Le semifinali dell’ATP 250 dell’Estoril si sono giocate oggi pomeriggio con due confronti inediti; vediamo com’è andata.
PRIMA SEMIFINALE: L’OTTIMA STAGIONE DI NORRIE CONTINUA – Cameron Norrie ha conquistato la seconda finale della sua carriera, battendo Marin Cilic per 7-6 (5) 7-5 in un’ora e 55 minuti, sfruttando le ormai consuete indecisioni del croato nelle fasi decisive di un match molto ventoso. Domani cercherà il suo primo titolo in carriera.
Cilic è partito forte, procurandosi due palle break nel secondo gioco con un vincente di dritto lungolinea; il nastro ha fermato il suo rovescio sulla prima, mentre è stato il rovescio dal rimbalzo bassissimo di Norrie a propiziare la stecca che ha annullato la seconda. Il campione dello US Open 2014 (alla seconda semifinale stagionale dopo Singapore, mentre non gioca una finale dal Queen’s del 2018) non ha mollato, e si è procurato una terza opportunità grazie a un errore di rovescio del britannico, che all’inizio non è mai riuscito a fare punti sulla seconda (zero su cinque), e stavolta Norrie ha perso la battuta quando non è riuscito a gestire una risposta corta e bassa dell’avversario. Cilic è rapidamente salito 3-0, ma nel quinto gioco si è fatto contro-breakkare a zero con due errori in uscita dal servizio e un doppio fallo.
Quelle sono state le uniche aperture di un parziale dominato dalla prima di servizio (18/21 e 10 ace per Cilic, 19/23 per Norrie) e che si è perciò concluso al tie-break. Fin da inizio match, Norrie ha avuto problemi con il lancio di palla, interrompendo spesso il movimento e provocando anche qualche reazione stizzita del generalmente mansueto avversario. La polemica ha toccato l’apice proprio all’inizio del game di spareggio, e il suo dilungarsi potrebbe aver influito sul doppio fallo di Norrie che ha dato il primo mini-break al croato sul 2-1; il classe 1995 ha però trovato una risposta di rovescio con i piedi in campo, e ha recuperato sul 2-3. È poi salito a set point gestendo bene una risposta profonda del croato, che ha messo lungo il susseguente rovescio dandogli il 6-5, ed è in quel momento che Cilic ha commesso un doppio fallo che ha dato il primo set a Norrie dopo 54 minuti.
Il secondo parziale è stato decisamente più convulso, almeno all’inizio. Nel terzo game, Norrie si è fatto rimontare da 40-0, concedendo una palla break con un doppio fallo ed una seconda anemica su cui Cilic ha colpito una risposta vincente di dritto – subito prima ha anche preso un warning per aver perso troppo tempo fra prima e seconda, nonostante non esista una regola specifica a riguardo. È stato però bravo (a tenere i colpi profondi) e fortunato (a prendere la riga con il rovescio), propiziando l’errore di Cilic e tenendo per il 2-1. Nel game successivo ha sfruttato le basse percentuali con la prima del croato (quattro su 11 in campo a inizio set) per allungare gli scambi, portando la partita sul proprio terreno e procurandosi una palla break grazie a una malaugurata palla corta dell’avversario. Cilic ha trovato tre prime di fila e retto, ma nel turno successivo ha commesso tre errori in uscita dal servizio, e ha concesso due palle break. Sulla prima l’ex-N.3 ATP ha infilato un ace esterno, mentre sulla seconda ha chiuso con servizio e dritto dal centro – ha poi usato un’altra prima vincente per annullarne una terza.
Nel game successivo Norrie ha continuato ad avere problemi con il lancio di palla (e Cilic, che a sua volta non è proprio una lepre fra un servizio e l’altro, ha continuato a lamentarsi) e ha commesso un doppio fallo per il 15-40; ha però tenuto una buona profondità con i colpi per salvare la prima e poi infilato un vincente di rovescio in cross sulla seconda. I due hanno continuato a perdere pochi punti sulla prima, 21/27 per Norrie, 21/26 per Cilic, ma sul 5-6 è arrivato l’ennesimo harakiri di quest’ultimo: doppio fallo per il 15-30 ed errore di dritto per il match point. Al momento del dunque, la seconda di Cilic è stata così tremebonda che Norrie l’ha quasi scentrata, ma è riuscito a ricomporsi trovando il vincente lungolinea di dritto sul colpo successivo.
Il britannico potrebbe essere il segreto meglio nascosto di questo inizio di 2021, visto che, lontano dai riflettori, sta mettendo in piedi una campagna solidissima da 20 vittorie e 8 sconfitte (18-8 escludendo i match di qualificazione), costruita su una grande preparazione atletica e su una delle combinazioni più eterogenee del circuito in termini di spin: se il suo dritto mancino è infatti molto carico, il rovescio è fra i più piatti in circolazione, e infatti oggi Cilic ha fatto enorme fatica sui suoi colpi in cross, dovendosi piegare costantemente.
SECONDA SEMIFINALE: RAMOS FACILE NEL DERBY – Albert Ramos Viñolas ha invece sconfitto il connazionale Alejandro Davidovich Fokina per 6-1 6-4 in 76 minuti. Sarà la sua decima finale in carriera (due titoli), la seconda stagionale dopo quella persa a Cordoba con Juan Manuel Cerundolo; lo spagnolo è peraltro il giocatore con più vittorie stagionali sulla terra (15), e durante il torneo lusitano non ha ancora perso un set.
Davidovich (già semifinalista qui nel 2019) ha prevedibilmente cercato di fare la partita da subito, procurandosi una palla break quando la profondità dei suoi colpi ha provocato una stecca del connazionale, che nello scambio successivo ha cercato di prendere l’iniziativa ma è andato fuori giri con il dritto. Si è trattato però di un fuoco di paglia, perché Ramos ha subito riguadagnato la parità, contro-breakkando a zero soprattutto grazie alla marea di errori non forzati dell’avversario. Fokina si è guadagnato un’altra palla break sull’1-1, ma Ramos ha trovato un buon servizio al centro che gli ha permesso di avanzare e salvarsi con lo smash.
Da lì quest’ultimo è stato l’unico giocatore in campo: nel game successivo ha rimontato da 40-15 procurandosi una chance con una risposta centrale e potente che ha costretto Davidovich Fokina ad accorciare, permettendogli di chiudere in avanzamento. ADF ha poi messo in rete un dritto per l’1-3, e neanche la fida smorzata l’ha aiutato: nel sesto gioco ha prima subito un contro-tocco quasi fuori personaggio per Ramos, e ne ha poi messa una in rete, perdendo nuovamente il servizio a zero (in tutto il set ha vinto appena tre punti al servizio, pur mettendo quasi sempre la prima); il più anziano dei due ha quindi chiuso il parziale in appena 28 minuti.
Nel secondo set Davidovich è stato inizialmente un po’ più razionale, cercando maggiormente di aprirsi il campo senza dover sfondare a tutti i costi, e ha anche iniziato a trovare la prima, vincendo otto dei primi nove punti con il colpo. Nel quarto gioco si è procurato una palla break con una contro-smorzata ed una risposta profonda, ma ha messo un rovescio lungo di metri. Ha però vinto lo scambio successivo quando Ramos ha messo un rovescio in rete, e si è preso il 3-1 su un altro non forzato dell’avversario, stavolta con il dritto.
La natura eufemisticamente volubile del classe 1999 è però riemersa sul 4-2 in suo favore, quando ha iniziato a sbagliare scelte tattiche con palle corte decisamente fuori contesto. Ramos ne ha approfittato subito per salire 15-40 con un passante di dritto, e, dopo che il suo avversario ha annullato la prima palla break con una combinazione drop-lob, si è preso il contro-break su un errore di dritto di ADF. Davidovich è nuovamente uscito dalla partita, e con due errori di dritto ha concesso il 15-40; Ramos non si è fatto pregare e ha trovato una risposta profonda che l’ha mandato a servire per chiudere il match, come ha poi rapidamente fatto.