CHALLENGER 80 ORTISEI
Dopo l’uscita di scena del nostro Federico Gaio nei quarti ad opera del russo Aslan Karatsev (7-6 6-3), sono il bielorusso Ilya Ivashka (n.113 ATP) e il francese Antoine Hoang (n.126 ATP) a giocarsi la finale del Challenger di Ortisei. Partita che si prevede equilibrata sul velocissimo tappeto gardenese che entrambi hanno già dimostrato di gradire. Nemmeno il tempo di allacciarsi le scarpe e Hoang si trova già sotto di un break quando un magnifico passante in corsa di diritto di Ivashka gli fa capire subito che per lui non sarà una domenica facile. Il bielorusso, testa di serie n.2, incamera infatti il primo set in un attimo senza concedere al francese nemmeno una chance di riequilibrare il punteggio.
Hoang ha però la forza di non perdersi d’animo e nel sesto gioco brekka l’avversario portandosi sul 4-2. Ivashka completa poi la frittata quando, dovendo fronteggiare il primo set point, viene tradito proprio dalla sua arma migliore e commette un orribile doppio fallo. Un set per parte e palla al centro. Nulla di particolare da segnalare nel terzo parziale fino a quando Ivashka, sul 6-5 si procura una palla break che è anche match point. Il bell’attacco di dritto del francese rimanda tutto al tie-break. Un tie-break che Ivashka si aggiudica in scioltezza lasciando all’avversario solo tre punti. Risultato finale 6-4 3-6 7-6 per il bielorusso che succede nell’albo d’oro a Jannik Sinner e si conferma uno dei giocatori più in forma, bissando il successo di un mese fa a Istanbul.
Decisivo il servizio con 15 ace contro 3 a favore di Ivashka che oltretutto ottiene l’80% di punti sulle prime contro il 67%. Analoga la differenza in risposta: 33% di punti contro il 20% di Hoang. Il commento del vincitore: “Ho giocato bene tutta la settimana. Questa è la mia superficie preferita anche se non è facile giocare in altura. L’unico rammarico è che forse avrei potuto chiuderla prima ma mi sono un po’ innervosito e lui è stato bravo a rimanere in partita”. A lenire il piccolo rammarico gli 80 punti ATP che lo porteranno a ridosso dei top 100 e l’assegno da 6190 euro. Per Hoang semifinale l’anno scorso (battuto da Sinner) e finale quest’anno, per cercare di portare a casa questo torneo dovrà per forza tornare l’anno prossimo.
CHALLENGER 80 ORLANDO
Il 19enne Brandon Nakashima (n.202 ATP) completa il magico quartetto dei nati dopo il 2000 che sono riusciti, in questa fantastica annata, a vincere almeno un Challenger. Raggiunge il nostro Musetti, lo spagnolo Alcaraz e il ceco Machac. Il ragazzo ha dominato con autorità la finale del torneo di Orlando (6-3 6-4) costringendo l’indiano Prajnesh Gunneswaran (n.137 ATP e quarta testa di serie) alla seconda sconfitta consecutiva in finale (la settimana scorsa contro Kudla a Cary).
Nakashima che al secondo turno aveva eliminato la prima testa di serie, il forte brasiliano Thiago Monteiro, parte subito forte prendendo in mano il comando del gioco. Al sesto gioco fa il break e non lascia replica all’indiano. All’inizio del secondo set Gunneswaran cerca di reagire ma ogni suo tentativo si infrange (otto palle break annullate su otto) contro il muro eretto dal giovane avversario. Nakashima gioca davvero bene, con idee chiare e piedi rapidi, la sua palla esce piatta e veloce: è un piacere guardarlo. Nel terzo game brekka di nuovo l’avversario e non si farà più riprendere. Intendiamoci, Gunneswaran ci prova e nell’ottavo gioco ha tre occasioni per il contro break ma quando una palla orribilmente steccata da Nakashima rimane in campo sembra un chiaro segno del destino. O almeno così lo interpreta l’indiano che si arrende velocemente. Per conoscere meglio questo nuovo talento emergente vi consigliamo di rivedervi l’intervista che il nostro direttore Scanagatta gli fece nel giugno scorso.
CHALLENGER 80 GUAYAQUIL
Il terzo torneo della settimana si è svolto a Guyaquil (Ecuador) su terra battuta. Nessun italiano ai nastri di partenza, la finale ha visto opposti lo slovacco Andrej Martin (n.105 ATP) e l’argentino Francisco Cerundolo (n.198 ATP). Il primo set, dopo essersi pigramente trascinato senza particolari emozioni fino al decimo gioco, ha un improvviso sussulto quando Martin, vittima di un inaspettato black-out, si lascia strappare il servizio e regala il set all’argentino.
All’inizio del secondo parziale è a Cerundolo che spegne la luce e Martin, forse ricordandosi di essere la testa di serie n.3, prende il comando delle operazioni: 2-1 e battuta. I tentativi di Cerundolo di risalire la china sono poco più che simbolici, anzi nel nono gioco perde di nuovo il servizio e manda la partita al terzo e decisivo set. I giocatori continuano ad esprimere un livello di gioco intermittente con continui alti e bassi. I bassi sono soprattutto dello slovacco che nel terzo game perde il servizio. E si ripete subito dopo inabissandosi sotto il peso del doppio break. Risultato finale 6-4 3-6 6-2 per Cerundolo che bissa così la vittoria ottenuta a Spalato un mese fa e si avvia a concludere questo 2020 con un bilancio decisamente positivo.
Massimo Gaiba