Le speranze non erano mai state eccessive. Adesso che però il forfait di Roger Federer all’Australian Open è ormai realtà, si apre il dibattito su come potrà svilupparsi il 2021 del fuoriclasse di Basilea. Una stagione che potrebbe ragionevolmente rappresentare l’ultimo giro di giostra, pur mancando appigli espliciti per questa previsione.
Quando Federer tornerà in campo, sarà certamente passato più di un anno dalla sua ultima partita ufficiale, la semifinale dell’Australian Open 2020 persa contro Novak Djokovic. Da allora, due interventi chirurgici al ginocchio destro e il tormentato anno che sta per concludersi utilizzato per rimettersi in piedi senza forzature.
Il legame tra Federer e lo Slam di Melbourne non è iconico come quello che associa il fuoriclasse svizzero a Wimbledon, ma è comunque profondo. Mancherà dopo 23 apparizioni consecutive, di cui le prime due limitate al torneo Junior 1998 (semifinalista) e alle qualificazioni (non superate) del 1999. Da lì in poi, 21 presenze nel main draw e ben sei successi, di cui l’ultimo nel 2018. “Ci auguriamo di rivederlo qui nel 2022“, si legge in una nota di Tennis Australia che trasuda ottimismo.
PROTETTO – I grandi obiettivi del 2021 di Federer, semplificando, saranno in prima istanza il “suo” Wimbledon e l’Olimpiade, seguiti a ruota dallo US Open. Due mesi di full immersion che potrebbero anche regalargli la misura di quanto abbia senso andare avanti, a 40 anni che saranno a quel punto compiuti. Buon senso e fisiologici limiti temporali lo chiamano fuori dalla difesa di roccaforti puramente statistiche: raggiunto da Nadal a quota 20 Slam vinti, sa già che lo spagnolo e Djokovic (che insegue a quota 17) avranno più tempo per alzare l’asticella di quello che è stato il suo record.
Un capitolo a parte merita la questione classifica, per quello che oggi è il numero cinque del mondo e – in condizioni ordinarie – avrebbe dovuto far ricorso al ranking protetto dopo un anno intero di inattività. Ma, per il meccanismo attualmente in vigore, saltare l’Australian Open non costerà a Federer la perdita di punti in classifica visto che potrà contare sulla validità prorogata di quelli conquistati nella passata edizione. Lo stesso meccanismo per il quale Rafael Nadal, da campione in carica, ha rinunciato più a cuor leggero all’ultimo US Open. Al termine dell’Australian Open 2021, Federer potrebbe essere teoricamente scavalcato in classifica solo da Zverev (6) e Tsitsipas (7), al verificarsi di particolari condizioni. Da Rublev (8) in poi, sono tutti troppo lontani per tentare l’assalto in Australia.
ULTIMO GIRO? – Il discorso cambia se proiettato in avanti di un paio di mesi, quando – almeno secondo le parole del suo agente Tony Godsick – il 2021 dello svizzero potrebbe effettivamente iniziare. Da marzo dovrebbe ripartire la validità di 12 mesi per ogni nuovo punto conquistato, con l’ufficialità della cancellazione di Indian Wells e del calendario successivo all’Australian Open – sino al torneo di Miami, che rimane in sella – a indirizzare i ragionamenti a margine. Il Sunshine Double è stato interamente cancellato nel 2020, mentre nel 2019 ha visto Federer perdere in finale a Indian Wells (contro Thiem) e poi sollevare il trofeo a Miami. Stando così le cose, i 1000 punti della vittoria in Florida potrebbero essere i primi scalati nel 2021 dal ranking di Federer, destinato in ogni caso a essere rimesso in discussione nei mesi a venire. Non sarà sicuramente la prima preoccupazione di chi potrebbe approcciarsi al giro di pista conclusivo. Ma bisognerà comunque tenerne conto.