88,1- la percentuale di partite vinte da Novak Djokovic negli ultimi due anni e mezzo. A inizio luglio 2018 Nole, già trentunenne, era fuori dalla top 20 e faceva fatica a ritrovarsi dopo l’infortunio al gomito destro che lo aveva costretto a saltare la seconda metà del 2017. Molti vaticinavano per lui -che aveva vinto già 12 Slam, era stato numero 1 ATP per 223 settimane e appena due anni prima era stato il primo tennista dai tempi di Rod Laver a vincere consecutivamente quattro tornei Major- un futuro tennistico non a livello del suo passato. Invece Djokovic, arrivato a Wimbledon da numero 21 del mondo, ritrovava improvvisamente lo smalto perduto sino a superare in finale Kevin Anderson, dopo aver sconfitto in una palpitante semi (terminata al per 10-8 al quinto set) Rafa Nadal. Da quel primo turno dei Championship 2018 vinto facilmente contro Sandgren il campione serbo ha poi giocato altre 160 partite, vincendone 142 (sono conteggiate tra le 19 sconfitte anche il ritiro con Wawrinka agli US Open 2019 e la squalifica subita nel match contro Carreno Busta nell’edizione dello Slam newyorkese dello scorso anno). I tennisti ad averlo superato più volte da luglio 2018 sono Medvedev e Thiem (in ben tre circostannze), seguiti da Nadal, Tsitsipas e Bautista Agut con due. Negli ultimi due anni e mezzo Djokovic ha partecipato a trentaquattro competizioni ufficiali, vincendo 15 titoli (di cui sei Slam dei nove giocati e sei Masters 1000) e raggiungendo anche quattro finali. Il serbo ha così trovato un rendimento capace di riportarlo a partire da novembre 2018 sino ad oggi – ad eccezione di un interregno di tre mesi di Nadal- al numero 1 della classifica, che gli consentirà tra due settimane di superare Federer come tennista con il maggior numero di settimane al vertice del ranking ATP.
Nel periodo della sua resurrezione tennistica il serbo -che è più giovane di circa un anno di Nadal e di quasi sei di Federer- ha beneficiato del loro calo di rendimento per rosicchiare il proprio svantaggio quanto a Big Titles. Per capire quanto, basti pensare che da luglio di tre anni fa ad oggi, lo spagnolo ha vinto sette tornei (3 Major e 3 Masters 1000) e la Coppa Davis, mentre lo svizzero ha alzato al cielo cinque coppe (la più importante delle quali è il Masters 1000 di Miami 2019, gli altri quattro titoli sono ATP 500) e agguantato tre finali. Vedremo quanto queste tre leggende del nostro sport avranno ancora voglia di vincere: la loro grandezza è però ormai già da tempo smisurata e nessuna statistica potrà racchiuderla e ordinarla.