Prosegue il momento difficile per Ashleigh Barty. Dopo la dolorosa eliminazione patita ai quarti di finale dell’Open d’Australia per mano di Karolina Muchova e la batosta incassata ad Adelaide da Danielle Rose Collins, la numero uno del mondo deve fare ora i conti con qualche acciacco fisico. La giocatrice di Brisbane non volerà a Dubai, dove lunedì prossimo scatta un prestigioso torneo riclassificato nella categoria “Mille” dal cut off molto severo, e la colpa è di un infortunio alla gamba sinistra.
“Sfortunatamente non potrò partecipare all’evento di Dubai – ha fatto sapere Ash tramite il proprio profilo Twitter -, ho un problema alla gamba sinistra e sarò costretta a rinunciare. Mi auguro di cuore che il torneo abbia successo e che tutto si svolga in sicurezza, sperando di poter tornare il prossimo anno. Nel frattempo non vedo l’ora di competere a Miami tra qualche settimana“.
Già, il mirino adesso si sposta sull’ex Mandatory in Florida, che la capoclassifica vinse nel 2019, ultima edizione prima della pandemia. Un bell’impegno considerato che, oltre al titolo, Barty ricomincerà a difendere anche i punti, se abbiamo interpretato in modo corretto le nebulose comunicazioni WTA riguardanti il “congelamento”. Cristallizzate per non nuocere eccessivamente ai giocatori nella già complicata stagione del Covid-19, le classifiche dovrebbero tornare al loro ordinario funzionamento proprio a partire dalla settimana in cui prenderà il via il WTA di Miami.
Effetto ultimo di questa defezione, proprio in Florida potrebbe essere rimesso in palio lo scettro di numero uno. Considerando l’attuale distacco tra Barty e Osaka, e decurtando i due totali dei punti guadagnati nel 2019 a Miami (torneo vinto dall’australiana) che come detto dovrebbero arrivare a scadenza, si evince come sia la giapponese che Halep potranno aggredire il trono che Barty occupa da 65 settimane, decima striscia più lunga della storia del tennis femminile.