[6] A. Rublev b. [3] R. Nadal 6-2 4-6 6-2
Non è solo Fabio Fognini a mancare l’appuntamento con l’attesa rivincita della semifinale di due anni fa: neanche Rafael Nadal ce l’ha fatta. La colpa è di un contrattempo di nome Andrey Rublev, autore di una solidissima prestazione di fronte a uno spagnolo troppo falloso a cominciare dal servizio, vera spina nel fianco per un set e mezzo. Rovesciata la situazione disperata con un punto à la Rafa che gli ha permesso di pareggiare il conto dei set, non ha saputo dare seguito all’inerzia favorevole soprattutto per i meriti di Rublev, lungi dal crollare mentalmente dopo quella che ormai pareva un’enorme opportunità buttata e tenendo magnificamente anche dal punto di vista atletico.
Diventano così 23 le sue vittorie in stagione a fronte di 4 sconfitte, ma questa ha sicuramente il sapore più dolce di tutte. È il secondo successo contro uno dei Big 3 dopo quello contro Roger Federer di due anni fa a Cincinnati. Resta invece la performance deludente di Rafa, che finisce in anticipo la caccia al dodicesimo titolo a Monte Carlo con 36 errori non forzati, 19 di rovescio, e un dritto che ha brillato solo a tratti.
IL MATCH – Non ci sono più scuse per Andrey, nettamente sconfitto nei due precedenti confronti – ancora teenager al primo duello con un Big 3 ai quarti dello US Open 2017 e al tremolante esordio delle ultime ATP Finals. Niente più scuse, dunque, tranne quella di affrontare Rafa sulla terra battuta, tra l’altro meno di ventiquattr’ore dopo essere venuto a capo di Bautista Agut in due ore e tre quarti. La scelta di iniziare al servizio non si rivela particolarmente azzeccata per Rafa che in pratica regala il primo game all’avversario con un doppio fallo e altri due errori piuttosto evidenti; dal canto suo, Andrey tiene d’autorità sparando i soliti drittoni. Il fenomeno di Manacor comincia a carburare e parte all’inseguimento. Se l’inseguimento non è proprio mozzafiato, visto che raggiunge l’altro già sul 2 pari, lo è lo scambio concluso da rovescio lungolinea imprendibile con cui si vede costretto ad annullare una nuova opportunità del sorpasso. Il dritto spagnolo è caldo, appoggia pure una precisa smorzata, ma il servizio non lo è altrettanto e il terzo doppio errore del game riconsegna il vantaggio a un Rublev che ha comunque risposto più che degnamente e che questa volta non ha problemi a consolidare il break. Ritmo prevedibilmente molto alto, i colpi di Rublev fanno davvero male e il servizio non aiuta Nadal a tenere lontano il ribattitore, anzi, concede un altro punto gratis, sintomo – o forse concausa – di ciò che succede negli scambi dove gli unforced arriveranno a 13.
C’è tempo per vedere una smorzata del rosso ben pensata ed eseguita e un passante maiorchino che finisce in corridoio invece di punire la direzione sbagliata dell’attacco, mentre la reazione in extremis del venti volte campione Slam lo porta a palla break. Rublev la annulla con un serve&(swinging)volley per poi far suo il parziale 6-2. Con poche prime in campo per entrambi (48%), Andrey domina 17-7 gli scambi sotto i cinque colpi e non sorprende la direzione preferita del suo dritto verso il rovescio dell’uomo in maglietta viola per aprirsi il campo dall’altra parte.
Il ventitreenne moscovita esibisce armi da consumato terraiolo come il caricone nell’angolo seguito dal drop shot, se la cava degnamente quando è chiamato a difendere e continua a limitare gli errori, ma, se è ancora il doppio fallo a dargli il la per partire in vantaggio anche nel secondo parziale, impressiona vedere Rafa non riuscire a tenere lo scambio sulla terra monegasca. Non si realizza invece il rientro sul 2 pari a dispetto dell’occasione, certo per merito di un Andrey che spinge senza timore, ma tre errori consecutivi con il rovescio slice sono merce più rara che altrettanti ace di Schwartzman. Possiamo solo immaginare cosa passi nella mente del n. 3 del mondo quando Rublev indossa i migliori panni nadaliani replicando al dritto lungolinea con il vincente in contropiede.
Da campione, prima con il drittone, poi con il tocco al volo, annulla lo 0-3 pesante, ma l’altro rimane lì a pestare brutalmente e solo la sua incapacità di andare a chiudere a rete i recuperi umili e disperati di Rafa gli impediscono di lasciare al palo l’avversario. Lo sa Rafa e lo sa Rublev che il prossimo turno di battuta non sarà una passeggiata sulla Prospettiva Nevski. Il game si allunga, le palle break diventano quattro, ma il n. 8 ATP le annulla tutte. Pesa soprattutto la terza, quando, cercando di replicare la volée smorzata prima perfettamente eseguita, offre un assist a Nadal che però affossa il comodo passante di dritto. Pur senza doppi falli, Rafa rischia ancora al servizio, ma poi agguanta il 4 pari grazie alla tragicità del classe 1997 nei pressi della rete: va bene non chiudere la volée a campo aperto, va bene la ruvidità dopo aver agguantato la smorzata, ma non si può lasciar rimbalzare la palla a un metro dalla rete per poi sventagliare il dritto giusto per dare all’avversario l’opportunità del puntazzo proprio sulla palla break. Cioè, si può, ma non se vuoi battere Nadal che infatti vola a prendersi il set per 6-4, lasciando al giovane sfidante la misera soddisfazione del vantaggio negli scambi lunghi.
E INVECE – Chi crede che il match sia ormai girato se non proprio finito, deve ricredersi in fretta perché Rafa cede di nuovo il servizio in apertura, con una cosa proprio brutta al volo e un dritto lungo e largo a testimoniare che la giornata di poca confidenza con la palla non è alle spalle e solo i doppi falli sono un ricordo. Perso uno scambio da 35 colpi che l’ha lasciato piegato in due, il trentaquattrenne ritrova la posizione eretta e il controbreak. Il moscovita continua a spingere come se fosse ancora all’inizio del match a dispetto delle fatiche della sera precedente e ancor più delle occasioni fallite che avrebbero steso un toro. È invece il Toro, quello di Manacor, a essere ancora in difficoltà, nonostante alcuni punti dei suoi e la grinta e la rabbia evidenti anche in alcuni gesti di stizza. Cede per la sesta volta la battuta: è la 16° volte che succede in 488 match su terra (e 10 volte ha comunque vinto). Incurante delle statistiche, Rublev martella senza tregua, la meta si avvicina, 5-2, e taglia il traguardo al primo match point con il dritto vincente numero 18. L’appuntamento in semifinale è quindi con Casper Ruud, sempre battuto nelle tre precedenti sfide.