Finisce così la prima avventura di Diego “El Peque” Schwartzman alle ATP Finals. Con la terza sconfitta su tre incontri, in due set contro uno scatenato Daniil Medvedev. Non proprio il migliore dei risultati per l’argentino. Ma rimane comunque la soddisfazione per un 2020 fantastico in cui ha disputato la prima semifinale in un Masters 1000 a Roma e la prima semifinale Slam a Parigi. E nel quale, per l’appunto, è entrato nei fantastici otto partecipanti al gran ballo di fine anno.
“In questo periodo così difficile per il mondo, io, sportivamente parlando, ho trascorso settimane fantastiche. Ho superato gli obiettivi che mi ero prefissato da diversi anni”, ha affermato con orgoglio. “Sono migliorato da molti punti di vista. È stato un anno fantastico sotto ogni aspetto”. Certo, a Londra le cose potevano andare anche meglio e la frustrazione, per uno lottatore come lui, rimane. “Sono state tre partite difficili. Ovviamente il gruppo non mi ha aiutato, perché c’erano tre giocatori che giocano molto bene su questa superficie (Djokovic, Medvedev e Zverev ndr). Sono stato sopraffatto. Mi dà un po’ di rabbia andarmene così. Spero di trovare un modo per qualificarmi di nuovo e andare meglio”.
Intanto, Schwartzman potrà finalmente uscire da questo folle tour de force che lo vede lontano dalla sua Buenos Aires da mesi, costretto a passare di bolla in bolla. “Sono stati 4 mesi di solo campi da tennis e hotel. Al chiuso non vedevo nemmeno il sole. Erano tosti. Anche per questo quello che ho ottenuto mi rende molto felice. Non so come ho fatto. Il mio team mi ha aiutato molto. Non vedo l’ora di tornare indietro e rilassarmi”, ha raccontato.
Ma secondo El Peque il Covid ha solo aggravato un problema già esistente, quello che vede il circuito ATP gravitare troppo attorno all’Europa e gli Stati Uniti, e lontanissimo dall’America Latina. “Noi tennisti sudamericani abbiamo sempre un enorme svantaggio rispetto europei e in più in questo periodo di coronavirus. Il resto dei concorrenti qui ha visto la sua famiglia non meno di sette volte”, ha puntualizzato. Una critica più che condivisibile. Ma d’altronde in questo momento Schwartzman è l’unico tennista non europeo nella Top 20.