“I tornelli dei nostri stadi torneranno a girare“. L’auspicio è del primo ministro inglese, Boris Johnson, che ha parlato anche di sport nell’illustrare ieri alla nazione la roadmap di uscita dal lockdown. Un percorso in quattro tappe, che partirà l’8 marzo con il ritorno nelle scuole in presenza e potrebbe arrivare a destinazione a giugno. L’uso del condizionale è d’obbligo: se per l’inizio dell’estate il Regno Unito pensa di attenuare il regime di restrizioni, è stato anche specificato come ogni step vada verificato alla luce dei numeri. Quelli dei dati del contagio e della campagna vaccinale, trend da seguire con particolare attenzione lì dove ha avuto origine una delle varianti del Covid-19 che in questi giorni sta allarmando l’Europa.
DALLA BASE – Il piano di ripartenza dello sport, in ogni caso, è stato messo nero su bianco con un filo conduttore. Consentire la ripresa dell’attività di base sarà la prima tappa (dal 29 marzo l’attività all’aperto, dal 12 aprile via i sigilli a piscine e palestre), per poi arrivare al ritorno degli spettatori sulle tribune. Anche perché l’agenda estiva, da quelle parti, è abbastanza fitta: Wimbledon – cancellato, come sappiamo, nel 2020 – è in calendario dal 28 giugno all’11 luglio. Lo Slam londinese si sovrapporrà all’Europeo di calcio, che dall’11 luglio vedrà lo stadio di Wembley ospitare sette partite: tre della fase a gironi, un ottavo di finale, le semifinali e la finale. I due trofei, come noto verranno assegnati nella stessa giornata: domenica 11 luglio Londra avrà addosso gli occhi del mondo intero.
FINO A DIECIMILA – L’obiettivo del governo inglese è quello di una riapertura ridotta delle tribune a partire dal 17 maggio, in queste proporzioni: fino a diecimila spettatori dove consentito dalla grandezza dell’impianto, fino al 25 per cento della capienza in caso di minore disponibilità di posti. Una regola facile da applicare negli stadi del calcio, che andrebbe però comunque ponderata al diverso meccanismo di accesso all’All England Club (che, nel complesso, può accogliere 42mila spettatori al giorno) e ai campi che ospitano lo Slam sull’erba. Questione da riaggiornare, come detto. Troppo diversi i contesti anche per azzardare paragoni sulle due settimane di Australian Open.
A Melbourne – escludendo i giorni di chiusura per lockdown – è stato consentito di riempire le tribune per metà. Londra è parecchio lontana, ma vuole comunque provarci. La sperimentazione potrebbe passare dal calcio: si punta a un’apertura pilota dei cancelli di Wembley per la finale di Carabao Cup (coppa di Lega) del 25 aprile. Manchester City e Tottenham potrebbero sfidarsi davanti a un numero estremamente ristretto di spettatori. Lo stesso potrebbe accadere per la finale di FA CUP (a oggi, però, prevista a porte chiuse) e lo sprint conclusivo della Premier League. Piccoli passi, per (ri)vedere l’effetto che fa.