J. Sinner b. G. Barrere 7-6(3) 6-7(5) 7-5
Rientrato, dall’infortunio alla schiena patito a Montpellier nel finale del match perso contro Bedene, Jannik Sinner ha bisogno di tre set e 2 ore e 51 minuti di gioco per avere ragione del n. 115 della classifica Gregoire Barrere. La sfida inedita, avvincente perché in bilico fino all’ultimo “15” o quasi, non ha offerto uno spettacolo eccelso, tra la prestazione ondivaga di Jannik, caratterizzata da un dritto insufficiente, e un Barrere che ha chiesto e ottenuto molto dalla prima battuta ma comprensibilmente tremolante quando ha intravisto il traguardo. Perché Barrere ha anche servito per il match nel terzo set. Vediamo come c’è arrivato e come si è fermato.
Tribune dietro ai lati corti gremite da spettatori senza mascherina: no, non si tratta di ritorno alla normalità, bensì di sagome di cartone. In carne e ossa sono i giudici di linea, senza tuttavia la possibilità per i giocatori di chiedere la verifica elettronica. C’è comunque l’arbitro Richard Haigh a supervisionare le chiamate dei suoi collaboratori, che evidentemente non commettono grossi errori se quella sagoma di Richard non fa un solo overrule.
Partenza difficile per Jannik che ottiene poco dalla prima battuta, a differenza dell’avversario che ne mette in campo qualcuna in meno, ma con grande efficacia. C’è discontinuità nel gioco dell’azzurro che ha dovuto saltare il torneo di Rotterdam, mentre Barrere interpreta bene il ruolo di sfavorito lasciando andare i colpi con tranquillità. È così che Sinner deve salvare tre palle break nei primi due turni di servizio, per poi capitolare al settimo gioco. Dal canto suo, il ventisettenne di Charenton-le-Pont, impeccabile al servizio fino a quel momento, inizia a pensare che la speranza possa concretizzarsi e cominciano ad arrivare le difficoltà; si salva in due occasioni, ma poi non mette la prima e Sinner è pronto a prendersi il 4 pari. Finale di set al tie-break dove viene fuori l’estrema determinatezza di Jannik, che cambia in vantaggio sul 4-2 dopo un drittone vincente in lungolinea e conquista anche un punto a rete; rete che ha viceversa paura di prendere Barrere permettendo così al nostro di trasformare il set point in difesa.
Il dritto altoatesino dà e toglie nel quinto gioco, il primo del parziale che si allunga ai vantaggi, e Sinner annulla le tre opportunità dello strappo all’avversario, il cui dritto non è poi tanto più affidabile. È però bravo a dimenticare rapidamente l’occasione mancata, Gregoire, che tiene a zero il gioco successivo affidandosi a una battuta che continua a portargli punti gratis. Il game giusto sembra l’undicesimo, con Jannik che arriva a 30-40 nonostante all’inizio non abbia approfittato dell’assenza della prima francese, ma “Greg” ne esce indenne nonostante qualche colpo incerto. È ancora tie-break, allora, tuttavia senza che la determinazione del diciannovenne di Sesto sia supportata dai colpi; il dritto in particolare diventa una miniera per l’altro che porta il match al terzo scaraventando l’usuale botta esterna.
Lo sfavorito non cede, il n. 34 non riesce a prendere il sopravvento. L’equilibrio si rompe al sesto gioco, naturalmente perché entrano meno prime al francese, ma si riaggiusta subito in modo altrettanto prevedibile, vale a dire con l’imprecisione del dritto di Sinner, macroscopica sul punto del break a campo aperto. Per incassare l’errore, a Barrere basta spostare il nostro sul lato destro oppure tirargli profondo oppure aspettare e basta. Certo, sarebbe semplice come sembra se il suo dritto non fosse altrettanto ballerino. Dopo aver pareggiato il conto dei game, Gregoire ci mette anche un gran vincente di rovescio per portarsi sul 5-4 e servizio. I nervi però lo tradiscono, sbaglia da fondo, sbaglia due volte sotto rete, si sente addosso gli occhi delle sagome di cartone e la sua chance se ne va. Il finale esasperato esige che Jannik si ritrovi nuovamente 15-40 prima di agguantare il 6-5. A quel punto, non gli resta che riuscire in quella che in qualsiasi altro giorno sarebbe la più semplice delle operazioni: tiene alcuni dritti in campo e il 7-5 arriva da sé. Tutto molto entusiasmante ma, se non ci fosse stato Jannik in campo, dopo quanti dritti steccati qualcuno avrebbe preferito cambiare canale? Qualcuno che non è certo Hugo Gaston. Sarà infatti il piccolo mago della smorzata l’avversario di Sinner al secondo turno.