L’eliminazione della campionessa in carica, Sofia Kenin, dall’Australian Open 2021 ha certamente scosso questa quarta giornata di gioco. Al di là del valore dell’avversaria, quella Kaia Kanepi che in carriera ha comunque raggiunto sei volte i quarti di finale di uno Slam e in tre tornei su quattro peraltro (le manca per l’appunto solo l’Australian Open), che ha battuto 13 top ten (inclusa la vittoria odierna) e che vanta un best ranking di numero 15, la sconfitta è comunque molto sorprendente. Più che altro perché Kenin è apparsa in completa balìa della situazione, della pressione di dover vincere a tutti i costi, per dimostrare che no, quel titolo l’anno scorso non lo aveva vinto per caso.
In conferenza stampa, Sofia inizia da subito a dipingere il quadro a tinte fosche della partita appena conclusa, girando lei stessa il coltello (o il pennello, se vi va di continuare la metafora della pittrice) nella piaga. “Sentivo che non ero lì, la mia testa non era lì. Non voglio togliere alcun merito a lei, ha giocato bene sui punti importanti. Ho avuto delle occasioni ma non le ho sapute sfruttare e so anche il motivo, ovvero perché i nervi hanno avuto la meglio su di me“.
“Mi sentivo come se tutti mi stessero chiedendo ‘vorresti vincere ancora? Ti ci vedi lì fuori a vincere di nuovo?’. Ovviamente sì. Ma nel modo in cui ho giocato oggi, no” continua Sofia in lacrime. Le difficoltà viste in campo si dispiegano ancora più manifestamente ora da dietro il desk della sala conferenze, parola dopo parola, come se diventassero realmente tangibili per la prima volta. “Sapevo che non sarei riuscita a gestire davvero la pressione. Ovviamente non sono abituata a questo, quindi devo solo capire come giocare al livello a cui posso giocare. Perché oggi semplicemente non c’ero”.
Il problema è davvero solo mentale, perché Kenin stessa ci tiene a ribadire di essere rimasta soddisfatta del suo livello in allenamento. “È assurdo. Mi sono allenata due settimane, ho avuto la fortuna di poterlo fare. Mi sentivo bene in allenamento, ma semplicemente non sono riuscita a replicare quelle sensazioni in partita“. Insomma il tennis, il fisico, tutto sembrava a posto per iniziare nel migliore dei modi, ma una volta in campo né l’uno né l’altro hanno risposto presente.
Eppure l’anno scorso questo fardello non sembrava opprimerla, nel corso della stagione la vittoria a Melbourne non dava l’impressione di averla condizionata in negativo, anzi. Sofia ha infatti vinto il torneo di Lione, ha raggiunto gli ottavi allo US Open e soprattutto la finale al Roland Garros. Quando le viene fatta notare questa cosa, Kenin, sorpresa anch’essa, cerca di trovare una risposta. Forse è il luogo, l’Australia stessa, la trasferta, ad aver riportato tutto a galla. “A Parigi è andata bene. Avevo pressione addosso anche lì, ma non come qui. Penso che il viaggio in Australia fosse qualcosa che avevo sempre negli occhi, qualcosa a cui puntavo. Sapevo che avrei avvertito la pressione, le emozioni, il nervosismo, tutto insieme. Lo swing australiano ha decisamente avuto la meglio su di me“.
In piena confusione, Sofia non vuole pensare al resto della stagione, almeno per il momento. “Non ne ho idea. So che c’è un 250 che inizia sabato, poi un altro 500 dopo l’Australian Open. Non so davvero cosa farò, devo cercare di capirlo“.