Si è conclusa nel WTA 500 di Charleston la carriera di Vania King, tennista statunitense di origini taiwanesi specializzata nel doppio, dov’è stata anche numero 3 del mondo nel giugno 2011. Sulla terra verde americana si era presentata in coppia con la sua storica amica Yaroslava Shvedova e le due sono state sconfitte al primo turno dalla coppia Alexa Guarachi/Desirae Krawczyk. Da diversi mesi King faceva fatica a trovare continuità nei risultati e l’aver sempre una partner diversa di certo non ha aiutato. L’ultimo acuto c’è stato agli US Open del 2019 quando è stata sconfitta in semifinale da Mertens/Sabalenka al fianco della connazionale Dolehide. Proprio sui campi di New York è arrivata una delle sue due gioie Slam: la vittoria degli US Open 2010 infatti rappresenta forse l’apice, paragonabile solo al successo di Wimbledon nello stesso anno sempre al fianco di Shvedova. Oltre a questi due titoli, Vania ha arricchito il suo palmares con altri 14 trofei di cui uno in singolare (Bangkok 2006) e raggiungendo la massima posizione alla n. 50.
Di seguito il messaggio postato da King sui social : “Questo è il mio definitivo addio dal mondo del tennis professionistico. Le parole non possono esprimere quello che il tennis mi ha dato, come mi ha plasmato, fatto a pezzi e rimessa assieme. Sarà un cliché ma io ne sono assolutamente grata. Grata per gli anni, le lacrime, per quelli che sono stati al mio fianco e mi hanno sostenuta. Non cambierei una virgola e spero che questa vita mi abbia aiutato ad essere una persona migliore.
Grazie ai miei genitori per aver gettato le basi del mio carattere e avermi insegnato ad essere resiliente e auto-sufficiente. Io ho avuto diversi allenatori che hanno avuto un impatto su di me, ma i due che mi hanno influenzato di più sono stati Ray Ruffles e Tarik Benhabiles, i quali ebbero due filosofie differenti, ma la cosa che contava di più è che credevano in me al 100% persino quando io non ci credevo.
Grazie ai miei amici nel Tour che mi hanno dato una ragione per sorridere e hanno capito le difficoltà (e le ricompense) di una vita da professionista. Ai miei amici in giro per il mondo che mi hanno offerto una casa lontano da casa. Non vedo l’ora di cosa ci sarà adesso e nel frattempo potrei godermi un po’ di vino”.