Preparare uno Slam con quattordici giorni di quarantena non è certo una cosa facile e il corpo in qualche modo rischia di risentirne. Prima che iniziassero gli Australian Open era stato Rafa Nadal a lamentarsi per degli inaspettati dolori alla schiena e adesso lo stesso problema è capitato a Grigor Dimitrov. Ma se il maiorchino col passare dei giorni è riuscito a gestire il problema e andare avanti nel torneo, al bulgaro è toccata tutt’altra sorte: tempo per curarsi non ce n’era e Aslan Karatsev ne ha approfittato superandolo in quattro set nei quarti di finale.
“Non c’è motivo di nasconderlo, ieri inaspettatamente mi sono venute delle fitte alla schiena e non siamo riusciti a risolvere il problema in tempo, tutto qui“ ha esordito Dimitrov in conferenza stampa visibilmente amareggiato. “Non è successo durante l’allenamento, stavo solo facendo dei classici movimenti. Oggi l’ho sentito all’inizio del match, è aumentato sempre di più e non si fermava. Ma basta parlare di me, è la sua giornata. Io devo solo accettare la cosa e andare avanti”.
L’infortunio è capitato proprio nel momento peggiore per Dimitrov, che finalmente sembrava aver ritrovato un po’ di continuità. “Avevo la sensazione di star facendo le cose nel modo giusto. Ero molto positivo e ottimista verso ogni cosa, le condizioni di gioco, l’avversario. […] Mi sentivo alla grande, non mi aspettavo proprio una cosa del genere. A dir la verità era una delle prime volte che mi sentivo così bene in uno Slam. Non avevo perso un set, mi stavo muovendo bene. Sentivo che finalmente tutti i pezzi si erano messi al loro posto senza dover fare uno sforzo extra. Non so che altro dire, fa schifo finire così. Questo è lo sport, non si può mai sapere. Per questo ho rispetto per il mio avversario, perché mi ha visto acciaccato e ha continuato a fare quello che doveva fare fino alla fine. Tutto qui”.
Il profondo rispetto che il bulgaro ha per Karatsev è emerso anche nelle domande successive. Dimitrov, su richiesta dei giornalisti, ha continuato a spiegare tutte le difficoltà affrontate in queste ore a causa dei dolori alla schiena: “Oggi prima del match non riuscivo neanche a mettermi i calzini, l’adrenalina mi ha fatto andare avanti“ ha persino confessato. Ma ha sempre voluto concludere le sue risposte con una parola di apprezzamento per il russo: “Io sto riconoscendo il fatto di aver avuto difficoltà nel giocare, ma per favore, date credito a lui per la sua vittoria. Voglio enfatizzare che si tratta della sua giornata“. Entrando più nello specifico sul traguardo del n. 114, Dimitrov ha aggiunto: “Non sono sorpreso, non lo sono mai quando vedo cose di questo tipo in momenti del genere. Lui deve godersi il risultato, è un gran giocatore. Ha lavorato bene se si trova dove sta adesso”.
La conferenza stampa è proseguita poi con un’ammissione di colpe – se di colpe si può parlare – da parte del bulgaro sul perché non abbia lasciato il campo prima, o sul perché non abbia almeno anticipato l’intervento del fisioterapista. “Non mi piace abbandonare, non mi piace ritirarmi. Lo so di star causando più danni a me e al mio team agendo così, ma sono testardo. Questo significa essere competitivi; non lo so, sto ammettendo i miei difetti. Quando sei in campo certe volte non pensi in maniera corretta, lineare, e in quel particolare momento nel match oggi io non volevo arrendermi. Non potevo arrendermi“.
Infine c’è stato spazio per una nota positiva a conclusione di un torneo tutto sommato più che positivo per il n. 21 del mondo, a partire dai rapporti col nuovo allenatore Christian Groh. “Ora sento di avere attorno a me un grande team, ho passato delle buone settimane con il coach. Dovrò riuscire ad essere molto oggettivo e vedere cosa ho fatto bene e cosa male. Questo non è un periodo facile per nessuno e preparare un torneo può essere molto stressante. Devo raccogliere tutte le cose positive da questo torneo e ingoiare quello che è successo alla fine. Non restare a testa bassa e commiserarmi. Oggi sono stato sfortunato. Ovviamente sono frustrato ma non devo impantanarmi in questo stato d’animo”. Il piano per il futuro a breve termine è già chiaro: “Prendermi qualche giorno di riposo per poi tornare di nuovo a galoppare”.