C’è andato relativamente vicino, Taylor Fritz. Magari non proprio vicinissimo, ma aver portato al quinto set Novak Djokovic all’Australian Open – pur uscendone sconfitti – non è certo un risultato che molti possono vantare. A facilitare il compito a Fritz ha indubbiamente contribuito l’infortunio patito da Nole quando già era avanti di due set a zero. “È stato un incontro equilibrato” racconta Fritz ricordando le occasioni non sfruttate sia all’inizio sia una volta recuperato lo svantaggio nel primo parziale. “Ma poi lui è stato bravissimo nel tie-break”. Un po’ meno lo è stato Taylor che, con due errori nei primi suoi due turni di battuta, ha permesso a un avversario peraltro impeccabile di prendere il largo. Sfuggite le possibilità di riagguantarlo nel secondo set, “c’è stato quel contropiede, è scivolato e io ho ovviamente vinto il terzo e il quarto. Poi” aggiunge sorridendo, “lui mi è sembrato decisamente a posto”.
Anche questa non è stata la volta buona per arrivare finalmente al traguardo degli ottavi in uno Slam: “Ho lottato davvero duro e lo volevo davvero tanto, ma devo dare il giusto merito: lui è stato davvero bravissimo nel quinto, nulla di simile al terzo o al quarto. Fa schifo arrivarci così vicino. Di nuovo”. Il riferimento non può non essere alla sfida con Shapovalov allo scorso US Open.
Cos’è cambiato allora nel quinto set? “Ha servito in modo incredibile” spiega il ventitreenne californiano. “Tirava due prime e a malapena ne sbagliava una, centrando gli angoli, colpendo più forte e veloce rispetto agli altri set. E avevo anche più pressione nei suoi game di servizio perché nei miei mi entrava sulla risposta, sceglieva una direzione e, se la indovinava, polverizzava la pallina. Nel terzo e nel quarto faceva degli errori, ma nel quinto spaccava la palla senza sbagliare. Ho sentito di non avere alcuna possibilità. È stato davvero difficile reagire quando all’improvviso ha iniziato a muoversi velocissimo e a giocare molto meglio, avrei dovuto prevederlo. Ma immaginavo che, se fosse stato davvero tanto infortunato, non avrebbe continuato a giocare. Sapevo che sarebbe tornato forte nel quinto”.
Una cosa però è aspettarsi quel ritorno, un’altra è la nota difficoltà di gestire un match quando l’avversario è infortunato e mostra palesi segni di sofferenza. “Penso che abbiate tutti visto l’incontro, sembrava che fosse in grande difficoltà nel terzo e nel quarto, ma nessun problema nel quinto. Sembrava a posto. Siamo onesti. Forse ha tenuto duro, ma sono felice per lui per essersi ripreso così bene e che si senta molto meglio”.
Sentiamo allora cosa ne pensa Fritz di quelle urla di Novak a fine match e del suo comunicato secondo il quale è piuttosto sicuro di avere uno strappo muscolare. “Non so. Ho perso, ero arrabbiato. Vediamo cosa succede. Non sembrava a posto in quei due set e nel quinto si muoveva bene e giocava bene. Vedremo se giocherà come ha giocato nel quinto set. Non vedo perché non dovrebbe giocare. È facile che batta più o meno tutti. Riguardo alle sue grida, io ho cercato di non esagerare e non urlare negli ultimi tre set per rispetto perché pensavo che fosse infortunato. Ma ovviamente ha significato molto per lui, quindi sono felice per lui”.
Imbeccato da un giornalista serbo, Taylor offre il suo parere sulla “forza mentale” dei Big 3: “Desiderio, passione, volontà. E non penso che sia qualcosa che loro hanno sviluppato: penso ci siano nati. Semplicemente, sono costruiti in un modo differente. Anch’io ho la stessa passione e il desiderio, ma non importa quanto uno lo voglia se non sei migliore dell’altro. Loro hanno qualcosa di diverso ed è quello che fa di qualcuno un campione”.
La sfida tra i due è stata caratterizzata anche da un altro episodio: a causa dell’imminente coprifuoco, il pubblico è stato fatto uscire proprio prima del set decisivo. L’opinione di Taylor è decisa: “Non dovrebbe succedere in uno Slam. Capisco che la Victoria stia tornando al lockdown e le persone debbano andare via. In questo caso, non avremmo dovuto giocare questa sera non potendo terminare l’incontro in tempo. Non che abbia davvero influito – beh, immagino che non avere spettatori mi abbia fatto male perché mi sostenevano. Ma avevo comunque vinto il set. Non è stato così importante, però penso che non siano le condizioni giuste per giocare un terzo turno in un torneo dello Slam“.