[5] A. Zverev b. [1] R. Nadal 6-4 6-4
Per la seconda volta in carriera Alexander Zverev giocherà la semifinale del Masters 1000 di Madrid (la prima nel 2018, quando vinse il titolo). Ci riesce eliminando il primo favorito del torneo Rafael Nadal, oggi apparso molto spento e falloso, che batte per la terza volta di fila. Alcuni scaramantici daranno la colpa della sconfitta al completo viola di Nadal – colore ritenuto sfortunato nell’ambiente dello spettacolo – ma la verità è che il tedesco è stato decisamente più incisivo sia col gioco da fondo (28 vincenti conto 6 di Rafa) sia mentalmente (ha gestito al meglio quasi tutti i momenti chiave). Il tennis dello spagnolo non è stato affatto brillante e il dritto è stato un lontano parente del suo classico mancino vincente. Basta pensare che il primo vincente di dritto è arrivato a metà secondo set.
IL MATCH – La calda giornata di oggi – oltre 25° – inizialmente sembrava poter regalare al pubblico di casa un’altra classica vittoria di Nadal, alla ricerca della sua 75° semifinale a livello 1000. Le cose infatti non si erano messe male per lui: al sesto game una stecca, due errori di lunghezza e un doppio fallo, tutti commessi dal tedesco, lo avevano mandato avanti 4-2. Zverev però ha dimostrato con caparbietà che quello è stato solo un leggero passaggio a vuoto al quale ha rimediato all’istante. Il maiorchino, oltre al suo estenuante palleggio da fondo, ha provato anche a prendere la rete ma con due passanti fulminei Sascha si è preso il contro-break.
Visti gli infelici risultati con le volée, il maiorchino ha preferito tornare a controllare gli scambi da fondo trasferendo lo scontro sul piano fisico. Il tedesco però, considerando anche la minor età, non ha sofferto problemi di resistenza ed è riuscito spesso e volentieri a ribaltare l’andamento dello scambio. Le sue accelerazioni di rovescio hanno messo in seria difficoltà il n. 2 del mondo, il quale alla fine ha finito per cedure il primo set. Nel game in cui ha subìto il break, Nadal era stato anche avanti 40-30 ma con un doppio fallo si è complicato la vita. Zver,,ev invece, in connessione continua con il suo box attraverso intensi sguardi, ha mostrato una solidità quasi insolita per lui di questi tempi e dopo essere passato in vantaggio ha chiuso senza patemi 6-4 con un ace a 230km/h.
Ancora una volta è stato il rovescio incrociato l’arma in più di Zverev, che andava sì ad impattare contro il dritto mancino di Rafa ma a una velocità tale che a malapena lo spagnolo riusciva a giocare di rimessa. Il pubblico del Manolo Santana Stadium, a dire il vero non completamente pieno, ha fatto di tutto per sostenere il suo beniamino ma ben presto, anziché spingere per una rimonta, si è visto costretto a incitarlo per non soccombere ai colpi del tedesco.
Col passare dei game, infatti, l’ago della bilancia si è sempre più rivolto verso il n.6 del mondo il quale nel quinto game ha piazzato il break decisivo, ma già in precedenza in tempi erano sembrati maturi per passare in vantaggio. Alla battuta Zverev non ha mai tremato (un solo doppio fallo nel secondo set) e alla fine con l’ennesimo rovescio incrociato, al quale è seguito un dritto a metà rete di Nadal, si è conclusa la sfida. Un’ora e 44 minuti sono bastati ad Alexander per avere la meglio 6-4 6-4 per la volta terza volta in carriera – la prima sulla terra – contro il cinque volte vincitore di questo torneo. Con questo successo inoltre Zverev entra nella speciale elite di giocatori capaci di battere Federer sull’erba, Djokovic sul cemento e appunto Nadal sulla terra; gli altri due sono Andy Murray e Dominic Thiem. Proprio l’avversario che affronterà in semifinale.
[3] D. Thiem b. J. Isner 3-6 6-3 6-4
Il primo semifinalista del Masters 1000 di Madrid è Dominic Thiem, che si è imposto in poco meno di due ore su un John Isner che nella Caja Mágica ha ritrovato uno smalto assente già da un paio di anni. Long John, che al turno precedente contro Rublev aveva messo a segno la decima vittoria in carriera pur senza procurarsi una sola palla break, è partito fortissimo, mettendo in difficoltà Thiem fin dalla risposta e senza lasciare il minimo spiraglio quando era lui in battuta. Dal canto suo, Dominic ha avuto il merito di rimanere aggrappato a un match – anzi, di illudersi di restarci aggrappato, perché l’orizzonte non poteva non apparirgli completamente buio. C’è riuscito, invece, annullando quattro palle break in quel quinto gioco del secondo parziale che, da potenziale pietra tombale sulla sfida, ne è diventato il punto di svolta, consentendo una rimonta di fronte a un avversario che ha viepiù accusato il calo di energie.
IL MATCH – Se non stupisce che Isner scelga di partire al servizio, a far alzare le sopracciglia è la qualità della sua risposta: piedi sulla riga di fondo, si traveste da Agassi rispedendo al mittente qualsiasi cosa gli arrivi sul dritto o sul rovescio. Prima di rendersi conto di quello che sta accadendo (“credo che abbia attaccato proprio tutti i miei servizi e mi ci è voluto un po’ per abituarmici”, dirà alla fine), Dominic si ritrova a dover annullare due palle dello 0-4. Non cambia molto perché, con quattro punti lasciati nei propri turni di battuta, il trentaseienne di Greensboro fa suo il primo parziale per 6-3 (“partire sotto di un break con John, è come cominciare sotto di un set”).
Nulla pare cambiare alla ripresa, con la solidità in battuta che permette a Isner di giocare estremamente rilassato rischiando le risposte, mentre tutta la pressione rimane su Thiem che scambia sapendo di non poter permettersi alcun passo falso. Passo che sembra arrivare sul 2 pari, annunciato spedendo in rete una volée che sarebbe più comoda senza la pressione di cui sopra; il 15-40 e i due successivi vantaggi esterni sono registrati dalle statistiche come palle break, ma assomigliano molto a dei match point salvati. Con il senno di poi, sarà il momento di svolta (“l’inerzia è cambiata quando ho salvato quelle palle break nel secondo”), ma non è che diventi una passeggiata per il due volte finalista nella Scatola Magica che, in ogni caso, strappa addirittura a zero il gioco successivo, aiutato anche da una brutta scelta di Isner che, sullo 0-30, segue a rete una seconda servita al corpo; il problema è che il corpo di Dominator è alcuni metri dietro la linea di fondo, quindi c’è tutto il tempo per scatenare il dritto.
Il break vale il set e Thiem sembra poter approfittare dell’inerzia favorevole aprendo la terza partita con la risposta vincente che prelude alla palla break, sulla quale sbaglia però la risposta sulla seconda seguita a rete. Non solo la percentuale, ma la velocità media della prima di Isner è scesa progressivamente nel corse dei tre set, passando da 212 km/h a 203, nonostante il numero di ace mantenga il trend (18 complessivi, alla fine). Ma a essere anche più evidente è il calo di lucidità del lungo statunitense, sia in risposta, sia nello scambio. I turni di battuta austriaci non sono più in discussione e pare solo una questione di tempo perché si materializzi un’altra occasione per il sorpasso da parte di Domi. La semplice presenza delle condizioni, tuttavia, non significa che necessariamente si manifesterà una palla break e pure giocabile, a maggior ragione contro un big server come l’Isner che ha piantato 89 ace nei suoi tre precedenti incontri madrileni.
Sul 4 pari, un gratuito dell’altrui dritto promette bene per Thiem che vola a recuperare una smorzata, poi risponde tra i piedi e passa. La prima opportunità è cancellata dal serve&volley, ma ne arriva un’altra. Sempre avanti dietro al servizio, John non chiude due volée piuttosto comode sulle quali il n. 4 del mondo mette in mostra la sue doti nello scatto: è break. Con Isner in riserva e non da pochi minuti, Thiem non trova più resistenza e chiude il duello trasformando il match point con servizio-dritto-volée.