Sara Sorribes Tormo ha conquistato a Guadalajara il suo primo trofeo nel circuito maggiore giusto un paio di settimane fa. La sua stagione è partita nel migliore dei modi (c’è anche una semifinale a Monterrey nel ruolino di marcia), anche con il best ranking che andrà a migliorare (almeno n. 57) in virtù del terzo turno raggiunto al ‘Mille’ di Miami. Sulla carta partiva sfavorita contro Jennifer Brady, ma Sorribes ha ribaltato il pronostico e ha vinto alla distanza, 6-1 al terzo set. È appena la sua terza vittoria su una top 20 in 19 partite: l’ultima è arrivata tredici mesi fa in Fed Cup, nell’incontro con il Giappone. Ebbene sì, quella volta riuscì a battere Naomi Osaka 6-3 6-0. Nessuna giocatrice ha più battuto la quattro volte campionessa Slam, ora in striscia positiva da 22 match di fila.
La 24enne, conterranea di Bautista Agut, arrivava da una vittoria sofferta contro Pera nel primo turno, salvando match point. Per Brady invece era il debutto nel torneo. Tuttavia i problemi sono arrivati dalla parte della statunitense. Dopo aver dato segnali incoraggianti vincendo il primo set 6-3 ed essersi portata sul 3-1 nel secondo, ha perso la bussola, consentendo alla sua avversaria di rientrare e vincere 6-4 il secondo parziale. Terzo set molto più rapido dei primi due, allungato solo dal medical time out per curare la coscia sinistra dolorante dell’americana. C’è stata poca partita alla fine: dopo 2 ore 23 minuti Sorribes Tormo ha vinto l’undicesimo match al terzo set della sua stagione. Ora se la vedrà con la numero 23 del mondo Elena Rybakina.
In conferenza stampa ha detto che è stata una delle migliori partite della sua carriera: “Sono al 100% sicura che sia una delle migliori che abbia giocato. Non la migliore certamente, ma sono sicura che sia tra le migliori. Combatto a prescindere dal punteggio, non smetto di lottare e sono orgogliosa di questo. Al momento non mi sento tanto brava, perciò devo lottare fino alla fine“. È stato fondamentale mantenere la concentrazione quando Brady non riusciva più muoversi bene e ha richiesto l’intervento del trainer: “Non è facile restare concentrati quando vedi che l’avversaria non sta fingendo ma sta male per davvero. Ho provato a pensare ad altre cose in quei minuti, ho canticchiato una canzone. Poi ho ripreso la concentrazione quando la partita è ricominciata”.