovic ha dato una risposta meno convincente rispetto alla norma. Spingendo a tavoletta sul 5-5, il finalista uscente delle Finals si è procurato due palle break e una stop volley sbagliata da Nole gli ha permesso di piazzare il primo break della partita. Al servizio per chiudere il set ha poi messo in fila un rovescio lungolinea con la palla che fumava e un ace: 7-5 in 52 minuti.
I dati che più saltano all’occhio sono l’86% di punti vinti con la prima di Dominic e la differenza nei colpi vincenti, 14 a 5 per Thiem (con 14 errori però), ma la forbice si amplierà a fine partita (l’austriaco farà cifra tonda, 50 winners, contro i 23 di Nole). Nel secondo set Djokovic ha provato a essere meno remissivo, a costo di mettere a referto qualche non forzato in più. Da un lato Thiem è riuscito a finalizzare i suoi attacchi a rete, mentre Nole a tratti è mancato proprio su questo aspetto. Tuttavia ha corso un unico rischio nel parziale, sul 2-2, ma il numero tre del torneo ha sparato un dritto in rete sul 30-40.
Sono tre invece le occasioni che Djokovic ha mancato sul servizio avversario, una sul 4-3 (risposta fuori di centimetri) e due sul 6-5. Giusto comunque che si sia arrivati al gioco decisivo per spezzare l’enorme equilibrio. Dopo essere stato sotto 4-2, Thiem si è guadagnato ben quattro match point, con un sostanziale aiuto del servizio: sul primo (6-5) è stato il servizio esterno di Nole ad allungare il match, mentre sul secondo e sul terzo (giocati con la battuta a disposizione) ha commesso un doppio fallo e spedito in corridoio un dritto. Sul quarto Nole ha pizzicato la riga col dritto inside-in e a quel punto il tie-break non poteva che finire nelle sue mani.
Il terzo set ha anche aperto la terza ora di gioco. Thiem è stato costretto a rimettere in ordine le idee per non farsi travolgere dall’onda dei rimpianti in apertura. Ha continuato a picchiare la palla e ha concesso poco o nulla, complice anche una prima di servizio che è entrata il 78% delle volte nel parziale decisivo. Tuttavia anche Djokovic ha giocato alla grande nei suoi turni e il risultato è stato un set molto rapido, con zero palle break e un solo game ai vantaggi (vinto da Nole sul 3-4). Raggiunto il tie-break anche nel terzo, il match è entrato nella storia: con 38 game giocati è la semifinale più lunga in termini di game della storia del torneo alla pari di Sampras-Ivanisevic del 1996.
Un doppio fallo ha dato un immediato vantaggio a Nole, che forte dei suoi 15 tie-break vinti su 16 nel 2020 si è portato avanti 3-0 col servizio e poi 4-0 dopo un errore di Dominic. Da qui in avanti ha perso sei punti consecutivi: prima un ace, poi un dritto vincente e un back in rete per mettere di nuovo in pari il tie-break. Sul 4-4 è arrivato un altro ace, seguito da un rovescio vincente in cross fulminante. Al sesto match point ha poi chiuso il match dopo quasi tre ore: come un anno fa nel Round Robin è riuscito a battere 7-6 al terzo il numero uno del mondo. Allora rimontò da 1-4, stavolta si è anche superato.
Avrà adesso una seconda possibilità di vincere il titolo alle Finals, dopo la finale persa lo scorso anno contro Tsitsipas. Nel frattempo, il tennis è già certo di avere un nuovo maestro: per Thiem, Nadal e Medvedev sarebbe infatti una prima volta. C’è di più. Per la seconda volta nella storia ci saranno sei campioni diversi in sei edizioni di fila delle ATP Finals. L’ultima volta era successo tra il 1974 e il 1979 (in ordine cronologico vinsero Vilas, Nastase, Orantes, Connors, McEnroe e Borg).