[11] D. Shapovalov b. J. Sinner 3-6 6-3 6-2 4-6 6-4
Un set e mezzo di brillantezza offerta da Jannik Sinner che, pur riprendendosi con chissà quali forze e rimandando al quinto la sconfitta da grandissimo lottatore, deve arrendersi alla distanza a Denis Shapovalov. Il diciannovenne di Sesto non è riuscito ad approfittare appieno della propria superiorità nella prima ora abbondante di gioco, facendo sì suo il primo parziale ma non riuscendo a portarsi in vantaggio nel secondo, subendo allora il rientro dell’avversario al primo piccolo calo d’intensità.
Un calo viepiù evidente da mettere in conto dopo l’impegno della settimana precedente – che poi parliamo del giorno prima – con qualche strascico polemico da parte di alcuni appassionati e addetti ai lavori. Non è però un caso se i più forti non giocano mai nei giorni precedenti lo Slam e certo modificare l’orario non sarebbe stato corretto nei confronti degli avversari che, in caso di vittoria, si sarebbero ritrovati a dover disputare un secondo match tre su cinque senza il giorno di riposo. Anche il finalista Stefano Travaglia ha perso questo lunedì, ma non ha avuto problemi Felix Auger-Aliassime, anche perché lui non gioca davvero le finali.
Tornando a Jannik, oltre alla prova convincente dei primi due set, ulteriore conferma del livello di cui è capace, fa vedere una volta di più la volontà di lottare fino alla fine e di non arrendersi neanche quando le forze lo hanno quasi completamente abbandonato, riaprendo un match ormai finito e rischiando addirittura un capovolgimento finale che avrebbe avuto del miracoloso. Un plauso naturalmente anche a Shapovalov, aiutato tantissimo dal servizio da sinistra, al cui slice che mandava lontanissimo Jannik ha saputo alternare precise botte centrali.
SI COMINCIA – Sono passate poco di 24 ore, ma il titolo di Melbourne 1 sembra lontanissimo. Ed è un bene, nel senso che la fatica per mettere le mani su quel trofeo e il relativo tennis decisamente lontano da quello migliore sono dimenticati. Sinner entra in campo centrato con ben chiaro in testa il piano tattico. D’altra parte, quando quello che sai fare meglio, vale a dire tirare forte e profondo con grande solidità e muovendo l’avversario, coincide con la cosa giusta da proporre contro Shapovalov, parti con un buon vantaggio. Certo, bisogna fare i conti con le invenzioni del mancino e le sue tante soluzioni che, se usate con intelligenza nelle giornate di particolare fiducia, sono potenzialmente devastanti.
Ma il numero 12 del mondo è ancora lontano dal riuscire a dare continuità a lungo termine al suo gioco. Anzi, dopo aver assaporato la top 10 lo scorso settembre, arriva a questo incontro con un bagaglio di sei sconfitte consecutive. Sinner, invece, dieci vittorie di fila che valgono due titoli. Al secondo gioco, due gran vincenti e una bella risposta profonda aprono a Sinner la strada del 2-0. Denis è in grande difficoltà quando non entra la prima palla, sarà del 30% la trasformazione della seconda nel parziale e deve ricorrere all’ace centrale per cancellare la palla dell’1-5. Ma non basta perché gli errori di dritto si susseguono mentre Jannik procede come un treno senza concedere opportunità quando è in battuta e il primo set va a referto per 6-3.
OCCASIONI MANCATE E GIRA – La sofferenza canadese continua in apertura di seconda partita, ma è bravo Denis a salvarsi tre volte e una quarta pochi minuti dopo. Le occasioni mancate non spostano ancora l’inerzia, anche perché Shapo alterna giocate spettacolari con accelerazioni devastanti a veri e propri regali anche e soprattutto sotto l’aspetto mentale, per esempio mancare il campo rispondendo a una seconda vanificando così la carica del vincente appena giocato o, comunque, la situazione di punteggio interessante e ridando tranquillità all’azzurro. Sinner vince pure uno scambio giocato benissimo dal ragazzo con il cappellino al contrario che si era presentato a rete dietro a un delizioso e solo all’apparenza letale slice di dritto e salva un quarto gioco in cui sono arrivate le prime vere difficoltà.
Il ritmo è sempre altissimo, ci si diverte. Progressivamente, però, non arrivano più punti diretti con la battuta azzurra, la resa della prima scende; Shapo trova continuità anche con la risposta e approfitta di un paio di imperfezioni per allungare all’ottavo game e restituire il 6-3 nonostante il doppio fallo iniziale in un gioco in cui, di nuovo, Jannik non è stato ineccepibile. Gli incontri della settimana precedente cominciano a farsi sentire, i piedi perdono rapidità, la lucidità non è quella iniziale.
SI SOFFRE – Il match ora è in equilibrio, entrambi faticano a tenere i servizi. Come all’inizio del secondo set, Denis esce di nuovo indenne da un lungo turno di battuta con tre palle break, non un segnale incoraggiante. Con un po’ di fortuna e non senza la complicità di Jannik, Shapovalov vince un punto determinante nel bilancio di un quinto gioco in cui dimostra di riuscire a tenere il ritmo con più continuità. Risalito da 15-40, Sinner fallisce però un non semplicissimo smash al rimbalzo e si consegna con il doppio fallo. La prima battuta non fa più male, le gambe sono meno reattive e la palla perde pesantezza e precisione. Arriva addirittura un secondo break a testimoniare il completo ribaltamento delle forze in campo, sottolineato anche da quei 3 vincenti di Jannik a fronte di 15 unforced, mentre il saldo dell’altro è 12-13.
NON È FINITA FINCHÉ… – Il doppio fallo con cui cede il terzo game del quarto set ha il sapore amaro della resa. Shapo va 3-1, ormai è in discesa. E invece no: reazione clamorosa di Sinner che si riappropria del break e mette in fila tre giochi. Potrebbero essere quattro perché iniziare in vantaggio il gioco di risposta avrebbe insinuato dubbi e timori nella testa canadese, ma la volée è proprio qualcosa che ancora non gli appartiene; a completare il rimpianto (dei tifosi, non di Jannik che non crede nell’importanza della singola giocata), la palla break arriva comunque, ma Denis la salva bene come al solito (17 su 20 quelle annullate a fine match). Non altrettanto bene, però, si comporta quando serve per restare nel set: la micidiale curva mancina che lo abbandona si somma a quel “relitto” dell’avversario che si è rimesso a correre come un atleta diciannovenne per uno 0-40 che diventa set Sinner dopo la suspense di un nastro sfortunato e una decisione poco saggia a vanificare le prime due chance.
RESPIRIAMO – Mentre gli Wham cantano Freedom, l’arbitro non lascia libero Denis di andare in bagno finché non arriva un adulto ad accompagnarlo; nel frattempo arrivano per lui il fisioterapista e MTO.
QUINTO SET – Nonostante diverse opportunità per chiudere il game, Jannik parte cedendo la battuta: davvero un peccato perché avrebbe caricato di pressione Shapo che peraltro ha giocato con aggressività; Si affida poi allo slice esterno per evitare l’italico rientro sul 2 pari. È sempre quella battuta, seguita da un rovescio in salto nel campo aperto, a risolvere un sesto gioco che Denis si stava complicando da solo. In riserva praticamente da ore, Jannik la rende dura a Shapo anche al momento della verità, il 5-4. Dopo il match point annullato con la risposta nei piedi che frustra il tentativo di serve&volley, non può mancare la palla 5 pari offerta dal doppio fallo, sulla quale c’è però poco da fare: servizio esterno, dritto dall’altra parte per un passante impossibile. Denis non tira indietro il braccio, continua a spingere e chiude al secondo match point con il vincente lungolinea di dritto.
Un grande incontro, al netto delle pause di un Sinner prevedibilmente stremato e di uno Shapovalov il cui spirito lo porta inevitabilmente a qualche esagerazione non strettamente necessaria. Al prossimo turno troverà Bernard Tomic, vittorioso di Sugita che si è ritirato nel corso del terzo set.