Dopo essersi vista respinta la richiesta di appello presentata al tribunale indipendente per valutare il suo caso, a Dayana Yastremska non restava altro che fare ricorso al Tribunale arbitrale internazionale dello sport di Losanna e dalla Svizzera fanno sapere di aver ricevuto la chiamata. Ricapitolando i passaggi di questa storia passata forse inosservata a causa delle più risonanti questioni legate al coronavirus, la tennista ucraina era risultata positiva ad un test delle urine effettuato lo scorso 24 novembre lontano dalle competizioni, che aveva registrato la presenza di uno dei metaboliti del mesterolone. Conseguenza immediata: squalifica dalle competizioni in attesa dell’udienza. Yastremska, in linea col suo stile in campo sempre aggressivo e diretto, è subito passata al contrattacco ribadendo la sua innocenza e sperando che le cose si sarebbero potute risolvere in breve tempo si è persino recata a Melbourne con la speranza di giocare il primo Slam stagionale.
Il destino però ha giocato un brutto scherzo alla n. 29 del mondo che si è trovata su uno degli aerei con positivi a bordo. Rinchiusa quindi in una stanza d’albergo per scontare i 14 giorni di quarantena, adesso Dayana è nelle mani dei giudici di Losanna. Il TAS infatti si è messo in moto per lei e, come si legge in una nota ufficiale, ha iniziato una rapida udienza per discutere il suo caso “procedendo in maniera spedita per permettere ad un unico giudice di diramare la decisione finale il 3 febbraio“. Data che, in caso di esito positivo in suo favore, le permetterebbe quanto meno di prepararsi qualche giorno in vista dell’inizio degli Australian Open in programma dall’8 febbraio.