È solo un vecchio assunto che però si legge ogni volta che un record viene battuto: i record sono lì per essere battuti. Proprio così, è una delle banalità più ricorrenti per chi è povero di fantasia. Ma ci sono anche record che non potranno mai essere battuti, anche se alcuni per via certe circostanze, incluse certe perfomance incredibili di super-uomini e super-donne prima del loro tempo, sono poi durati quanto ere glaciali.
Quest’anno si è parlato ancora una volta di un record insuperabile a proposito del tredicesimo Roland Garros vinto da Rafa Nadal e siamo tutti d’accordo sul fatto che ad andare bene ci vorrebbero 15 anni per batterlo se… nascesse un altro fenomeno come Rafa. E forse un fenomeno così potrebbe anche non nascere più. Ma si può escluderlo?
SLAM VINTI IN TOTALE
Troppe volte abbiamo ritenuto che certi record fossero insuperabili, dal salto in lungo di Bob Beamon nell’aria rarefatta di Città del Messico, ai 200 metri di Pietro Mennea a Città del Messico, alle vittorie in Formula Uno di Schumacher senior, di Agostini e Valentino Rossi nel motomondiale, di Stenmark e di Vonn nello sci, e per non allargare troppo gli orizzonti con il rischio di essere facilmente smentiti – ma voi lettori potreste bene aggiungere quei record che hanno fatto la storia dello sport nelle varie discipline – torno al tennis e ai 14 Slam vinti da Pete Sampras che parevano appunto imbattibili ai cronisti anche più illuminati dell’epoca e invece il record è stato letteralmente polverizzato da ben tre tennisti, Federer, Nadal, Djokovic nell’arco di tre lustri.
Poi magari invece il record dei 24 Slam vinti da Margaret Court che sembrava dovesse essere strapazzato da Serena Williams già alla vigilia del suo match di semifinale all’US Open con Roberta Vinci, quando il Grande Slam sembrava ormai cosa fatta, resiste ancora e probabilmente non verrà battuto per chissà quanto ancora. Io infatti – detto inter nos – non credo che Serena sarà più in grado di vincere uno Slam, ma se anche ne vincesse uno non basterebbe a superare il reverendo Margaret, tutt’al più la eguaglierebbe. E tutte le disquisizioni, i distinguo sul fatto che l’australiana ne vinse 11 in Australia laddove poche delle prime della classe andavano a misurarsi lasceranno il tempo che trovano, come quelle “a contrario” che sottolineano un altro record negativo di Serena: quattro finali di Slam perse di fila senza vincere un set, al ritorno dalla maternità.
Ma in teoria, sbarcasse sulla terra un’altra marziana o extraterrestre come fu a suo tempo definita Martina Navratilova – capace di vincere quattro Slam di fila (1984-1985) ma non nello stesso anno, esattamente come è successo a Serena nel 2002-2003 – per trionfare in 25 Slam basterebbero 6 anni di dominio assoluto. Come si fa ad escludere che prima o poi ciò possa accadere? Certo non pare possibile a breve, con le tenniste in lizza oggi.
TORNEI VINTI
Fra i grandi record del tennis che si ritenevano imbattibili c’era quello dei cinque successi consecutivi di Biorn Borg a Wimbledon (e tre di essi dopo altrettanti Roland Garros vinti quando la terra rossa erano ben differenti da quelli più omogenei di oggi e c’era una sola settimana per passare da una superficie all’altra!). Poi è arrivato un certo Federer a vincerne altrettanti di fila per collezionarne in tutto ben otto, appena uno in meno di Martina Navratilova che, davvero incontentabile, ancora oggi rimpiange di non aver centrato il decimo Wimbledon quando perse da Conchita Martinez la finale del 1994 che pareva invece scontata.
Anche i famosi 109 tornei vinti da Jimmy Connors (e 109 è un numero molto discutibile al quale personalmente non mi assoggetto, perché almeno tre tornei vinti da Jimbo non meritavano di essere considerati tali anche se ormai nessuno osa più nessuno toccarli; due erano “tornei” con appena 8 giocatori e un terzo non aveva alcuna valenza di vero torneo) sembravano un record quasi imbattibile, fino a che Roger Federer li ha avvicinati più di un anno fa approdando a 103. A che serve dire oggi che se non ci fosse stato il Covid-19 Roger avrebbe forse potuto fare meglio? O aggiungere che se Roger avesse puntato a quel record per lui sarebbe stato facile iscriversi a sette o otto tornei di piccolo cabotaggio per portarseli a casa facilmente e seminare Connors?
Sarebbe come dire che anche Boris Becker avrebbe potuto benissimo eliminare quella macchia delle zero vittorie nei tornei sulla terra battuta se anziché misurarsi nei tornei più difficili avesse cercato di vincerne almeno uno più “facile”. Discorsi che non dimostrano nulla. Se non la inconsistenza e la caducità di certi numeri.
I RECORD IMBATTIBILI, PRIMA TRANCHE
Insomma, bando ai record soltanto “quasi imbattibili”. Quel “quasi” impedisce di stoppare l’infinito. Ho provato allora a buttar giù una serie di record che invece non potranno mai essere battuti. Sono andato molto a memoria, oppure facendo ridottissime ricerche, probabilmente incomplete (per via del solito tempo tiranno). Spero di non aver fatto un brutto servizio alla storia dei record imbattibili del tennis e dei quasi insuperabili.
PIETRANGELI – 164 PARTITE IN DAVIS
Il primo che m’è venuto in mente, a memoria e senza bisogno di fare alcuna ricerca, è quello stabilito dal nostro Nicola Pietrangeli. Nessuno potrà mai giocare 164 match di Coppa Davis, 110 in singolare e 54 in doppio, vincendone 120, 78 in singolare e 42 in doppio (record quest’ultimo che invece è caduto per mano dell’indiano Paes). Ilie Nastase è distaccato di parecchie lunghezze, mi pare sia arrivato a 149 in tutto. Ai loro tempi si potevano giocare una quantità di singolari e doppi che oggi e in futuro sarà impossibile disputare anche se un tennista giocasse la Davis per vent’anni di fila. Ora che la Davis è stata così snaturata poi… ma era già così anche dal 1982 quando nacque il World Group della Davis con solo 16 squadre e al massimo quattro scontri per chi l’avesse vinta, quindi massimo otto singolari e quattro doppi. Impossibile arrivare a 164 con dodici match complessivi in toto all’anno (raggiungendo sempre la finale).
Consentitemi un inciso di carattere nazionale: ha quindi tutt’altra valenza, beh, nessuno potrà mai superare i 27 titoli assoluti vinti da Lea Pericoli. Anche perchè gli Assoluti non si giocano più – salvo che in epoche Covid come quest’estate a Todi – e comunque non si gioca il doppio misto! Per un mediocre giocatore come me era un tale traguardo riuscire a giocarli! Che nostalgia.
NAVRATILOVA – 167 TORNEI VINTI
Però i 167 tornei internazionali vinti in singolare da Martina Navratilova sono ben altra cosa, se si pensa che la sua rivale di sempre Chris Evert non è andata oltre i 154, Steffi Graf 107, Margaret Court 97 e Serena Williams con 72 è a molto meno della metà. Ed è Serena Williams. Una tennista che giocasse 16 anni dovrebbe vincere più di 10 tornei l’anno per superare Martina. Ma se non li giocano neppure, com’è possibile che succeda?
I DUE GRANDI SLAM DI LAVER
Anche il record di Rod Laver, che ha realizzato un Grande Slam da dilettante (1962) e un altro Grande Slam da professionista, è imbattibile. I dilettanti non ci sono più.
CONNORS ALLO US OPEN
Idem i cinque US Open conquistati da Jimmy Connors su tre superfici diverse, erba, terra battuta (sia pur verdastra) e cemento. Impossibile batterlo.
I FAB 3
Certo non sarà facile vincere otto Wimbledon come Roger Federer, ma sarà sempre più facile che vincerne 13 (per tornare all’esempio parigino di Nadal). Pensavo che anche 310 settimane da n.1 mondiale fosse un record difficilmente battibile, ma invece Djokovic fra non molto probabilmente lo batterà. Se poi Nole riuscirà anche a restare n.1 del mondo oltre i 36 anni e mezzo come è riuscito a Roger nel 2018, ecco un altro record che non si può dire sicuro in eterno. Un altro record dello svizzero a rischio è quello di 6 finali ATP vinte (a Londra), sempre per via di Djokovic oggi fermo a 5.
ANGOLO GRAF, DAL GOLDEN SLAM ALLE SETTIMANE DA N.1
Anche se non si può escludere che stia per sbocciare un nuovo fenomeno capace di fare quello che fece Steffi Graf nel 1988 quando realizzò il Grande Slam e vinse anche l’oro olimpico, ecco un altro record, quello del Golden Slam, che è impossibile da battere, tutt’al più lo si può eguagliare. Ed eguagliarlo non è per nulla semplice: non basta fare solo il Grande Slam (come è riuscito soltanto a Little Mo Connolly, Court e appunto Graf), ma per eguagliare Steffi occorre realizzarlo nello stesso anno delle Olimpiadi vincendo l’oro.
Forse Monica Seles, che grazie a due straordinari fondamentali bimani ebbe il sopravvento su “Fraulein Forehand” Steffi che non aveva un rovescio all’altezza del formidabile dritto, poteva farcela, se il pazzo sostenitore di Steffi, Gunther Parche, non avesse accoltellato Monica mettendo k.o. per 27 mesi. Fra il ’91 e il ’93, prima dell’accoltellamento ad Amburgo, Monica aveva vinto sette Slam su otto, perdendo solo in finale a Wimbledon!
Steffi Graf è la sola donna ad aver vinto – fra i suoi 22 Slam in bacheca – almeno quattro volte ciascuno dei quattro Slam. Al maschile, per esempio, nessuno è riuscito a vincerli tutti almeno due volte. Le 377 settimane da n.1 del mondo sono un “quasi” record assai difficile da battere. Serena Williams a un certo punto della carriera sembrava potercela fare, ma poi si è bloccata – con vari incidenti fisici e poi la maternità – a quota 319 (nel maggio 2017), terza dietro Steffi e Martina Navratilova con 331.
Approfitto di questo passaggio per ricordare ai lettori che è uscito un eccellente libro su Steffi Graf, scritto da Elena Marinelli. Un libro nel quale di parla di Steffi per centinaia di pagine e non si cita neppure Andre Agassi, perché non era quello il tema del libro.
Prima di passare ai record di precocità e anzianità, certamente è imbattibile anche il record degli Slam vinti da Billie Jean King: 39! 12 singolari, 16 doppi femminili, 11 doppi misti. Nel ’73 vinse la Triple Crown a Wimbledon, tutte e tre le gare!
RECORD (IM)BATTIBILI – PRECOCITA’ E ANZIANITA’
Ken Rosewall ha vinto uno Slam, quello d’Australia a 37 anni, ma chi può giurare che Roger Federer non ne vincerà uno a 39 anni o a 40?
Quasi imbattibile, ma battibile in teoria, lo Slam vinto da Michael Chang a 17 anni e 4 mesi al Roland Garros 1989, un record di precocità che “stacca” sia Boris Becker sia Mats Wilander, entrambi vittoriosi prima dei 18 anni in altri Slam, il tedesco a Wimbledon 1985 e lo svedese a Parigi 1982.
Ma in teoria i record di precocità saranno sempre battibili, da quello di Tracy Austin (nata nel dicembre 1962) che vinse il suo primo torneo (Portland)a 14 anni e 28 giorni, ma pur avendo uno Slam, loUS Open ‘79 a 16 anni e 9 mesi, non è la più giovane vincitrice di uno Slam: è invece Martina Hingis – nata il 30 settembre 1980 – che vinse l’Australian Open nel gennaio ’97 e aveva quindi 16 anni e 4 mesi, in un anno in cui vinse tre Slam su quattro, tutti fuorché il Roland Garros perso in finale. Tutto ciò prima di aver compiuto 17 anni!
Monica Seles vinse il Roland Garros a 16 anni e 6 mesi: (e poiché quello fu l’unico Slam mancato dalla Hingis sedicenne) il record di precocità parigina appartiene alla tennista serba di Novi Sad. Arantxa Sanchez che vinse Parigi nell’89, lo stesso anno di Michael Chang, è decisamente lo Slam più sorprendente nell’esito dei 160 ai quali ho assistito: è nata nel dicembre ’71 e era anche lei, come il “cinesino” d’America, diciassettenne. 17 anni e 6 mesi, per l’esattezza, due mesi più di Michelino. Per chiudere, Billie Jean King ha vinto un torneo a Birmigham a 39 anni, 7 mesi e 23 giorni.
ULTIMA TRANCHE DI RECORD IMBATTIBILI
Evonne Goolagong, a 29 anni nel 1980, è stata la prima mamma a vincere uno Slam in Era Open, la prima dai tempi della Chambers nel 1914, ma direi che Kim Cljisters è stata la prima mamma a vincere due Slam, un record che difficilmente Serena Williams potrà battere, idem Vika Azarenka, però mai dire mai.
Un quasi-record imbattibile è quello delle sorelle Williams. Entrambe sono state n.1 del mondo. Come è quasi imbattibile quello delle tre sorelle bulgare Maleeva: Manuela, Katerina, Magdalena, tutte e tre sono state top 10! Non si può escludere che nascano da qui al 3000 e anche dopo, due sorelle n.1 del mondo, o 3 sorelle top 10, ma va detto che è abbastanza improbabile.
Un record molo particolare è anche quello di Ashleigh Barty: ha vinto un solo Slam, Parigi 2019, e dopo aver giocato l’ultima partita il 28 febbraio perdendolo con Kvitova in Qatar, ancora oggi senza essere più scesa in campo è n.1 del mondo! Mai successo prima.
Ho tralasciato volutamente altri record, gran parte dei quali detenuti da Roger Federer, sul numero dei match vinti: il dato ultimamente è stato “inquinato” dall’inclusione dei match vinti nella Laver Cup, e lo considero un vero scandalo cui l’ATP non avrebbe mai dovuto piegarsi – di conseguenza le 1000 celebrate vittorie di Nadal non sono 1000 a mio parere! Ci sono poi i quarti di finale e le semifinali conquistate consecutivamente negli Slam dallo svizzero, perché lì si entrerebbe troppo nei dettagli e anche se potrebbero valere “tecnicamente” perfino più dei Major vinti, non restano storicamente impressi come altri record. Quindi ho evitato di addentrarmi nei record relativi a match più lunghi, più corti, durate, numero di game, ace, doppi falli, e altre statistiche ‘minute’. Se siete appassionati di questi numeri, leggete la nostra serie di articoli sui dati nel tennis.
Restano poi le “imprese” soggettive, magari riconducibili a qualcosa cui si è assistito e che ci sono rimaste impresse. Per esempio io non ricordo di aver visto un altro match nel quale un giocatore che ha poi vinto il torneo abbia cancellato 10 match point sul servizio avversario (su 11 annullati in totale) al suo avversario di primo turno: ma come posso dimenticare che Panatta riuscì a farlo con Kim Warwick al Foro Italico nel ’76? Non so se è un vero record, probabilmente per la storia del tennis no – anche se in Era Open nessuno ha fatto meglio – ma per me sì! Per onore di cronaca, il record all time di match point salvati sembra appartenere a Wilmer Allison che in un match di Davis del 1930 ne annullò ben 18 all’italiano Giorgio De Stefani.
Però gli 82 match vinti da John McEnroe nel suo magico 1984 a fronte di tre sole sconfitte (Lendl, Amritraj, Sundstrom), meritano certamente una citazione. Quest’anno a un certo punto Djokovic sembrava in grado di batterlo – anche se era un anno dimezzato dal Covid-19 – finché gli è scappata quella maledetta palla all’indirizzo della malcapitata giudice di linea e poi… buonanotte suonatori, anche Lorenzo Sonego è stato capace di metterlo KO. Che per altro, questo è un record negativo per Nole, è stata la sua peggior sconfitta di sempre in termini di punteggio.
Ho trascurato anche i record dei doppisti, i record di sponsor per certi giocatori, e quelli dei premi in soldi perché dietro all’inflazione non sono in grado di correre e perché non mi fido troppo delle relative classifiche stilate da Forbes et similia. I proventi da esibizioni, federazioni, sponsor (decurtati dalle percentuali spettanti ai manager) non sono certificabili accuratamente da nessuno.
Di sicuro mi sono dimenticato o ho trascurato altri record, imbattibili e non, ma potete sempre aggiungerli voi. Intanto spero abbiate passato qualche minuto di piacevole ripasso storico. Non dico lettura, che mi parrebbe troppo presuntuoso. Ad maiora dunque. E buona estate tennistica australiana a tutti: ormai ci siamo.
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Errata corrige – in una precedente versione dell’articolo era stato erroneamente pubblicato che il record mondiale del salto in lungo di Beamon era stato ottenuto al Sestriere, non a Città del Messico.
Ringraziamo i lettori per la segnalazione.