9 – Sono i tennisti europei a occupare le prime nove posizioni (e dieci delle prime undici e sedici delle prime venti) della Race di questa settimana. Nulla di particolarmente nuovo, si potrebbe giustamente dire osservando la classifica ufficiale ATP, nella quale quindici dei primi diciassette giocatori sono del Vecchio Continente (con Schwartzman e Shapovalov nel ruolo degli” intrusi”). Quella descritta è una tendenza consolidata, già nota alla maggioranza degli appassionati: da quasi venti anni il tennis maschile ai suoi massimi livelli si è molto “europeizzato”, come possono testimoniare diversi fattori.
L’ultimo numero 1 non europeo è stato Andy Roddick, il quale fu l’undicesimo, tra i precedenti ventidue tennisti sulla vetta del ranking da quando nel 1973 è nata la classifica ufficiale, a non provenire dal Vecchio Continente. Il tennista statunitense cedette il primo posto nel ranking nel febbraio di più di diciassette anni fa, a Roger Federer, che assieme a Nadal, Djokovic e Murray ha fatto nascere un’era tennistica nella quale soltanto loro si sono scambiati il numero 1. Inoltre, dalla vittoria di Gaston Gaudio al Roland Garros in quello stesso anno (2004) il solo tennista non europeo a vincere uno Slam è stato l’argentino Juan Martin Del Potro, vincitore dello US Open 2009.
Sempre dal 2004 la Coppa Davis, conquistata sino a metà anni Settanta quasi esclusivamente da Australia e Stati Uniti, solo in due circostanze – nel 2007 dagli USA, che colsero a Mosca la vittoria della loro trentaduesima Insalatiera d’argento e nel 2016 dall’Argentina nella finale di Zagabria – è stata vinta da rappresentative non appartenenti al Vecchio Continente. Le stesse ATP Finals sono state conquistate da un giocatore non europeo per l’ultima volta nel 2005: quell’anno si giocò a Shanghai e vinse David Nalbandian (al tie-break del quinto set) dopo aver recuperato due set di svantaggio a Federer ed essersi trovato a due punti dalla sconfitta.
Il vento dell’Est
La vera novità rappresentata da quasi tre mesi di circuito del 2021, che ha proceduto con un calendario compresso ma ha pur sempre messo in archivio sedici tornei (tra cui uno Slam) è piuttosto il sempre più intenso soffio del vento dell’Est, che si fa ancora più notevole se ricordiamo che ai primi posti della Race troviamo lo stesso Sascha Zverev, nato e cresciuto ad Amburgo, ma i cui genitori sono una coppia di ex tennisti professionisti russi trasferitisi in Germania nel 1991. Ricordando questa circostanza, l’unico tra i dieci atleti europei nelle prime undici posizioni della Race nato completamente al di qua di quella che un tempo veniva metaforicamente chiamata ‘cortina di ferro’, è Matteo Berrettini. Anche non forzando l’osservazione e considerando Zverev un atleta dalla formazione tennistica completamente occidentale, guardando la Race di questa settimana si nota come sia caratterizzata da tennisti nati e cresciuti nell’Europa Orientale.
Questa classifica la vediamo inevitabilmente dominata dai due finalisti di Melbourne (e primi due anche nel ranking ufficiale), Novak Djokovic e Daniil Medevedev, seguiti sul terzo gradino del podio da Andrey Rublev, vincitore a Rotterdam e semifinalista a Dubai e Doha, piazzamenti ai quali ha associato anche i quarti di finale raggiunti all’Australian Open. Il quarto posto è di proprietà del greco Stefanos Tsitsipas (in virtù della finale raggiunta la settimana scorsa ad Acapulco e delle semi a Melbourne e in Olanda), così come la quinta piazza in classifica è ancora appannaggio di un russo, colui che sinora è la vera sorpresa della stagione, Aslan Karatsev. Poi troviamo Zverev, vincitore qualche giorno fa dell’ATP 500 giocato in Messico, seguito a sua volta da Dimitrov e Fucsovics, due tennisti di piccole (nessuna delle due raggiunge i dieci milioni di abitanti) nazioni dell’Est europeo, Bulgaria e Ungheria, tra l’altro prive di grandi tradizioni tennistiche.
Dopo di loro, al nono posto, c’è il nostro Matteo Berrettini, seguito da Diego Schwartzman, il miglior tennista non europeo in questi primi tre mesi del 2021. Siamo solo alle prime avvisaglie della stagione ed è più che presto per trarre sensate conclusioni su uno spostamento ad Est Europa del baricentro del circuito ATP, così d’altro canto sarebbe errato dimenticare che lo scorso anno Serbia e Russia furono le nazioni ad aver fatto meglio nel circuito maschile.
Chiudiamo con una curiosità: decisamente non così marcato come tra gli uomini, ma anche tra le donne c’è stato nel 2021 un incremento del rendimento delle tenniste dell’Europa Orientale. Se non nelle primissime posizioni – che ovviamente vedono ai primi due posti della Race le vincitrici dei due tornei più importanti giocati in stagione, l’Australian Open (e quindi Osaka), ma anche il WTA 1000 di Dubai (Muguruza) – il fenomeno è comunque osservabile nella top 20. Nella fascia di classifica più importante nella Race ci sono infatti ben dieci giocatrici provenienti dall’Est europeo (nell’ordine in cui le si trova in classifica, Kasatkina, Sabalenka, Muchova, Swiatek, Krejcikova, Kudermetova, Kontaveit, Kvitova, Svitolina e Halep), due in più di quelle presenti nel ranking ufficiale WTA.