dal nostro inviato a Madrid
[5] A. Sabalenka b. [1] A. Barty 6-0 3-6 6-4
La ruota del tennis è un continuo girare ed era solo questione di tempo prima che Aryna Sabalenka tornasse a battere Ashleigh Barty. Dopo aver perso le due recenti sfide infatti la bielorussa è riuscita ad avere la meglio sulla n. 1 del mondo e a conquistare a Madrid il titolo n. 10 della sua carriera. Anche due settimane fa a Stoccarda si ritrovarono in finale e in quell’occasione era partita alla grande ma aveva ceduto alla distanza. Oggi invece, dopo una partenza sprint ha sì avuto un calo nel secondo set ma in quello decisivo ha sfruttato l’unico passaggio a vuoto della sua avversaria proprio ad un passo dal traguardo. Con questo successo Aryna ottiene il suo best ranking diventando n. 4 del mondo scalzando Sofia Kenin e lo fa vincendo il suo primo titolo su una superficie che non sia cemento, a conferma di come qui in altura la palla viaggi molto ma anche di come lei stia lavorando sempre di più per essere una giocatrice completa. A 23 anni del resto i tempi sono maturi per fare un ulteriore salto di qualità e sarà tenuta sempre più a dimostrarlo negli Slam.
IL MATCH – Le due tenniste hanno una grossa arma nella battuta ma eccetto questa somiglianza il loro gioco differisce eccome: Ash ha molta più tecnica, usa con insistenza il back di rovescio e non disdegna la rete, ad Aryna invece piace controllare le operazioni da fondo cercando subito l’accelerazione. Questo scontro di stili oggi ha iniziato ad incastrarsi solamente a secondo set inoltrato, e tutto sommato ne è venuto fuori un match godibile ma non spettacolare deciso più dagli errori che dai vincenti.
Il limpido cielo mattutino col volgere della giornata è stato completamente coperto da nuvole non eccessivamente minacciose, ma il vento che le ha condotte è rimasto persistente durante tutta la giornata. Il pubblico del Manolo Santana Stadium non si è schierato a favore di una delle due tenniste bensì ha preferito lasciarsi stupire dai colpi di entrambe. Oltre a loro, chi sembra essersi stupita eccome sembra esser stata anche l’australiana la quale è stata letteralmente surclassata dalla n. 7 del mondo nel primo set, perso 6-0. Il primo break è arrivato in un game nel quale la 25enne aveva avuto più volte palla game ma una serie di banali errori gliel’hanno compromesso. Sabalenka non è una che si fa pregare né una che ha timori reverenziali: se c’è una cosa che sa fare alla grande è spingere sin dalla risposta e non ha lasciato respiro a Barty. Lei ci ha messo del suo sembrando persino frettolosa di andare a servire durante i suoi turni e il tutto si è concluso in 25 minuti.
Nel secondo parziale Barty è stata molto più efficace sia in risposta che con il rovescio tagliato – spesso combinando le due cose – e con due break ha è tornata in parità vincendo il set 6-3. La frustrazione è iniziata a palesarsi sul volto di Sabalenka (anche a livello sonoro con qualche urlo) ed è stata lei la prima a concedere delle chance nel set decisivo. Tuttavia una volta scampato il pericolo con all’aiuto del servizio non ha più tremato con questo colpo, anzi a farlo è stata l’australiana nel nono game. Un rovescio tagliato in rete e un doppio fallo l’hanno mandata sotto 0-40 e la 23enne alla prima occasione ha lasciato immobile la sua avversaria con una risposta di rovescio lungolinea. Andata a servire per il match la n. 7 del mondo non ha sentito pressione e con grande scioltezza ha proseguito la sua serie concludendo con 11 punti consecutivi e dopo un’ora e 40 minuti ha vinto 6-0 3-6 6-4.
Questa sconfitta mette fine alla striscia di 16 successi consecutivi sulla terra rossa per Barty, iniziato al Roland Garros 2019, ed è arrivato con il primo 6-0 subito in una finale WTA per lei; Sabalenka invece alza il titolo a Madrid alla terza partecipazione avendo perso sempre al primo turno nel biennio 2018-19. Dopo questo match i detrattori di Barty potranno continuare ad affermare che lei non meriti la classifica che ha (nonostante qui abbia eliminato Swiatek e Kvitova) mentre quelli di Sabalenka la continueranno ad accusare di saper solo tirar forte (come se prediligere un gioco di potenza non possa essere una scelta di stile, vedi Kvitova). Loro due invece continueranno a seguire la propria strada e a Roma saranno impegnate nello stesso quarto di tabellone; assisteremo ad un altro capitalo di questa saga?