4 – sono le top ten WTA a essere presenti anche tra le prime 10 della Race. Indubbiamente in questo 2021 il calendario tennistico ha subito una riduzione dei suoi appuntamenti, ma da gennaio sino alla scorsa settimana si sono pur sempre giocati uno Slam, sei WTA 500 e altri due tornei del circuito maggiore. Tuttavia, ci si ritrova a marzo con le ultime indicazioni arrivate dal circuito che trovano basso riscontro nel ranking ufficiale. Una situazione che ha una parziale spiegazione nelle regole introdotte in seguito dalla pandemia di Covid 19, le quali consentono di conservare tanti punti anche a chi nel 2020 per vari motivi ha giocato poco e/o male ed era dunque prevedibile non ripartisse subito bene nel 2021.
Basta però dare un’occhiata a quanto avviene nella analoga classifica maschile (dove vi sono sei tennisti in top 10 in entrambi i ranking e ben tre in tutte e due le top 5) per capire che in questi mesi nel circuito femminile c’è una piccola anomalia nel rendimento delle presunte migliori. Esempio illuminante in tal senso è proprio la numero 1 del mondo, Ashleigh Barty, la quale nel 2020 ha giocato appena tre tornei e per diverse ragioni da vari mesi non sta giocando come la sua classifica suggerirebbe. La 24enne australiana, infatti, ha vinto tre (WTA Finals 2019, Adelaide 2020 e il WTA 500 di Melbourne 2021) degli ultimi quattordici tornei a cui ha partecipato: per capire come quello descritto sia un rendimento buono ma non eccellente, basta notare la differenza con quanto avviene nel circuito maschile, dove il numero 1 Djokovic ha vinto ben sette delle ultime quattordici competizioni individuali a cui ha partecipato.
Barty ha in qualche modo patito lo status di numero uno del mondo: da quando è salita al vertice nel settembre 2019 ha viaggiato alla media di poco più di tre partite vinte e una persa (per la precisione ha raccolto 31 vittorie e 9 sconfitte). Una bella differenza con quanto da lei fatto nei mesi precedenti al raggiungimento del numero 1: da gennaio 2019 sino al torneo in cui è divenuta la prima della classe, ne aveva vinte 45 e perse 9. Come se non bastasse, da quando è in cima al ranking ha già perso quattro volte contro tenniste non comprese nella top 25.
Ad ogni modo, in queste settimane Barty è sembrata sulla buona strada per tornare competitiva ai massimi livelli: è infatti sesta nei risultati da gennaio ad oggi, in virtù della vittoria del WTA 500 di Melbourne (Yarra Valley Classic) e dei quarti di finale raggiunti all’Australian Open.
L’unica certezza nel circuito femminile arriva proprio dalla vincitrice dello Slam australiano, Osaka, la sola giocatrice ad essere nei primi cinque posti del ranking e della Race: in questo momento la tennista nipponica sembra avere inerzia favorevole per poter recuperare i circa 1300 punti che la separano da quel numero 1 già detenuto per ventuno settimane nella prima parte del 2019. Per trovare un’altra top 10 che abbia fatto bene nel 2021 bisogna poi andare alla numero 7 del ranking WTA, Serena Williams, terza nella classifica dei risultati maturati da gennaio a oggi grazie alle due semi di Melbourne (Yarra Valley classic e Australian Open).
La quarta e ultima tennista a essere tra le prime 10 in entrambe le classifiche è Aryna Sabalenka, molto costante ad alti livelli da agosto 2018, quando a venti anni da poco compiuti mise una marcia in più alla sua carriera passando dalla top 40 a una frequentazione piuttosto costante della top 10. La 22enne bielorussa, questa settimana ottava giocatrice al mondo, è nell’ultimo anno e mezzo tra le tenniste più vincenti del circuito, avendo portato a casa ben sei tornei (Premier 5 di Wuhan e Masters B di Zhuhai nella chiusura del 2019, Doha, Ostava e Linz lo scorso anno e Abu Dhabi due mesi fa). Aryna è anche attualmente in un ottimo momento di forma, come testimoniato dalla Race: sino al torneo di Doha aveva vinto diciotto delle ultime ventuno partite giocate.