In proiezione, una rivalità che può alimentare la letteratura. Nell’immediato, una marcatura a distanza fatta di complimenti (sinceri, non si intravvede malizia) e sguardi avidi d’imparare dalla reciproca diversità. Di stile, di struttura, anche di formazione. Sinner e Musetti. Non sappiamo quanto siano distanti oggi l’uno dall’altro, senza la misura concreta dello scontro diretto. Troppo lontano per avere un valore quello del 2019, l’unico, quando diedero spettacolo sul Pietrangeli nelle pre quali degli Internazionali. In ballo c’era una wild card e Sinner vinse in tre set, ma da allora la linea del tempo è stata percorsa da entrambi a una velocità che sfugge al controllo.
Ecco perché Sinner – con alle spalle una stagione in più nel circuito maggiore (ma meno esperienza pregressa, come tiene a sottolineare) – racconta di volerci giocare contro in un torneo vero. Quelli dei grandi, dove ormai entrambi hanno messo tenda. “Jannik è un giocatore fantastico – replica Musetti -, gli auguro di arrivare il più lontano possibile già in questo torneo. È un ‘mental player’, un combattente, lo ha dimostrato uscendo vincitore dalla battaglia con Khachanov. Ci accomuna il voler giocare con aggressività, ma ci separano anche tre cose: lui serve e risponde meglio di me, oltre a saper giocare molto bene vicino alla linea. Il mio habitat naturale è qualche metro più indietro, ma ci sto lavorando molto“.
RITORNO IN EUROPA – Anche perché le controindicazioni di questa tendenza sono state enfatizzate dal ritorno a livelli ottimali di Marin Cilic. Una sconfitta formativa per Lorenzo, che ha preso appunti. “Ha giocato veramente bene – la sua analisi -, io non sono riuscito a sfruttare le palle break che ho avuto nel primo set e lì la partita a cambiato strada (Cilic ha strappato il servizio subito dopo, ndr). Contro questo tipo di giocatori non viene concessa una seconda opportunità, quando non riesci a sfruttare la prima. Devo migliorare per affrontare professionisti del genere, straordinari dentro e fuori dal campo. Marin ha spinto forte e si è mosso bene, mi sono trovato a giocare troppo lontano dalla linea. In queste tre settimane ho appreso molto, ho capito su cosa lavorare per poter stare a questi livelli a cui non ero ancora arrivato. Adesso torno a casa e negli allenamenti devo mettere a frutto quanto ho potuto imparare“.
Con la prospettiva immediata di tuffarsi nella stagione europea su terra, a partire da Cagliari dove dovrà onorare la wild card ricevuta dalla FIT. Con un lavoro di specializzazione già programmato per ottimizzare l’atterraggio sulla superficie. “Dovrò migliorare sul dritto per acquisire ancor di più il comando del gioco – ha analizzato -, oltre a cercare di avanzare di qualche metro. Anche la condizione fisica va adeguata. Devo lavorare sui movimenti e sulla flessibilità, oltre che sulla forza che mi ha visto mettere più di qualche chilo addosso nella pre season. Sulla terra sono diversi i movimenti, ci sono le scivolate, devo concentrarmi su queste situazioni specifiche“.