L’attività da professionista
Nel 2014 Kudermetova comincia a tempo pieno l’attività sul circuito ITF, seguendo l’obbligatoria trafila di chi cerca di sfondare nel tennis professionistico. Le quindici partite giocate negli anni precedenti le sono valse una classifica di partenza da numero 671. E da quella posizione inizia la scalata verso i vertici della classifica WTA.
Come detto, le cose non si rivelano facili. Probabilmente solo nel primo anno ha avuto una crescita di quelle che ci si attendono da una giocatrice futura Top 50: chiude il 2014 da 343ma con un progresso di oltre 300 posizioni. Ma poi la carriera sembra bloccarsi su un valore non sufficiente per sfondare ad alti livelli: numero 400 nel 2015, numero 210 nel 2016 e numero 257 a fine 2017, quando ha ormai compiuto 20 anni. Tre anni per passare da 343 a 257: non proprio un percorso irresistibile.
Forse la soddisfazione maggiore raccolta in questo periodo è la convocazione in Fed Cup nel febbraio 2014: ancora sedicenne scende in campo contro una campionessa Slam come Samantha Stosur (allora 16 del mondo) nel match contro l’Australia a Hobart. Perde 6-4 6-0. Nel periodo trascorso a Vienna aveva detto al padre che avrebbe voluto giocare per la Russia, e alla fine ci è riuscita.
Se però analizziamo la sua convocazione da una prospettiva più generale, abbiamo la dimostrazione delle difficoltà in cui versa la Russia: senza ricevere alcun indennizzo economico per l’impegno in Fed Cup, tutte le più forti hanno rinunciato alla tasferta in Tasmania, obbligando la nuova capitana Anastasia Myskina a chiamare giocatrici di rincalzo.
Per quanto riguarda l’attività professionistica dal 2013 a seguirla come coach è Sergei Demekhine, che si era fatto conoscere quando giovanissimo aveva allenato Vera Zvonareva. Era stato proprio durante la collaborazione con Demekhine che Zvonareva aveva raggiunto il best ranking: numero 2 al mondo grazie alle finali a Wimbledon e US Open 2010. Davvero grandissimi risultati. Ma Kudermetova non ha l’esperienza di quella Zvonareva: il perfezionamento tecnico richiede tempo. Intanto però attraverso le stagioni il legame con Demekhine si rafforza e si trasforma, tanto che nel 2018 sfocerà nel matrimonio.
Sempre alla ricerca di sponsor, dopo l’esperienza poco felice con IMG (“A parte fornirmi abbigliamento e racchette gratis non hanno fatto praticamente nulla”, ha commentato Veronika) va citata una novità da terzo millennio: nel 2017 diventa membro di “Token Stars”, una piattaforma on-line nata per finanziare giovani promesse dello sport. Sarà interessante per gli esperti del settore scoprire se si tratta di iniziative capaci di svilupparsi o no.
Dalla stasi vissuta sino al 2017 comincia a uscire nel 2018. Trenta vittorie (a fronte di ventidue sconfitte) a livello ITF le permettono finalmente di salire sino alla posizione 116. Significa essere appena fuori dalla ammissione diretta negli Slam. In questa stagione arriva un altro segnale positivo: supera le qualificazioni dell’ambitissimo Premier di Stoccarda, sicuramente il torneo WTA più importante che ha provato ad affrontare sino a quel momento. Giusto per dare un riferimento anagrafico preciso: mentre è impegnata in Germania, Veronika compie 21 anni; batte Hsieh, Lepchenko e Suarez Navarro prima di perdere contro Pliskova. Si tratta realmente di avversarie significative.
Forse anche questo risultato contribuisce a farle prendere una decisione molto coraggiosa: nel 2019 chiuderà con gli ITF per dedicarsi solo ai tornei WTA. Naturalmente, vista la classifica, significa ogni volta dover passare dalle forche caudine delle qualificazioni, con il rischio di raccogliere pochissimo in termini di punti e montepremi.
E invece il 2019 si rivela un anno straordinariamente fruttuoso: è come se Veronika scoprisse di essere quasi più adatta al livello WTA rispetto a quello ITF. Comincia in gennaio superando le qualificazioni nell’International di Shenzhen (dove perde nei quarti proprio da Zvonareva), e poi anche all’Australian Open e a San Pietroburgo. Non riesce a entrare nel main draw di Indian Wells, ma si consola giocando e vincendo il contemporaneo WTA125 di Guadalajara.
Ormai il salto di qualità è compiuto, e se la gioca alla pari con nomi importanti. Sull’erba di ‘s-Hertogenbosch batte Kontaveit (campionessa del torneo 2018) e Bencic. A fine anno ha raggiunto tre semifinali e sei quarti di finale. Le 48 vittorie complessive le permettono di chiudere la stagione al numero 41 del ranking, una posizione che cambia definitivamente le prospettive di carriera.
Ed è un peccato che nel 2020 non abbia potuto misurarsi con un calendario normale, che consentisse di verificala sotto diversi aspetti, a cominciare dal rendimento su erba, completamente cancellata dai programmi.
A oggi Kudermetova non ha ancora vinto un torneo WTA, ma per esempio contro le Top 10 vanta una ragguardevole statistica: 4 perse e ben 5 vinte (due successi contro Pliskova, due contro Svitolina, uno contro Bencic). Rimane ancora da verificare la sua capacità di esprimersi negli Slam: nei sette tabelloni principali che ha affrontato sinora, il miglior risultato è il terzo turno al Roland Garros 2019, mentre ha sempre perso al primo turno nei due Major sul cemento.
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