L’Italia non è l’unica nazione che al momento sta vedendo esplodere i propri talenti. Dopo anni di attesa infatti anche gli Stati Uniti tornano ad avere un prospetto interessante per il futuro e si tratta di Sebastian Korda. Il n. 87 del mondo ha messo a segno un’altra vittoria di prestigio contro il n. 9 Diego Schwartzman battuto 6-3 4-6 7-5, con pieno merito e prendendosi più rischi rispetto al suo avversario. Il 20enne a stelle e strisce ha così dato seguito ai successi su Fognini prima e su Karatsev poi, dimostrando a tutti di volersi imporre come un tennista solido e non certo come una meteora o semplicemente come figlio d’arte (ricordiamo infatti che suo padre Petr fu n. 2 del mondo nonché campione degli Australian Open ’98).
Korda contro l’argentino nel primo set ha dato davvero lezioni di tennis, mostrando una facilità nelle accelerazioni e una fluidità di movimenti che rendono quasi inevitabile il paragone con Tomas Berdych. Lo stesso Diego ha proposto questa similitudine, subito apprezzata dal giovane americano. “Tomas era un giocatore incredibile e spero che con il duro lavoro potrò essere come lui un giorno” ha detto in conferenza stampa post-gara. Ma stando ad altre sue dichiarazioni si direbbe che l’atteggiamento potrebbe portarlo a livelli anche più alti.
A decidere il primo parziale è stato un solo break conquistato nel secondo game difeso sempre senza problemi da Korda. Nel secondo l’inerzia si è un po’ rivolta verso l’argentino il quale ha chiuso 6-4 con un braek nel decimo gioco, mentre l’andamento del terzo parziale è lo stesso Korda a narrarlo. “La mia più grande forza mostrata oggi? Credo sia quella mentale. Sono felicissimo per come ho gestito le situazioni mentalmente, soprattutto quando ho servito per il match la prima volta [sul 5-4] e dopo aver avuto un match point lui ha giocato un paio di bei punti. Poi in qualche modo sono riuscito a trovare il modo per ribreakkarlo e ho chiuso con la battuta”.
Dopo la prima vittoria ATP su un top 20 – Fognini al secondo turno – quella con Schwartzman agli ottavi è la prima della carriera contro un top 10, ma la maniera con la quale è stato cresciuto non gli fa dare troppa importanza a questi risultati. “I miei genitori si concentrano molto sui piccoli passi e i piccoli miglioramenti. Insomma ormai puoi giocare a tennis per così tanto tempo se riesci a restare in salute per 15 anni; è incredibile. Ci sono ancora molti anni davanti a me. Qualsiasi vittoria è una buona vittoria. Io starò sempre testa bassa a lavorare e magari un giorno otterrò un risultato simile a quello di mio padre“.
E proprio il padre Petr, quando Sebastian è lontano dal circuito, svolge il ruolo di allenatore “mentre quando viaggio in giro per gli Stati Uniti o comunque qui vicino, Dean Goldfine viaggia sempre con me” ha spiegato il giovane tennista. “Tra noi tre c’è un buonissimo rapporto e grande comunicazione. Inoltre Dean ha lavorato con grandi giocatori simili a me, alti, grossi, aggressivi e credo si adatti molto bene al nostro team. Lui è una persona molto positiva come lo sono io e adoro viaggiare con lui”. Ricordiamo che Goldfine in passato ha seguito tra gli altri Todd Martin dal ’96 al ’02 e nel biennio 2005-06 Andy Roddick portandolo a vincere cinque trofei su cinque superfici diverse. Negli ultimi anni invece aveva preferito spostare le sue attenzioni sui tennisti junior.
Il prossimo avversario di Korda sarà Andrey Rublev il quale ha battuto senza troppi problemi un apparentemente ritrovato Marin Cilic per 6-4 6-4. Il tennista russo quindi si dimostra in grande forma non solo nei tornei di categoria 500 ma anche nei Masters 1000, e senza dubbio ora è uno dei favoriti per la vittoria finale insieme al suo connazionale Medvedev. “Credo sarà molto divertente affrontarlo, siamo due grandi colpitori” ha detto Korda parlando del n. 8 del mondo. “Lui finora sta avendo una stagione fantastica; è forse il giocatore più in forma nel circuito al momento e sarà un’altra bella opportunità e un’altra bella esperienza per me”. Insomma la sua filosofia sembra essere: ogni occasione è buona per imparare… e con una visione del genere i risultati non possono che arrivare.