Daniil Medvedev ha raggiunto la sua seconda finale Slam in carriera eliminando Stefanos Tsitsipas con il punteggio di 6-4 6-2 7-5 in due ore e nove minuti. Sesta vittoria in sette precedenti per lui contro il greco (e ventesima di fila, di cui 12 contro Top 10) che gli permette di conquistare la seconda finale Slam in carriera, la prima in Australia; domenica affronterà Djokovic per cercare di vincere il suo primo Major e per salire al secondo posto della classifica mondiale. Al di là di un passaggio a vuoto nel terzo set, il russo ha sempre avuto in mano la partita: 88 percento di punti vinti con la prima, 46 vincenti a 19 e 17 ace.
“Sono contento di stare scrivendo il mio libro dei record, anche se ovviamente non è paragonabile a quello di Rafa, Roger o Nole”, ha detto della sua attuale striscia di vittorie, mentre sulla partita di domenica ha commentato: “Ho tratto grande esperienza dalla finale persa con Rafa, se dovesse andare per le lunghe almeno ci sarei già passato; io non ho grande pressione domenica, lui non ha mai perso una finale a Melbourne, quindi ha più da perdere rispetto a me, e credo di aver dimostrato di poter battere i più forti quando gioco bene“.
L’ultimo confronto (l’unico vinto dal greco) non era recentissimo, alle Finals del 2019, torneo che poi Tsitsipas vinse; la loro rivalità ha peraltro vissuto dei momenti decisamente ignei, in particolare a Miami 2018, quando qualche parola di troppo di Stefanos in russo (lingua che conosce in virtù dell’origine della madre) non venne presa bene dall’avversario.
Guardando proprio le ultime due sfide fra i due (Shanghai e Master 2019) si profila un confronto spesso deciso su pochi punti e negli scambi brevi, in cui era emerso vincitore chi era riuscito a crearsi qualche opportunità in più in risposta, sempre nei punti rapidi: nel 1000 cinese, Medvedev aveva vinto 39-4 nei punti giocati sotto i tre colpi sul suo servizio, mentre Tsitsipas ne aveva fatti “solo” 38 su 50 – in quella partita, peraltro, il russo aveva messo 12 prime su 12 sui game point, dando pochissime chance all’avversario di rientrare; a Londra, invece, nel blitzkrieg il greco aveva prevalso per 31-6 dietro alla propria battuta e fatto 10 punti su 43 in risposta.
Prima di oggi, Tsitsipas era stato probabilmente il miglior servitore del torneo (82 percento di punti vinti con la prima, 64 con la seconda prima di questa partita) ed è notoriamente diventato il terzo giocatore a rimontare due set a Nadal, il secondo negli Slam dopo Fognini. Medvedev, dal canto suo, veniva dalla netta vittoria su Rublev e nel corso del torneo ha sconfitto la maledizione del quinto set durante lo psicodramma con Krajinovic: prima del bagel rifilato al serbo al terzo turno, Daniil non aveva mai vinto un set decisivo (zero su sei).
Da un punto di vista meramente tecnico, pareva necessario per Tsitsipas fare tanti punti con il servizio (contro un avversario che aveva fatto il 37 percento di punti contro la prima fino ad oggi) e stare lontano dalla diagonale di sinistra, perché se Medvedev il rovescio semipiatto del N.4 ATP può creare non pochi grattacapi al suo colpo arioso. Non va dimenticato poi che il greco veniva da oltre quattro di battaglia con Nadal ed era improbabile che avesse le forze per uno scontro d’attrito su un colpo che Daniil non sbaglia praticamente mai, come dimostrato dalla minore durata media dei suoi scambi (4,3 contro i 4,6 del russo nel torneo).
Questa chiave tattica emerge anche dagli ultimi due precedenti, in cui Medvedev aveva colpito un numero simile di dritti e rovesci, mentre per Tsitsipas il rapporto era stato di due a uno circa in favore del dritto; allo stesso tempo, a Londra gli scambi dal centro erano stati molti di più, con un Medvedev molto meno propositivo nei colpi lungolinea e anomali, cosa che aveva dato modo al greco di colpire più sovente da fermo, fondamentale soprattutto dal lato del rovescio per lui.
PRIMO SET – Entrambi hanno iniziato mettendo in campo molte risposte, ma senza riuscire a crearsi particolari opportunità. Tsitsipas ha servito quasi sempre al dritto di Medvedev, che ha una preparazione decisamente più elaborata rispetto al rovescio, mentre il russo ha preferito andare al centro da entrambi i lati, spingendo un po’ di più anche la seconda per testare i riflessi del più giovane. Non benissimo con il dritto in corsa Medvedev all’inizio, mentre le imprecisioni del greco sono arrivate principalmente con il dritto dal centro (una chiave importante, come visto). Appena ha smesso di entrare la prima (ne aveva messe 11 delle 13 iniziali), però, sono iniziati i problemi per Stefanos, anche perché come Medvedev soffre poco le traiettorie al corpo usate dal greco per i servizi più carichi (6/11 sulla seconda al corpo a Shanghai, 11/17 alle Finals): nel quinto gioco, una risposta di dritto di Daniil, profonda e centrale, ha fruttato una palla break, ma Tsitsipas ha trovato la prima al centro; il russo ha però vinto lo scambio successivo salendo benissimo sulla pallina trovare il rovescio vincente lungolinea, stesso colpo che gli ha procurato il break subito dopo, 3-2 e servizio.
Il greco ha sentito la necessità di spingere la seconda, perché Daniil ha vinto il 60 percento dei punti su quel colpo nel set, e ha continuato a essere dominato sulla diagonale di rovescio (+4 il saldo del N.4 ATP, -6 quello del greco), e pur riuscendo a rimanere a contatto non è riuscito ad imbastire molto in risposta: Medvedev è salito a doppio set point con un’altra prima al centro, e, sebbene Tsitsipas sia riuscito ad attaccare la seconda dell’avversario salvando le prime due e sebbene un doppio fallo ne abbia cancellato un terzo, un ace e un’altra prima vincente gli hanno dato il set dopo 40 minuti – cinque ace e 16 su 18 con il colpo per lui nel parziale.
SECONDO SET – Nonostante qualche ulteriore incertezza iniziale con il dritto (soprattutto lungolinea), Medvedev ha continuato a martellare con la battuta, mentre Tsitsipas non è riuscito a trovare punti rapidi al servizio, andando ai vantaggi nei suoi primi due turni: nel terzo game, neanche un pubblico un po’ troppo partigiano in suo favore ha avuto modo di far perdere il focus a Daniil, che dopo averlo fiaccato sulla diagonale di rovescio l’ha sorpreso con il dritto anomalo per salire a palla break, chiudendo lo scambio successivo con un enfatico lungolinea a 158 all’ora, 2-1 e servizio. Dei 19 scambi sopra i quattro colpi giocati nei primi sei giochi del set, ben 15 hanno avuto luogo sul servizio di Tsitsipas, con Medvedev che ha vinto i cinque andati oltre gli otto colpi.
Nel settimo gioco Tsitsipas ha cercato di scendere a rete per uscire dallo scambio, ma Medvedev l’ha punito due volte con il passante di rovescio (un vincente lungolinea e un cross fra le stringhe), succhiandogli definitivamente l’anima con una risposta vincente di dritto inside-in del 5-2. Nel parziale il russo ha iniziato a fare con molta più frequenza anche sulla prima dell’avversario (nonostante questa non sia scesa né di velocità né di precisione), diventando sempre più opprimente prima di chiudere il set tenendo a zero con l’undicesimo ace dopo 76 minuti.
TERZO SET – Se possibile, il rendimento di Medvedev è persino salito, dandogli la palla break immediata con tre vincenti molto spettacolari (un rovescio lungolinea, un passante stretto e un dritto in corsa al termine di uno scambio prolungato) prima dell’errore di rovescio di uno Tsitsipas sempre più scorato. Proprio quando il match sembrava non avere più molto da dire, però, è arrivata la sorpresa. Nel quinto gioco Tsitsipas (molto più aggressivo con discese e seconde più rapide rispetto all’inizio di 10 km/h) è riuscito a rimanere vicino all’avversario, salvando due palle break non consecutive con il servizio (un vincente e un ace, entrambi esterni), e Medvedev si è improvvisamente innervosito (un po’ per un mezzo diverbio con Apostolos, un po’ per il pubblico, un po’ per Tsitsipas che gli ha fatto ritardare i tempi fra i servizi dandogli le spalle) ed è diventato impreciso con la prima, dando il contro-break al greco sul 3-3 con un doppio fallo e a un dritto lungolinea in rete.
Il russo ha continuato a disunirsi, commettendo qualche errore di troppo (soprattutto nelle volée) mentre Tsitsipas ha trovato qualche buona risposta anticipata di rovescio (quattro vincenti/forced error con il monomane nel parziale contro gli… zero dei primi due), procurandosi una palla per andare a servire per il set. Medvedev si è ripreso in tempo, ritrovando la prima e tenendo per il 4-4, e nel turno successivo è rientrato dallo 0-30 grazie alla prima, prima di salire 0-40 nell’undicesimo grazie a due passanti e a un vincente di dritto; Tsitsipas ha salvato la prima palla break con lo smash, ma si è dovuto arrendere su un incredibile passante di rovescio lungolinea dell’avversario, che ha celebrato il punto in maniera più vocale (e polemica) del solito, riportando alla mente la sua maschera da cattivo designato allo US Open del 2019. La chiusura è arrivata rapidamente, con una seconda potente chiusa con il rovescio in avanzamento.
“Mi sono un po’ spaventato, nel terzo sembrava che la partita stesse prendendo la stessa piega del suo match contro Rafa!“ ha detto il vincitore. “In fondo non ho giocato tante semifinali Slam, credo che sia comprensibile non essere nervoso. Non ho una formula per quando sono in difficoltà o per quando ho paura, cerco solo di giocare il meglio possibile. Mi sono accorto presto che negli scambi lunghi e nei colpi in corsa lui andava in difficoltà“.
Avremo dunque una finale fra quelli che probabilmente sono i due giocatori più forti al mondo in questo momento. I confronti diretti dicono 4-3 Nole (1-0 negli Slam, proprio in Australia due anni fa, 2-0 nel tre su cinque), ma Medvedev ne ha vinti tre degli ultimi quattro, compreso quello delle ultime Finals, un doppio 6-3 senza temi di smentita. Sedicesima finale in carriera dunque per il russo (nove titoli finora), che in caso di vittoria contro il serbo salirebbe al N.2 ATP (si è già assicurato la terza piazza per la prima volta in carriera) diventando il primo non-Fab Four a raggiungere il secondo gradino del podio del maschile dal 2005.