Gli Slam del 2019
Chissà come sarebbero andate le cose negli Slam del 2019 se nel 2018 Sabalenka fosse riuscita a spuntarla contro Osaka a New York, proponendosi per il finale di torneo quale giocatrice più in forma di tutto il lotto. Non lo sapremo mai. Ma uscendo dalla ucronia e tornando alla realtà, il dato crudo ed effettivo risulta questo: gli Slam successivi (quelli del 2019) sono davvero negativi, senza se e senza ma. Facciamo il quadro della situazione al gennaio di due anni fa. Ormai Sabalenka è a ridosso delle prime dieci del mondo, ha chiuso il 2018 vincendo il Premier di Wuhan e ha aperto il nuovo anno con il successo nel torneo di Shenzhen.
È a tutti gli effetti in rampa di lancio, tanto è vero che agli Australian Open (dove è ufficialmente testa di serie numero 11) per i bookmaker è la quinta favorita del torneo: è quotata a 12, dietro soltanto a Serena (data a 5) Osaka (a 10, e futura vincitrice), Kerber e Halep (a 11). E invece arriva una grossa delusione. Supera in scioltezza due avversarie non irresistibili come Boulter e Kalinskaya, ma cade al primo ostacolo significativo. Perde 6-3, 6-2 al terzo turno contro Amanda Anisimova.
La sconfitta risulta davvero bruciante per diverse ragioni: la prima è il punteggio, nettissimo. La seconda il ranking della avversaria, in quel momento numero 87 WTA. La terza perché Ansimova sviluppa la partita proprio come ci si aspetterebbe da Sabalenka: comanda il gioco, sforna vincenti a ripetizione e ha la meglio in quasi tutti gli scambi più tirati, dominando la situazione. Quarta ragione: la ventenne Aryna esce dal torneo per mano di una giocatrice di appena 17 anni; ancora non ha fatto in tempo a proporsi come “Next Big Thing” del tennis femminile che già c’è qualcuna più giovane che si candida a scalzarla da quel ruolo.
Anche dagli atteggiamenti in campo si capisce che la delusione di Sabalenka è profondissima, tanto è vero che questo match lascerà degli strascichi nei mesi successivi, con risultati al di sotto delle aspettative.
Lo Slam che segue, il Roland Garros 2019, aggrava ulteriormente la situazione. Sabalenka è sempre testa di serie numero 11. Supera all’esordio una Cibulkova ormai in declino, ma per il secondo turno il sorteggio le ripropone beffardamente ancora Anisimova. E di nuovo Sabalenka perde in modo netto: 6-4, 6-2. Amanda finirà per spingersi sino in semifinale, dove perderà al termine di un match rocambolesco contro la futura campionessa Barty.
La doppia sconfitta contro Anisimova è probabilmente la ragione della nascita del “complesso” di Aryna nei confronti degli Slam. Che ormai affronti gli appuntamenti più importanti con poca tranquillità, lo si capisce a Wimbledon, dove si ferma addirittura al primo turno. Perde infatti 6-2, 6-4 da Magdalena Rybarikova. D’accordo, sappiamo che Rybarikova è una specialista dell’erba, ma stiamo parlando di una tennista che non gioca più ai livelli del 2017 (quando era stata semifinalista ai Championships), che a fine stagione deciderà di ritirarsi e che al turno successivo perderà con un doppio 6-3 da Coco Gauff. Rendimento al servizio di Sabalenka: zero ace (per una tennista capace di sfiorare i 200 km/h in battuta) e 8 doppi falli.
Ultimo Slam del 2019, lo US Open. Al primo turno Sabalenka sconfigge nel derby bielorusso Vika Azarenka (3-6, 6-3, 6-4), che però è ancora alla ricerca della migliore condizione. Ma dopo l’esordio vincente perde al secondo contro Yulia Putintseva. Altra sconfitta ampiamente contro pronostico e contro le indicazioni della classifica: 3-6, 6-7 di fronte alla numero 41 del ranking. In entrambi i set Sabalenka si è trovata in vantaggio di un break ma non è riuscita a consolidare la situazione. Rendimento al servizio: 3 ace e 11 doppi falli.
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