La finale femminile dell’Australian Open 2021 vede affrontarsi la testa di serie numero 3 Naomi Osaka e la numero 22 Jennifer Brady. Il bilancio dei precedenti vede la nipponica in vantaggio per due a uno, con la vittoria della Brady che risale addirittura alla stagione 2014, mentre l’ultimo incontro è quello della semifinale di Flushing Meadows dello scorso settembre, portato a casa dalla futura campionessa del torneo in tre set.
I bookmakers sono concordi nell’individuare Osaka come favorita, mediamente a quota 1,20, in virtù del tennis mostrato finora, a tratti impressionante, e del record di tre vittorie su altrettanti finali slam giocate (una proprio a Melbourne due anni fa e due allo US Open); lei stessa ha dichiarato che preferisce giocare queste partite in cui la pallina ‘scotta’ e che le riesce più facile dare il meglio in quanto “le persone non ricordano gli sconfitti”. Imbattuta in questo 2021, durante il torneo è stata in seria difficoltà solo negli ottavi di finale contro Garbine Muguruza, sconfitta 7-5 al terzo set rimontando da 3-5 15-40, mentre sono state spazzate via abbastanza agevolmente Pavlyuchenkova, Garcia, Jabeur, Hsieh e per ultima Serena Williams, tutte in due set: vale infatti solo 1,60 per Snai il successo della giapponese in due set, mentre paga 3,85 il punteggio di 2-1.
La vittoria di Jennifer Brady è quotata 4,80 da Bet365, con la venticinquenne americana che cerca di proseguire il suo momento d’oro: dopo lo stop causa pandemia ha portato a casa il primo titolo WTA a Lexington e la semifinale allo US Open, e con questa finale raggiunge il suo top ranking alla tredicesima posizione mondiale. Nel corso del torneo, dopo aver facilmente battuto Bolsova, Brengle, Juvan e Vekic, ha faticato un po’ di più per avere la meglio sulla connazionale Jessica Pegula e poi in semifinale su Karolina Muchova. Jennifer ha ammesso che sarà emozionatissima, ma può darle fiducia il fatto che nelle ultime venti finali slam sono state ben nove le vincitrici al debutto, di cui due proprio a Melbourne, ossia Angelique Kerber nel 2016 e Sofia Kenin l’anno scorso; l’unica debuttante sconfitta negli ultimi cinque anni è stata Karolina Pliskova (che perse da proprio da Kerber a Flushing Meadows 2016), insieme chiaramente alle tre che affrontavano a loro volta altre novelline (nella finale tutta tricolore Pennetta-Vinci del 2015, seguita sempre allo US Open dal derby Stephens-Keys del 2017, fino a Barty-Vondrousova del Roland Garros 2019); curiosamente a Wimbledon non si è mai verificato negli ultimi cinque anni che ci fosse una neo-finalista.
Luca Chito