Era inevitabile che la notizia della quarantena differenziata organizzata per i migliori giocatori dei circuiti ATP e WTA, ovvero Rafa Nadal, Novak Djokovic e Dominic Thiem da una parte e Simona Halep, Naomi Osaka e Serena Williams dall’altra – la statunitense prende il posto di Ashleigh Barty, che trovandosi già Australia non sarà costretta a fare la quarantena -, facesse discutere.
In estrema sintesi, mentre i comuni mortali a Melbourne dovranno sottoporsi a rigidissime misure di sicurezza riguardo al tempo passato fuori dalla propria camera di Hotel (cinque ore totali al giorno), ad Adelaide, sede di un torneo di esibizione pre-Australian Open, i big e i loro partner prescelti per la preparazione potranno fare praticamente quel che gli pare. Incluso allenarsi di più delle tre ore e mezza divise tra campo e palestra previste dal protocollo del Happy Slam. Craig Tiley, capo di Tennis Australia ha smentito questo rumour, sostenendo che “le condizioni della quarantena saranno le stesse”. Ma il rumour riguardo alla presenza di una bolla soft ad Adelaide ha subito attirato le ire dei tennisti che non ne fanno parte.
Contattato da L’Equipe, il francese Jeremy Chardy, n.75 del ranking ma in passato stabilmente all’interno dei primi 50, ha ammesso il suo stupore e la sua indignazione riguardo alla vicenda. “L’annuncio è arrivato di improvviso. Sarebbe molto strano, per usare un eufemismo. Potranno beneficiare di una palestra in hotel e i loro esercizi non saranno conteggiati all’interno della quota di cinque ore. Potranno uscire liberamente. Per loro sarà quasi come vivere normalmente. Hanno già molti privilegi. Se possono allenarsi di più, faranno una preparazione migliore. Una decisione molto discutibile in uno sport in cui tutti dovrebbero essere messi sullo stesso piano”, ha detto Chardy.
Il 33enne di Pau ha inoltre lanciato una provocazione interessante: “Cosa sarebbe successo se Federer avesse deciso di giocare?”. In effetti, al momento lo svizzero, n.5 della classifica mondiale, sarebbe stato a rigori di ranking escluso dalla quarantena di Adelaide. Ma difficilmente gli organizzatori se la sarebbero sentita di fare questa scelta, scatenando così l’eventuale reazione di Thiem. Ne sarebbe venuto fuori un caso diplomatico che in confronto le lamentele di Chardy sono una sciocchezza.