Se qualcuno ci avesse detto che nella prima semifinale dell’ATP 250 di Belgrado avremmo visto il match più bello dei primi 4 mesi del 2021, difficilmente ci avremmo creduto. Eppure Aslan Karatsev, la più grande sorpresa della prima parte dell’anno, si è preso la rivincita nei confronti del N.1 del mondo Novak Djokovic che lo aveva battuto in semifinale all’Australian Open a febbraio: lo fa vincendo 7-5 4-6 6-4 dopo 3h25 minuti, il match più lungo dell’anno al meglio dei 3 set, la seconda più lunga per Nole sulla corta distanza (dopo la semifinale di Madrid 2009, durata 4h03).
Non fatevi ingannare dal prestigio relativo del torneo: Nole ha considerato il torneo di casa da lui stesso organizzato come fosse il torneo olimpico ma alla fine ha dovuto cedere all’incredibile forza del russo che ha salvato 23 palle break su 28 e che aveva reagito splendidamente alla perdita del secondo set in cui Djokovic ha chiuso con 3 punti da antologia dopo aver recuperato un break di ritardo.
IL MATCH – La partita inizia in maniera molto favorevole a Nole. Karatsev o fa punto entro i primi due colpi dopo il servizio o finisce per soccombere con il prolungarsi degli scambi. Djokovic gestisce con apparente tranquillità le violente pallate dell’avversario e piuttosto agevolmente sale 3-0. Sembra insomma una questione di normale amministrazione per il serbo che però inizia a calare un po’ con la prima e a innervosirsi a partire dal quarto game. Karatsev intravede queste piccole crepe del suo avversario e non si lascia sfuggire l’occasione, riuscendo a rientrare on serve e a impattare sul 3-3.
Il russo carbura definitivamente e la partita si fa veramente intensa. I due si annullano a vicenda una palla break, fissando il punteggio sul 4-4. La posizione in campo di Djokovic però si fa sempre più arretrata ed è Karatsev a dettare il ritmo e a fare gioco. Il serbo, molto nervoso, è costretto quasi solo a difendersi e cede il servizio, mandando il russo a servire per il set. Qui Karatsev sale 30-0, ma non è definitivo sotto rete e rimette in gioco Nole che non si fa pregare e assesta un immediato contro-break. Il numero uno del mondo però è troppo lontano dalla riga di fondo per poter far male. Certo, la sua difesa è fantastica e costringe sempre l’avversario a giocare un colpo in più, facendogli prendere anche dei grossi rischi, ma Karatsev non sbaglia niente e si guadagna la possibilità di servire una seconda volta per far suo il parziale.
Le emozioni non sono però ancora finite. Nole infatti si procura una palla break con uno strepitoso strettino di dritto, ma Karatsev la annulla con lo smash. Il serbo si guadagna un’altra chance al termine di uno scambio tesissimo, ma ancora una volta il russo è perfetto. Una risposta sulla riga vale una terza palla break, spazzata via da un servizio-dritto di Karatsev, che con un provvidenziale ace si porta a set point per la prima volta. Una serie tremenda di rovesci costringe Djokovic alla resa: 7-5 Karatsev dopo un’ora e dieci minuti.
In avvio di secondo set, Djokovic sembra aver recuperato un po’ di compostezza, mentre Karatsev commette qualche imprecisione. Il russo si ritrova sotto 0-40 sul proprio servizio, annulla le prime due palle break, ma infine capitola sulla terza. L’immediato vantaggio non scaccia però tutti i fantasmi di Nole che incappa nello stesso identico destino del proprio avversario: 0-40 (con due doppi falli ad aprire il game) e terza palla break fatale. Approfittando della bassa percentuale di prime di Karatsev, Djokovic torna ad affacciarsi pericolosamente in risposta, ma si vede scivolare via una dopo l’altra ben quattro palle break. Il russo colpisce forte senza timori e soprattutto col rovescio sta facendo molto male a Nole sulla sua diagonale prediletta.
Forte di questa spinta (e dei crescenti dubbi di Djokovic), Karatsev ottiene un importante break, che conferma vincendo il quarto gioco consecutivo in questo secondo set, non prima di aver annullato un’altra palla break. Finalmente Nole interrompe l’emorragia di game con un turno di battuta a zero che si rivela una vera boccata d’ossigeno. Karatsev dal canto suo continua a servire maluccio e a soffrire: due magistrali rovesci lungolinea (il secondo baciato anche dal nastro) tengono in vita Nole che riesce a trovare il tanto sospirato controbreak e a pareggiare 4-4. Il serbo tiene ancora a zero il servizio e mette tutta la pressione sul russo. Nonostante il momento delicato, Karatsev gioca bene, benissimo, salendo 40-15, ma poi deve rassegnarsi a fare lo spettatore del Djoko-show. Novak infatti vince tre punti consecutivi, uno più bello dell’altro, sigillando il set a suon di vincenti e rimettendo in piedi una partita davvero complicata.
Nel terzo set la musica non cambia: Karatsev riprende a giocare come se nulla fosse successo e ogni game continua ad essere un’agonia per entrambi: in tutto arriveranno 17 palle break nel parziale: 10 per il serbo e 7 per il russo. Il russo sarà l’unico a convertirne una nel settimo gioco, una volta arrivato a 15-40 con Nole palesemente stanco.
Il N.1 del mondo prova comunque a ottenere con orgoglio il contro-break del campione, dopo aver salvato un match point al servizio nell’ottavo gioco, ma ancora una volta Karatsev non trema mai – neanche sotto 15-40 quando è chiamato a servire per il match. Ricomincia a martellare con tutti i colpi e alla fine Djokovic, visibilmente contrariato, sbaglia l’ultima risposta salutando il torneo a cui probabilmente teneva di più prima del Roland Garros.
Karatsev ha la faccia di chi ha appena concluso un’altra giornata all’ufficio del catasto: ma lo sa anche lui che quello di oggi è lo scalpo più importante della sua trasformata carriera a prescindere dai pochi punti che gli frutterà in classifica.