[1] S. Tsitsipas b. [Q] L. Musetti 6-1 6-3
“Prima o poi si smette sempre di vincere, nel tennis è così”. Questo aveva risposto Flavia Pennetta diversi anni fa quando, nel mezzo di una striscia di vittorie, le era stato chiesto per quanto avrebbe continuato. E anche Lorenzo Musetti alla fine si è fermato, bloccato sia dalla stanchezza accumulata in sei precedenti partite in sei giorni sia da uno Stefanos Tsitsipas che ha giocato veramente da Top 5 senza dare nessuna possibilità al giovane Musetti.
La determinazione fatta vedere in campo dal tennista greco ha fatto pensare un po’ alla filosofia di Chris Evert quando durante la sua carriera le è capitato di incontrare un’avversaria giovane ma promettente: “Cerco sempre di impegnarmi al massimo per batterla con il punteggio più severo possibile, perché le rimanga in mente anche quando sarà più forte”. Probabilmente il grande livello messo in mostra da Tsitsipas in questa semifinale è anche dovuta alla grande impressione che Lorenzo ha suscitato in questa settimana in tutto il mondo tennistico.
IL MATCH – Per l’occasione del suo primo incontro con Musetti, Tsitsipas ha portato in campo il suo “A game”, come dicono gli anglosassoni. Sui turni di battuta del greco si è giocato poco e nulla, tranne uno 0-30 nel corso del settimo gioco quando però era già stato scavato un notevole solco in termini di punteggio. Siccome a Musetti piace palleggiare da fondo manovrando la palla con le sue variazioni, il greco ha giocato sin da subito in maniera molto aggressiva per limitare i lunghi scambi. Musetti ha dovuto salvare una palla break già subito al primo turno di battuta, ed è stato breakkato alla prima occasione nel secondo e nel terzo game di servizio.
Dopo 32 minuti si era già un set a zero per Tsitsipas, con il giocatore italiano che aveva già iniziato da diversi minuti a toccarsi lo sterno, procedendo poi a chiamare il medico dell’ATP nell’intervallo tra i set per fasi massaggiare la parte alta dell’addome. “Credo sia stato un blocco del diaframma – ha poi spiegato Lorenzo dopo il match – non riuscivo a respirare. Il fisioterapista mi ha fatto un trattamento, che è servito, mentre non è stato necessario nessun intervento da parte del medico”.
Dopo il massaggio Musetti è sembrato più sciolto, sicuramente nei propri turni di battuta, nei quali ha saputo contrastare efficacemente l’aggressività di Tsitsipas. Con il punteggio in parità, la partita è diventata davvero splendida da seguire, dato il gioco vario e brillante dei due protagonisti: discese a rete, palle corte, passanti, accelerazioni, un piacere per gli occhi.
Poi però la realtà è tornata a chiedere dazio: con fastidi sempre più evidenti al fianco sinistro, sul 3-3 Musetti ha allentato un attimo la presa quanto è bastato per essere sopraffatto da Tsitsipas, che si è preso il break a zero. Nell’ultimo game, Musetti ha dato tutto quello che aveva, annullando due match point e regalando al pubblico qualche altro punto spettacolare, ma con un rovescio comodo messo in rete a campo aperto, il 19enne italiano ha messo fine alla più incredibile settimana della sua vita (fino a questo momento) che gli ha portato il suo futuro nei Top 100.
“Fisicamente ero cotto dalle partite precedenti – ha detto Musetti alla fine della partita – però a parte questo devo dire che il livello di Tsitsipas mi ha davvero impressionato. Credo si tratti di un livello che al momento non mi appartiene, non penso di essere ancora in grado di rimanere punto a punto con quella intensità per 2 ore e passa”.
LA FINALE – Si affronteranno quindi in finale dell’Abierto Mexicano Telcel le prime due teste di serie del tabellone, Stefanos Tsitsipas e Alexander Zverev, che si sono affrontate già sei volte in precedenza con il greco in vantaggio per 5 vittorie a una e Zverev che non vince dal loro primo scontro diretto a Washington nel 2018.