“Jannik sta bene. Si sta confrontando con la fatica: la costruzione di un tennista passa da questo”. Parola di Riccardo Piatti, che ai microfoni de La Gazzetta dello Sport fa il punto sulla crescita del talento altoatesino impegnato questa settimana a Marsiglia. Jannik, giusto ieri, ha superato a fatica Gregoire Barrere al primo turno dell’ATP 250 francese, salvando un match point e conquistando dopo tre di gioco il secondo turno contro il giocatore locale Hugo Gaston. Il suo coach e mentore riassume così il suo momento: “Le settimane trascorse a Melbourne sono state importantissime per la sua crescita e la sconfitta subita al primo turno dell’Australian Open gli servirà più di quanto possiate immaginare. Capisco la delusione degli appassionati, ma io so bene come funziona la costruzione di un tennista: passa anche da queste esperienze. E contro Shapovalov, Jannik è stato bravo a reagire, a giocarsela fino alla fine e a portare il match al quinto”.
In Australia, Sinner ha anche potuto approfittare di due settimane di allenamento con Rafael Nadal, nella bolla di Adelaide: “Rafa è una persona deliziosa e umile – racconta Piatti –. Io l’ho stuzzicato perché raccontasse a Jannik qualche episodio della sua carriera. Sinner si è trovato benissimo, sono stati allenamenti di alta intensità. Sicuramente Nadal ci ha scelto perché sapeva che questo è il nostro metodo di lavoro. E forse anche perché il gioco di Jannik è simile a quello di Djokovic – ammette Piatti -. Anche se, ovviamente, per arrivare ai livelli di Novak ce ne vuole”.
E proprio al numero uno del mondo Piatti fa riferimento quando il discorso si sposta sui problemi alla schiena che hanno ostacolato Sinner a Montpellier, dove ha perso al primo turno contro Aljaz Bedene. “Djokovic ha vinto l’Australian Open perché è riuscito a battere Fritz dopo l’infortunio agli addominali. Non è mai stato uno che si tira indietro: ama le sfide difficili, e da quelle tira fuori il meglio. Solo confrontandosi con le situazioni più difficili e con la fatica si evolve davvero. Per questo Jannik giocherà a Marsiglia, Dubai e Miami: andiamo a caccia di partite scomode e difficili. Al momento ha giocato 58 partite sul circuito maggiore: per diventare un giocatore vero ce ne vogliono almeno 150. Non siamo nemmeno a metà strada”.
Il coach allenta un po’ le briglie, invece, quando parla della love story di Sinner con Maria Braccini: “È giovane, giusto che abbia una vita anche fuori dal campo. Ma lo vedo sempre concentrato e determinato allo stesso modo”, chiosa Piatti.