[2] A. Zverev b. [1] S. Tsitsipas 6-4 7-6(3)
Sdraiato a terra. Come Nadal. O forse si potrebbe dire come Musetti. Così Sascha Zverev ha finito l’Abierto Mexicano Telcel di Acapulco, dopo una splendida finale che l’ha visto interrompere quella che stava diventando una maledizione, le cinque sconfitte consecutive contro Stefanos Tsitsipas, di un anno più giovane ma che per il momento lo ha superato nella classifica mondiale.
Zverev ha saputo ribaldare la terribile partenza, combattere la sua indole difensivista e tenere a bada gli alti e bassi del suo servizio per domare un avversario che gli ha tenuto testa fino alla fine, arrivando ad avere una palla per portare il match al terzo, ma che ha faticato a reggere le sue accelerazioni da fondo e non ha ottenuto quanto forse sperava dalle discese a rete e dalle palle corte.
IL MATCH – L’uscita dai blocchi di Tsitsipas è stata tanto imperiosa quanto è stata incerta quella del suo avversario. Uno scatto da 12 punti a 2 con il quale il greco è scappato subito 3-0 cercando di affermare la superiorità su Zverev siglata dalle cinque vittorie negli ultimi cinque precedenti confronti diretti. Già in semifinale contro Musetti Tsitsipas era partito con l’autorità della testa di serie n.1, e anche in finale ha imposto le sue trame su uno Zverev schiacciato ben dietro la scritta Acapulco a giocare di rimessa, senza che si potesse scorgere un qualunque schema nel suo tennis.
Ma inatteso come un temporale durante una scampagnata è arrivato lo spartiacque del set: nel sesto gioco Zverev ha dovuto salvare tre palle dell’1-5 che avrebbero dato due set di vantaggio al suo avversario. Le prime due, sul 15-40, se ne sono andate con due errori di Tsitsipas, la terza è stata cancellata da una prima di servizio. Salvato quel game con altri due servizi vincenti, Zverev ha cambiato completamente atteggiamento, facendo due passi avanti verso la linea di fondo e lasciando andare i colpi in maniera insolita per lui ma tremendamente efficace e togliendo a Tsitsipas la possibiltà di manovrare gli scambi a piacimento ed eventualmente chiudere con la palla corta, come aveva fatto diverse volte nella prima parte del set.
Colto di sorpresa da questo cambiamento repentino, Stefanos ha commesso qualche errore in più concedendo prima il controbreak per il 3-4 e poi, perdendo un game da 30-15 con due gratuiti e un doppio fallo, mandando Zverev a servire il set sul 5-4. Lì, con un altro diritto in corridoio (il settimo del set) Tsitsipas ha sciupato la chance del 5-5, e Zverev ha infine chiuso il set per 6-4 dopo 48 minuti.
Stefanos ha impiegato un po’ per scrollarsi di dosso la delusione del grande vantaggio non sfruttato nel primo set: ha tentato di cambiare qualcosa trovando più spesso la strada della rete, ma senza troppa convinzione. Sull’1-1 ha salvato bene con un ace e un uno-due di diritto un 15-40 che avrebbe potuto essere il preludio di una rapida fine, ma dopo alcuni game di relativa tranquillità per i battitori, è stato sempre lui a inabissarsi sullo 0-40 con due errori molto grossolani per poi subire il break e mandare Zverev a servire per il match. Il tedesco ha avuto un match-point, annullato però magnificamente da Tsitsipas, che riceveva in dono il 5-5 con il settimo doppio fallo di Zverev.
La tensione si tagliava con il coltello, tanto bel tennis ma anche diversi errori di nervosismo. Stefanos era costretto ad affrontare altre sei palle break all’undicesimo gioco, ma le annullava una dopo l’altra. Pochi minuti dopo un altro doppio fallo di Zverev confezionava un set point per Tsitsipas, ma una gran seconda rimette tutto in parità. Dopo 81 minuti di secondo set si doveva ricorrere al tie break. Il primo allungo era di Zverev, con uno splendido passante in corsa per il minibreak e due servizi per il 5-2. Il terzo match point, quello del 6-3 era quello buono, e Alexander Zverev ha così potuto cadere a terra esausto e andare ad abbracciare la sua famiglia in tribuna per festeggiare il suo quattordicesimo titolo ATP della carriera.
Questo risultato non cambia nulla nella classifica mondiale: Tsitsipas e Zverev conservano rispettivamente la quinta e la settima posizione del ranking, ma Zverev può andare a casa (o meglio a Miami, dove per la prima volta in oltre 15 anni non ci sarà nessuno dei Fab 3) con il classico trofeo a forma di pera e con un titolo in più in carniere, il primo conquistato dopo essere diventato padre.