La pandemia ha lasciato il segno sull’economia a livello globale e ha avuto il suo impatto anche nel mondo del tennis.
Sin dalla ripresa del Tour, lo scorso agosto, i giocatori hanno dovuto far fronte a importanti riduzioni dei montepremi. Le condizioni in cui gareggiano, comprese le rigorose quarantene e la riduzione dello staff ammesso ai tornei, li ha messi a dura a prova. L’ATP ha analizzato l’impatto del Covid-19 sui guadagni degli atleti per fasce di ranking, anche in considerazione delle varie iniziative di supporto messe in campo in questi mesi dall’associazione. Sin dallo scorso anno i vari organismi del tennis mondiale hanno erogato fondi a supporto dei giocatori e dei tornei seguendo un approccio “bottom-up”, per aiutare chi ha subito le conseguenze peggiori.
L’ATP ha recentemente annunciato una serie di misure di supporto, dell’importo di 5,2 milioni di dollari, con l’obiettivo di aumentare i livelli minimi dei montepremi di ATP 250 e 500 fino alla metà dell’anno. Il finanziamento di questa iniziativa è stato ottenuto grazie ad una redistribuzione dell’ATP Bonus Pool, solitamente destinato ai top player. Ulteriore supporto è arrivato dai tornei dello Slam che hanno cercato di mantenere i montepremi ai livelli pre-pandemia, un contributo importante considerando le entrate ridotte e le spese aggiuntive che hanno sostenuto. Gli Slam hanno effettuato una redistribuzione delle risorse dai vincitori, che hanno visto ridurre i propri assegni, ai giocatori sconfitti nei primi turni. Ulteriore supporto è arrivato con l’obiettivo di contribuire, seppur in parte, alle spese di viaggio con un importo di circa 5.000 dollari destinato ai tennisti classificati dal N.31 al 500 in singolare nonché ai primi 200 del ranking di doppio.
L’analisi dell’ATP si riferisce alle 27 settimane tra il 17 agosto 2020 e il 22 febbraio 2021, confrontate con lo stesso periodo a cavallo del biennio precedente. Complessivamente, si evidenzia come le misure messe in atto abbiamo avuto il maggior impatto sui Top 20, che hanno visto le loro entrate ridursi di quasi il 40%, con enormi differenze a livello assoluto tra Top 10 e gli altri. Le misure adottate hanno effettivamente assolto la propria funzione con gli atleti classificati tra la 50° e la 100° posizione che hanno registrato un aumento medio delle entrate di circa il 7%. A godere dei maggiori benefici sono stati gli atleti fuori dalla top 100, che di solito fanno fatica a chiudere l’anno in parità; le loro entrate sono cresciuta di oltre il 50%.
Articolo a cura di Giuseppe di Paola