In chiusura dell’articolo dedicato all’evoluzione della tecnica di esecuzione del rovescio nel corso degli ultimi 50 anni, anticipammo che saremmo tornati presto sul tema per un approfondimento tecnico. Con ancora negli occhi lo spettacolo offerto dai rovesci a una mano di Musetti e Dimitrov, spettacolo amplificato dalla vittoria dell’italiano, abbiamo deciso di proporvi un approfondimento sul tema reso ancora più attuale dal fatto che in tre tornei su quattro, questa settimana, è arrivato in finale un tennista dal rovescio a una mano. Ad Acapulco ci è riuscito Tsitsipas, perdendo contro Zverev; a San Pietroburgo e Monterrey hanno raggiunto l’ultimo atto rispettivamente Gasparyan e Golubic, quest’ultima alla seconda finale nel mese di marzo. Insomma, ci è sembrato il momento ideale di tornare ad approfondire il tema anche dal punto di vista tecnico.
Lo abbiamo fatto intervistando il prof. Carlo Rossi, docente di tennis e didattica del movimento umano presso l’Università dello Sport di Milano e fondatore sul finire degli anni ’90 insieme a Luca Bottazzi – volto, voce e penna nota agli amanti del tennis- di R.I.T.A. (Italian Tennis Research Association) Tennis Academy con sede a Milano.
Nel corso di questa chiacchierata, durata circa mezz’ora, abbiamo toccato diversi argomenti. Quali sono i vantaggi del rovescio bimane e quali quelli del rovescio a una mano, perché Rosewall e Laver oggi non potrebbero proprio giocare a tennis, quali differenze ci sono tra il rovescio di Djokovic e quello di Medvedev. Ogni tanto siamo anche usciti dal topic principale, soffermandoci sulla situazione attuale dei due circuiti per quanto riguarda, ad esempio, la frequenza delle giocate a rete. Per gente come Thiem e Wawrinka andarci è sempre più difficile e il prof. Rossi ci ha spiegato perché.
LA VIDEO INTERVISTA COMPLETA
01:15 – Il modello R.I.T.A. Tennis Academy: origini, evoluzioni e proposta formativa.
04:35 – L’impostazione tecnica di un bambino alle prime armi: le ragioni alla base di una scelta.
07:30 – Chi sta uccidendo il rovescio a una mano? Una riflessione sulle superfici di gioco, sui rimbalzi, sulla velocità e sul modo in cui tali fattori hanno inciso nell’evoluzione tecnica del nostro sport.
10:00 – I vantaggi derivanti dall’uso di un rovescio bimane.
12:20 – Tennisti fisicamente simili a Rosewall e Laver ai giorni nostri potrebbero ancora essere competitivi? L’evoluzione atletica – soprattutto verticale – dei tennisti come conseguenza dell’evoluzione delle condizioni di gioco. La “grandezza” di Diego Sebastian Schwartzman.
13:00 – Gioco d’attacco ed esecuzione del rovescio. Esiste un nesso tra le due cose?
14:00 – Considerazioni sul rovescio in back. Oggi Nadal (che fa più un ‘chop’, dice Rossi) ne gioca molti più di inizio carriera, così come Djokovic. Le ragazze italiane? Le più complete del mondo, con un back di qualità sono arrivate ai vertici
16:00 – I vantaggi derivanti dall’esecuzione del rovescio a una mano.
18:00 – Rovesci a confronto, a due mani: Medvedev e Djokovic. Nole è molto più ‘atleta’, più potente. Quello di Medvedev è molto personale, giocato soprattutto con busto e braccia e ha tre tempi di esecuzione; coordinazione stratosferica
20:45 – Rovesci a confronto, a una mano: Shapovalov e Tsitsipas. Shapo più esplosivo, Tsitsipas più equilibrato ma si allontana dal campo. Come Thiem e Wawrinka, che però…
22:37 – Un dato statistico sorprendente relativo al tennis maschile e femminile: lo sapevate che le donne vanno a rete… quanto gli uomini?
23:20 – Le considerazioni sin qui fatte in merito al tennis maschile valgono anche per quello femminile?
25:00 – Riflessione sui parametri fisici dei migliori giocatori odierni confrontati a quelli di venti anni fa. Il fenomeno Marat Safin.