[1] N. Djokovic b. [4] D. Medvedev 7-5 6-2 6-2
Sembrava che potesse essere una finale storica, quella dell’Australian Open 2021, quella del possibile cambio della guardia: si è trasformato nell’ennesimo assolo del signore di Melbourne. Novak Djokovic conquista il nono titolo sulla Rod Laver Arena annichilendo un Daniil Medvedev sconcertante per larghi tratti del match. Lui che veniva da 20 vittorie consecutive è stato nel match sostanzialmente per 20 minuti, o poco più, dopo che Djokovic gli aveva gentilmente offerto un contro-break dopo un vantaggio di 3-0 iniziale (tra l’altro, una partenza molto simile a quella della finale del 2020 contro Thiem). Dal 5 pari del primo set il russo ha perso il servizio cinque volte in sei turni di battuta, finendo per essere travolto. Dalla metà del secondo set è uscito completamente con la testa dal match sfasciando anche una racchetta lungo il percorso.
Il russo, probabilmente, non è riuscito a gestire la delusione generata dalla difficoltà di fare match pari contro il numero uno del mondo, entrato in campo con un piglio decisamente diverso rispetto ai match precedenti. Djokovic non è stato perfetto al servizio come in altre occasioni in questo torneo, ma è stato chirurgico alla risposta trovando con facilità irrisoria la profondità soprattutto con quella di rovescio. Alla fine nella battaglia tra i cyborg è venuto fuori quello DOC, il più forte mentalmente non solo della sua epoca ma anche dell’intera Era Open. Nella quale il serbo lascia un solco ancora più profondo, che equivale al 18° trionfo Slam della sua carriera. Djokovic torna così a due sole lunghezze da Roger e Rafa, appaiati a quota 20.
DANIIL HA LE SUE COLPE – Djokovic ha offerto una prestazione sensazionale, ma la differenza è stata per larghi tratti imbarazzante dal punto di vista mentale. Medvedev ha 25 anni (nove in meno del suo avversario), veniva da 20 vittorie consecutive e non era un esordiente in una finale Slam, avendo giocato e perso – lottando molto più di oggi – quella dello US Open 2019 contro Nadal. Invece è apparso quasi uno juniores al cospetto del N.1 del mondo.
Djokovic era sembrato sull’orlo del baratro nel match di terzo turno contro Taylor Fritz, durante il quale si era infortunato agli addominali e aveva rischiato il ritiro. Oggi ha dominato la finale contro un russo ben più quotato del qualificato Karatsev di cui si è sbarazzato in semifinale, applicando grossomodo lo stesso dominio. Medvedev ha tentato una reazione sotto 4-2 nel terzo, ma a quel punto Nole ha sentito l’odore del sangue mettendosi in modalità muro per respingere l’ultimo assalto.
In generale questa finale non ha fatto altro che confermare quello che già sapevamo: la Next Gen che tanto next ormai non è più, non è all’altezza della generazione dei tre grandi. E quando comincerà a vincere, probabilmente accadrà solo perché quei tre saranno stati sconfitti dal tempo che passa, l’unico avversario credibile per loro.
Il prossimo Slam si giocherà a Parigi a giugno. E indovinate un po’ chi sarà il favorito?